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lunedì 28 novembre 2011

ETICA: Slovacchia. Il Partito comunista accusato di negazionismo

A vent'anni dalla rivoluzione del 1989 "la polizia indagherà sui comunisti", annuncia Sme. Il Partito comunista della Slovacchia (Kss), nato nel 1992 sulle ceneri del Partito comunista cecoslovacco, avrebbe iinfranto la legge che punisce la negazione dei crimini legati al regime comunista, approvata due mesi fa. "Come non ci sono colpe collettive, non ci sono [nemmeno] crimini comunisti", si legge infatti sul sito internet del Kss. Il quotidiano di Bratislava sottolinea che in base alla nuova legge il partito potrebbe essere sciolto, ma ricorda anche che nessun alto dirigente comunista è mai stato giudicato da un tribunale: né Vasil Bilak, che nel 1968 firmò la richiesta di intervento al patto di Varsavia, né il capo dei servizi segreti  Alojz Lorenc. "Ancora oggi la giustizia è amministrata da ex membri del partito che fu responsabile del terrore di stato", accusa Sme. Alle elezioni del 2010 il Kss ha ottenuto lo 0,83 per cento dei voti. 

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