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martedì 29 novembre 2011

LAICITA': La luna e il dito

Abbiamo indicato la Luna e quasi tutti continuano a guardare il dito.
È l'impressione ricavata in questi giorni di dibattito e polemiche seguite alla nostra proposta di sospendere la convenzione tra la Regione Toscana e la Conferenza Episcopale che disciplina il servizio di assistenza religiosa cattolica nelle strutture di ricovero delle Aziende Sanitarie. Abbiamo presentato un'interrogazione ed alla nostra iniziativa si è unito un fronte di forze politiche che con noi hanno chiesto di sospendere un atto che prevede l'assunzione a tempo indeterminato nelle Asl di personale nominato dalla stessa Conferenza, e l'assegnazione a questi stessi incaricati di un alloggio.
La levata di scudi è arrivata puntuale e con le stesse parole d'ordine: siamo stati accusati di laicismo, di anticlericalismo, di voler cancellare un diritto previsto dal Concordato in vigore tra Stato italiano e Chiesa cattolica.
Niente di più sbagliato e fuorviante.
Il punto non è mettere in discussione quanto già previsto dal Concordato, perché è proprio al Concordato che noi guardiamo come ad uno strumento che già contiene e prevede che tali forme di assistenza vengano svolte da personale ecclesiastico.
È la convenzione stipulata dalla Regione Toscana che riteniamo iniqua, perché genera un aggravio per i bilanci delle Asl. Consideriamo cioè ingiusto che si assumano delle persone, ad oggi pare siano 77, per svolgere delle prestazioni che già rientrano, o dovrebbero rientrare, nella missione ecclesiastica.
Ci siamo domandati insomma quanto sia opportuno per la Regione sobbarcarsi un onere economico di oltre 2 milioni di euro per un servizio che potrebbe essere esclusivamente a carico di chi ogni anno riceve dallo Stato l'8 per mille del gettito Irpef dei cittadini ed è esente dall'Ici per le attività commerciali che svolge in fondi di sua proprietà.
Insomma, si solleva una questione reale, dinanzi alla quale servirebbero risposte e non accuse. Riteniamo che la Regione possa trovare altre forme per rafforzare la collaborazione con la Conferenza Episcopale nell'ambito del Concordato per lo svolgimento di un servizio verso il quale portiamo il massimo rispetto, consapevoli che la funzione di assistenza religiosa a chi soffre  rientri a pieno titolo tra i diritti del malato. Altre forme che non prevedano però né l'assunzione né l'assegnazione di un alloggio, perché in questo caso si vanno a ledere altri diritti: quelli dei malati non cattolici e quelli di chi per avere un alloggio paga un affitto.
Laicismo è parola brutta, che implica una piega ideologica estremista, e dunque non ci stiamo a vederci liquidati così.
Altra cosa è il dovere, verso il quale ci sentiamo altamente responsabili, di affermare i principi di uno Stato laico in cui le istituzioni siano di tutti i cittadini e non diventino la corsia preferenziale per nessun soggetto, a maggior ragione se espressione di una confessione religiosa.
La nostra è una posizione naturale per una forza politica che si richiama apertamente ai principi laici, ma ci piacerebbe vivere in una nazione in cui anche i partiti di ispirazione cattolica difendessero tali principi senza temere di irritare le gerarchie ecclesiastiche, già abbondantemente tutelate dal Concordato.
Così non è e ce ne rammarichiamo, continuando però con ancora maggior convinzione ad indicare la Luna anche quando gli altri si fermeranno ad abbaiare al dito. (Pieraldo Ciucchi) 

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