Pensare Globale e Agire Locale

PENSARE GLOBALE E AGIRE LOCALE


mercoledì 16 novembre 2011

SINISTRA: ripensarsi o perire

«Il "vecchio mondo" non c'è più e quello "nuovo" stenta ad apparire all'orizzonte. Lo si afferma da tempo ma senza conseguente e coerente costrutto. 
La Sinistra, pur dovendo tenere ben salda la bussola dei propri storici valori socialisti, laici, egualitari e libertari (starei per aggiungere anche antifascisti, perché noto che la questione, come in tutti i periodi di lunga e travagliata transizione, si ripropone da più parti, e con pericolosissima evidenza) deve convincersi del fatto che non v'è più tempo disponibile per scegliere ed agire in maniera compatta ed univoca.
Nell'arretratissimo scenario italiano e rispetto alla realtà europea chi ha voluto capire cos'è successo negli ultimi scampoli del '900 non ha certo avuto bisogno degli abbecedari per leggere i fatti, nè dei pallottolieri per poter fare i conti a consuntivo. 
Siamo arrivati al punto in cui si fa prima a costruire ex novo con quel che di meglio ed avvertito c'è ancora in giro (se c'è), piuttosto che raccogliere e rimettere insieme ad una ad una le pietre ed i sassolini del relativamente recente Big Bang politico. I nomi di partiti e di uomini, soprattutto di Sinistra, della passata, recente e pur attuale storia italiana suonano ormai come lontanissimi echi del Mesozoico.  Il cosiddetto mondo occidentale e soprattutto l' Italia "invecchiano" di giorno in giorno, culturalmente ed anagraficamente. L'opposto accade nei Paesi cosiddetti "in via di sviluppo" che ormai son quasi costretti ad assaltare le terre (demograficamente) ed i mercati (economicamente) dell'ex "faro occidentale". 
Per chi invece non ha voluto e non vuole tuttora capire penso non vi sia più scampo e che soprattutto non gli si debba più porre attenzione. Il capitalismo anche nella sua evoluzione post-fordista (che l'Italia per suoi storici limiti socio-culturali ha conosciuto in minima parte e solo nelle sue forme più arcaiche e feudal-assistite) è giunto ovunque al collasso, vittima delle contraddizioni prodotte da sè stesso: l'ultima delle quali, cancerogena e fatale, è il finanziar-capitalismo, denaro che produce e divora denaro, in un ciclo chiuso, globalizzato e continuo, ormai in totale assenza degli elementi forza-lavoro e merci prodotte. 
E questa spirale è riuscita perfino a riattualizzare in maniera formidabile quelle stesse, identiche ricette marxiane che i più diretti ed accreditati eredi di Marx ritennero superate già all'alba del '900. Qualcuno, oggi, fa paralleli con la crisi del '29, altri - a mio parere più realisticamente - tracciano similitudini con il primo Ottocento pre-industriale.Una situazione di tale estrerma gravità comporta un irrinviabile, necessario ed unanime atteggiamento che Pietro Nenni condensò nella famosa formula: "Rinnovarsi o perire".
Soprattutto per la Sinistra (che è quella che ci interessa in questo caso) ciò significa rinnovarsi, meglio ancora ripensarsi - pur nell'ovvio solco delle proprie peculiarità democratiche-antitotalitarie senza "se" e senza "ma" - e ripensarsi nei linguaggi e nei comportamenti, dismettendo gli abiti non propri presi a prestito da altri (liberismo sfrenato, consumismo dissennato, irresponsabile sfruttamento dell'ecosistema, tecnologismo esasperato) e liberandosi dalle pesanti "sindromi di Stoccolma" che l'hanno finora legata sottilmente ma inestricabilmente alle sottoculture delle destre post-ideologiche di ogni tipo e natura. 
Siamo di fronte ad una generazione che ha saltato una fase....che ha troppo timore del futuro per poter tornare indietro a raccogliere i cocci di risulta delle demolizioni operate da chi l'ha preceduta.  A questa generazione dobbiamo saper parlare in corretta e moderna lingua "Politica" e soprattutto offrire fatti concreti, qui e subito; non solo belle parole, dotte formule empiriche e speranzosi orizzonti di gloria inevitabilmente racchiusi nei soliti ed ormai asfittici ed obsoleti steccati partitocratici o pseudo tali. Tempo non ce n'è: occorre il Socialismo operativo e silenzioso, e magari pure anonimo, che sforna ricette efficaci ed efficienti per il lavoro, la libertà, l'equità e la responsabilità. 
Occorre la bandiera rossa nei cuori impavidi e nelle menti fervide prim'ancora che quella imbracciata e sventolata nei tanti, troppi cortei fatti di tante, troppe sigle ormai incomprensibili e aliene ai più; la bandiera rossa delle risposte e dei fatti testardamente concreti, per dirla alla Bulgakov, prim'ancora di quella delle alchimie e liturgie elettorali e delle vecchie ed inutili recriminazioni a sinistra. Lasciamo che i morti seppelliscano i morti.....e diamo alla Sinistra, oggi, da questo momento a venire, il vero ed unico significato della sua esistenza e della sua agognata unità: la realizzazione del concreto ed equo bene comune nell'etica della libertà responsabile. 
Ripensarsi o perire. Per tutti, ma proprio tutti. E subito.
Mario Francese

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