Pensare Globale e Agire Locale

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sabato 10 dicembre 2011

Addio a Maria Magnani Noya, primo sindaco donna di Torino

Pubblichiamo l’articolo apparso sul giornale “La Stampa” di Torino scritto da Luciano Borghesan oggi sabato 10 dicembre 2011
Aveva festeggiato gli 80 anni tornando in quella Sala Rossa che l’aveva vista sindaco dal 1987 al 1990. Era stato un bel regalo nel giorno del suo compleanno, il 24 ottobre, sentirsi circondata dall’affetto e dalla gratitudine da parte della C-città, maiuscola, istituzionale, e minuscola, della comunità. Una parentesi di gioia immensa, dopo anni di oblìo. Maria Magnani Noya è morta ieri, in solitudine, come capita ai «grandi» che incutono timore, quasi che la loro riservatezza sia da proteggere. Invece «la prima donna alla guida della Torino civica» aveva un gran desiderio di dialogare, di conoscere persone, di approfondire problemi.

Era rimasta solo «Maria», un nome facile da dire per i compagni socialisti, dolce da pronunciare per le donne, ma la chiamavano così tutti, anche da sindaco, come prima in tribunale (da avvocato), in parlamento (1979-83, più volte Sottosegretario con i governi Cossiga, Forlani, Spadolini, l’ultimo Fanfani) e poi a Bruxelles (dal 1989 al 1994, dove fu anche vicepresidente dell’europarlamento). Ferma, rigorosa ma pronta all’ascolto col sorriso.

Tra le sue battaglie le leggi sulla salute, il lavoro e i diritti civili (divorzio, maternità responsabile) delle donne. Fece parte del gruppo di legali per il primo processo alla Brigate rosse esponendosi come «difensori d’ufficio». Visse sotto scorta. Ultimamente per un’associazione di donne aveva svolto una ricerca sulla condizione femminile e sulle vittime di soprusi. Da sindaco promosse iniziative per riammodernare la città, diede il via allo studio del nuovo piano regolatore, coordinò i lavori per dare ospitalità ai mondiali di calcio del 1990. Fu regista, senza imporsi protagonista: era un’altra delle sue qualità valorizzare i singoli assessori. Si ripetè con le donne, specie nel Psi: fu anche per la sua generosità che poterono esprimersi tante consigliere e assessori-rosa. Certamente, meritavano maggior attenzione le sue lunghe giornate in via Po dove abitava.

Oggi la ricordano istituzioni, autorità, i compagni del vecchio garofano, le «allieve», i colleghi, i politici. Primo fra tutti il cordoglio del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano: «Maria Magnani Noya è stata figura significativa della vita politica e istituzionale italiana. Esponente di rilievo della tradizione socialista, fu protagonista di importanti battaglie in difesa dei diritti civili e per l’emancipazione delle donne. Appassionato e rigoroso è stato il suo impegno per Torino, primo sindaco donna si adoperò con intelligenza e lungimiranza per promuoverne sviluppo economico e culturale in un difficile periodo di transizione».

«Una donna forte, coraggiosa, ha vissuto con grande coerenza e dignità i suoi valori socialisti. Ha ricoperto incarichi di governo sempre con spirito di servizio e senso dello Stato», dice il sindaco Piero Fassino. «Capacità e passione - aggiunge Enzo Ghigo, l’ex governatore del Piemonte - hanno contraddistinto la sua figura determinante di donna impegnata in politica che ha segnato un periodo importante per la città». Da ogni parte elogi come quelli deil 24 ottobre, e che lei aveva ricambiato, «Fare il sindaco è una delle cose più belle per chi fa politica», con l’ultimo pensiero per Torino «Grazie, sei una città bella e civile».Stamane, dalle 11 (fino alle 19), a Palazzo Civico la camera ardente. Lunedì, alle 10.30, la cerimonia di commiato, poi i funerali, alle 14, nella parrocchia Rosazza di Biella.

L’ultima intervista rilasciata in occasione del suo ottantesimo e pubblicata sul giornale “la Stampa” il 24.10.2011

Magnani Noya, l'impegno nella città delle donne

Il primo sindaco donna di Torino, dal 1987 al 1990, festeggia gli ottant'anni

«Che vestito indosserò alla festa per i miei 80 anni in Sala Rossa? Non so, uno dei miei tanti tailleur, magari nero. Alla mia età ho superato le incertezze da armadio». Arrivarci all’ottavo decennio di vita con questa ironia, questa grinta, e soprattutto una giornata tipo che comincia con il lavoro nel suo studio legale ed è scandita da trenta Philip Morris blu.
«Fumo da quando ero una ragazzina - spiega Maria Magnani Noya - e la tosse che sente è la giusta eredità». Il primo sindaco donna di Torino, dal 1987 al 1990 (la seguì poi Giovanna Cattaneo), oggi, giorno del suo ottantesimo compleanno, sarà festeggiata con tutti gli onori in Sala Rossa dal sindaco Fassino.

E’ contenta che la città le sia ancora tanto legata? «Sì, torno sempre volentieri in Sala Rossa, e lo so già: mi commuoverò».

Lei fu sindaco donna a capo di un pentapartito, in cui i punti di riferimento erano Dc e Psi: che cosa le è rimasto di più nel cuore di quell’esperienza? «Il fatto che Torino è stata ed è una città che fece molto per le donne. Penso a Carla Spagnuolo, Franca Prest, Elda Tessore. Insomma, non c’era gruppo in cui non ci fosse una di noi. Eravamo in gamba, va ammesso. Ed erano altri tempi, tempi non facilissimi per il gentil sesso».

Ma è meglio l’Italia di Berlusconi o quella di Craxi? «Non ho dubbi, quella di Craxi. Perché fu stagione di passione politica vera e di risultati epocali, come per esempio la scala mobile».

Qual è stato il miglior sindaco che ha avuto questa città? Naturalmente dopo di lei... «Anche qui non ho dubbi: Chiamparino. E’ stato un uomo audace e insieme prudente. Ha saputo scommettere e vincere, ma sempre all’insegna del risultato concreto, mai della chiacchiera».

E Castellani? «Molto bravo, ma troppo professore».

E Fassino? (Sorride) «Me lo ricordo ragazzino, come si fa a non dirle bene? Ora però è troppo poco tempo che fa il sindaco per giudicarne l’operato».

Qual è il consigliere comunale, anche di opposizione, che ricorda con più affetto? «Quello con cui battagliavo di più. L’allora capogruppo del Pci: Carpanini. Era il più bravo, ma anche quello più leale. Dopo aver litigato tutto il giorno in Sala Rossa la sera andavamo insieme a mangiare una pizza a Marechiaro. Ho pianto molto quando è mancato, Domenico».

Che opinione ha del Consiglio comunale di oggi? «Purtroppo ha molto meno peso politico di una volta. La Sala Rossa un tempo faceva cadere i sindaci, oggi no».

Anche il sindaco però a quei tempi si poteva risparmiare la campagna elettorale. «Sì, e in questo si è fatto un passo avanti, credo siano tutti d’accordo, anche se la selezione c’era eccome, anche ai miei tempi».

Smetterà di fumare, oggi che è arrivata agli 80 anni? «Ma non ci penso neppure».

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