Pensare Globale e Agire Locale

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venerdì 9 dicembre 2011

COLLETTIVO SOCIALISTA CHIVASSESE: Anche la Chiesa partecipi allo sviluppo economico

In merito al pagamento dell'ICI sulle attività evidentemente commerciali delle Chiese l'opinione pubblica discute animatamente. Ma, nonostante la crisi feroce e i sacrifici immani chiesti per salvare l'euro, prevedere questa imposta appare un tabù politico. A livello europeo tale esenzione è, almeno, oggetto di discussione.

Il Presidente Mario Monti si è presentato con un programma basato su tre pilastri: rigore, equità, e sviluppo. Ad ora la manovra in via di approvazione in Parlamento è sbilancita sul rigore a cui contribuscono soprattutto i meno abbienti.

Il pagamento dell'ICI sulle attività commerciali a scopo di lucro delle chiese sarebbe una misura da usare in direzione della crescita del lavoro e di una maggiore equità sociale. Infatti, se i comuni potessero contare su tali risorse potrebbero mirare l'introito per abbattere il lavoro precario usato dalle amministrazioni pubbliche per erogare i servizi alla persona e alle famiglie, anche stabilendo rapporti corretti con il terzo settore.

Si creerebbe più lavoro giovanile e femminile e si qualificherebbero i servizi per anziani, disabili, dispersione scolastica... Attraverso questo indirizzo si metterebbero in atto azioni a protezione dei ceti più deboli, attuando proprio le finalità sociali perseguite dalle congregazioni religiose. Stato e Chiese potrebbero virtuosamente convergere per  l'equità e la crescita. Se non ora quando?

Marisa Nicchi

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