Pensare Globale e Agire Locale

PENSARE GLOBALE E AGIRE LOCALE


venerdì 16 dicembre 2011

Collettivo Socialista Chivassese (CSC): Si discute di Socialisti e Comunisti ….. a chi giova?

I due partiti, Psi e Pci, che hanno fatto la storia, nel bene e nel male, del Novecento, ritornano di attualità, grazie alla Fondazione Socialismo che ha organizzato un convegno sul tema: “ Socialisti e comunisti negli anni di Craxi”, per tentare di ricostruire i passaggi che hanno reso, eufemisticamente, difficile il rapporto, fino alla scomparsa dei due partiti storici della sinistra italiana. Tuttavia, gli anni di Craxi non finiscono nel 1994, anno della fine del Partito di Via del Corso, ma continuarono fino alla sua morte, 19 gennaio 2000, perché fino all’ultimo si batté da socialista, per una sinistra di governo, criticando le scelte politiche degli eredi del Pci, che portava laddove la sinistra era in terra straniera.   
Partecipano, oltre gli storici, gli eredi del Psi e del Pci che, perlopiù, chi è emigrato in altri partiti, chi ha continuato a dismettere, in ogni stagione, gli abiti politici per indossarne altri, e chi, una minoranza, è rimasto fermo nelle proprie convinzioni di un tempo.   
Si discute su due cari estinti solo per la storia e nulla più, dato che la verità è difficile trovarla,anche perché ognuno narrerà la storia a suo modo . E, ironia della sorte, tra i protagonisti chiamati a ragionare sul rapporto tra i due partiti, ci sono gli assassini di entrambi. Il riferimento è nei confronti di coloro, ex comunisti, che hanno lavorato per distruggere il Psi e altrettanto hanno fatto nei confronti del Pci, – per questo atto non c’è il nostro biasimo -, facendo, però, terra bruciata della sinistra di governo.
Non sono immuni di colpe alcuni socialisti che ai tempi delle tricoteuse, abbandonarono la nave mentre stava affondando.          
Ragion per cui, non sapremmo quanto sia attuale ragionare oggi dei rapporti tra Psi e Pci negli anni di Craxi, ossia di  due soggetti politici estinti e di un personaggio morto ad Hammamet, lontano dall’Italia, ma ancora vivo nelle menti degli italiani, nel bene e nel male.
Già nel 2002, la Fondazione Craxi e  Italianieuropei di Massimo D’Alema si misurarono su questa materia, senza cavare un ragno dal buco. In altre parole, fu un vero e proprio flop.    
Dunque, cui prodest, a chi giova l’amarcod? Visto che  il “duello a sinistra”, a nostro modesto parere, è finito con la sconfitta di entrambi
Il Pci è morto e sepolto dal 1991; i suoi gli eredi, con la svolta della Bolognina, a seguito del crollo del Muro di Berlino, cambiarono nome e simbolo: Pds prima, Ds poi e, infine, Pd. Quest’ultimo, un partito né carne e né pesce, che vive alla giornata, condizionato dalle pressioni  esterne, quella delle Procure, innanzitutto.
Del resto, il Pd non è più membro effettivo dell’Internazionale socialista e partecipa alle riunioni come semplice invitato, e  il gruppo dei suoi europarlamentari ha aderito, in modo anomalo, al Pse, pur non facendo parte del suo bureau.   
Vero è che gli ex comunisti hanno tentato di cooptare i socialisti prima nel Pds, lanciando l’idea della Cosa2, ma come hanno scritto Paolo Franchi ed Emanuele Macaluso, “Da Cosa non nasce cosa”. Chi fece quella scelta fu usato come soprammobile, dopodiché finì in cantina. A ben vedere, i socialisti confluiti dopo un po’ sono andati via.   
E nemmeno il Psi c’è più, travolto dalle inchieste giudiziarie di Mani Pulite.
Con la scomparsa del Psi, i socialisti presero la via della diaspora, preferendo, nella stragrande maggioranza, confluire in Forza Italia, considerata amica, pur schierata a destra, tuttavia, avversaria degli ex comunisti, colpevoli di essere stati complici, con i Pm, della liquidazione giudiziaria del Psi.    
I tanti tentativi fatti per ricostruire il Psi sono falliti, quel residuato che è rimasto in piedi di duri e puri, l’attuale segretario Riccardo Nencini lo sta schiacciando con la sua continua autocelebrazione e dissolvendo, per fare un piacere al Pd, dopo aver fatto alle elezioni europee e a quelle regionali, in alcune realtà, l’alleanza con Sel di Vendola.
Eppure, c’è ancora un network sommerso socialista che si venderebbe l’anima al diavolo per avere un punto di rifermento capace di ricostruire il Psi.
Quello di Bettino Craxi è stato in modo assoluto il protagonista degli anni ottanta, anni che lo storico Marco Gervasoni ha rivalutato , scrivendo un libro: “Storia d’Italia degli anni ottanta”, con un sottotitolo quanto mai significativo:” Quando eravamo moderni”. Moderno non era l’avversario di Bettino Craxi, il comunista, Enrico Berlinguer. Motivo per cui, questa loro contrapposizione ha procurato tanti “lutti” al popolo della sinistra.
Craxi e Berlinguer erano di due mondi diversi, che non si sarebbero mai e poi mai potuti incontrare. Due visioni della politica e della vita agli antipodi.
Un rapporto, il loro, segnato da una profonda conflittualità che dall’ascesa di Craxi alla segreteria del Psi fino alla morte di Berlinguer. I due si conoscevano bene, essendo entrambi figli della sinistra storica. Nonostante questo tratto in comune, si battevano per idee differenti nonché per obiettivi diversi. Craxi era un leader del socialismo riformista europeo, che aveva imparato a conoscere il comunismo attraverso il dissenso dei Paesi dell’est.
Berlinguer era, invece, un leader politico legato al comunismo. Pur essendo un comunista di scuola italiana, di forti convinzioni democratiche, non rinunciava alla via rivoluzionaria ( nel senso che credeva al cambiamento del sistema capitalista con l’introduzioni di elementi di socialismo) e nonostante lo sbandieramento della questione morale non disdegnava, per mantenere in piedi il grande apparato del Pci, i finanziamenti dell’Urss.
Se fossero stati unitari i due leader, certamente, avremmo, oggi, una sinistra di governo alla stregua delle sinistre europee.
Una triste storia quella della sinistra italiana, ancor più triste quella degli ex comunisti che si trovano in una difficile e curiosa posizione: non possono dar ragione a Berlinguer, perché entrerebbero in contraddizione con la politica di oggi; non possono, viceversa,dar ragione a Craxi, perché legittimerebbero quello che Berlinguer contestava sul piano ideologico, culturale e politico.
Per questa ragione, non sapendo e/o non potendo scegliere, si trovano nel Pd: non essendo più comunisti e non essendo socialisti. (Biagio Marzo)

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