Pensare Globale e Agire Locale

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giovedì 15 dicembre 2011

GOVERNO PIEMONTE: La Provincia resiste. E sistema altri staffisti

Pubblicato Giovedì 15 Dicembre 2011 “Lo Spiffero” – B. Babando
Dopo la concitata giornata dell’orgoglio di Palazzo Cisterna spuntano altre spese folli dell’amministrazione. I nove collaboratori degli assessori costano quasi 400mila euro l’anno.

Più confusione c’è, più l’ente inutile, la Provincia di Torino, resiste. E con esso resistono tutte le poltrone, sedie e strapuntini che costellano il sottobosco politico, dai posti in consigli di amministrazione alle consulenze sui problemi più futili e poi giù giù fino agli incredibili “staffisti” degli assessori. Deve essere stato questo il pensiero, non espresso, del conte Mascetti della Cisterna, alias Antonio Saitta, noto ora anche come “il ragazzo con la valigia” dopo la paginata che gli ha dedicato La Stampa per celebrare la sua salita al Nord, 51 anni fa, col Treno del sole.

La seduta di ieri del Consiglio provinciale e la parallela, e contigua, assemblea del personale convocata da Cgil, Cisl, Uil e rsu nei pressi dell’aula consiliare per far sentire la voce dei dipendenti, dopo due richieste di incontro al presidente rimaste inevase, ha messo ancora più in luce la confusione, e la disperazione, che le prime uscite – purtroppo parzialmente rientrate – del governo Monti hanno provocato nella famiglia Mascetti, il cui futuro (tra holding, Regione e parlamento) non è più così definito.

È  stata contrabbandata per una risposta corale all’invito del segretario generale Benedetto Buscaino la folla di dipendenti, con tanto di lutto al braccio per la morte della Provincia, che si è assiepata in piazza Castello, sotto i portici della Prefettura. Tutti in orario di assemblea sindacale (12 ore all’anno, secondo gli accordi) e non in orario di servizio, o di lavoro, come qualcuno fra i consiglieri, seccati per il disordine, ha voluto interpretare. Ma il segretario generale, sapeva benissimo che l’invito ad assistere in aula alla difesa d’ufficio della poltrona del conte Mascetti fatta dal medesimo era una mossa fasulla quanto demagogica: nella tribuna del pubblico ci sono soltanto 20 posti.

Quando il Mascetti è sceso in piazza Castello per dire qualche parola all’assemblea dei dipendenti, qualcuno, tra i sindacati, aveva già pensato che per mettere in luce i problemi del personale del morente ente locale era più opportuno rivolgersi ad un interlocutore “terzo”, peraltro a portata di mano: la Prefettura. Detto fatto: la delegazione sindacale è stata ricevuta subito dal viceprefetto Maurizio Gatto che ha promesso di inviare una relazione sull’incontro al Ministero dell’Interno e a quello della Funzione pubblica e sollecitare anche l’interesse della Provincia sul problema dei trenta precari che stanno per essere lasciati a casa. Questione questa sollevata inutilmente dai sindacati e liquidata la settimana scorsa proprio dal segretario Buscaino con una frase non degna di un dirigente che si può così tradurre, purgata del turpiloquio: “Con l’aria che tira dovete pensate a salvare il vostro posto di lavoro prima che quello dei precari”. Il turpiloquio stava nel “posto di lavoro”.

Ma in via Maria Vittoria nulla è cambiato. Mancano 35 milioni di euro al pareggio di bilancio, si va all’esercizio provvisorio, ma proprio mentre la Provincia rischia di sparire per lo svuotamento di funzioni voluto da Supermario (Monti), un altro staffista si aggiungeva ai nove già in servizio permanente effettivo. Quel Renato Lavarini, pupillo dell’assessore alla Cultura, Ugo Perone, in predicato di diventare dirigente, che fino all’altro ieri era a libro paga del Comitato Torino 150 dal 1° dicembre è entrato nella grande famiglia della Provincia. Non si conosce il suo stipendio, ma si sa la cifra esatta che costano all’ente, in denaro pubblico, gli altri nove: 384.671 euro all’anno. Siamo proprio sicuri che sia una spesa indispensabile? E gli staffisti del presidente del consiglio e dei gruppi quanto costano?

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