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domenica 25 dicembre 2011

UE: Crisi dell’Euro, il flusso si inverte

A proposito dei fenomeni migratori innescati dalla crisi, il Guardian scrive che  
fin dalla sua concezione, l'Unione europea ha rappresentato un paradiso per chi cercava rifugio dalla guerra, dalla persecuzione e dalla povertà in altre parti del mondo. Tuttavia, mentre l'Ue affronta quella che Angela Merkel ha definito il momento più difficile dopo la Seconda guerra mondiale, le cose sembrano irrimediabilmente cambiate. Un nuovo flusso di migranti sta abbandonando il continente, e minaccia di diventare una marea inarrestabile se la crisi del debito continuerà a stritolare l'Europa.  
I paesi più colpiti dal fenomeno sono Irlanda, Grecia e Portogallo, che negli ultimi due anni sono stati soggetti al bailout Ue-Fmi e a durissimi provvedimenti di austerity.
In Irlanda, dove il 14,5 per cento della popolazione non ha un lavoro, l'emigrazione è aumentata stabilmente dal 2008, anno del crollo della Lehman Brothers e dell'esplosione della bolla immobiliare. Secondo l'ufficio centrale di statistica, tra l'aprile 2010 e l'aprile 2012 40.200 irlandesi hanno abbandonato il paese, 12.500 in più rispetto all'anno precedente.  
I portoghesi hanno scelto di partire per le ex colonie: almeno in diecimila si sono stabiliti in Angola e molti altri hanno scelto Mozambico e Brasile. Secondo le stime del governo brasiliano il numero di portoghesi residenti nel paese è passato da 276mila nel 2010 a 330mila.

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