Pensare Globale e Agire Locale

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venerdì 2 dicembre 2011

UNIONE EUROPEA: Grecia, la lunga crisi

Come ha fatto un paese che rappresenta solo il 3 per cento del pil dell'Europa a trascinare l'Unione in una crisi di cui non si riesce a vedere la fine? Come ha fatto un paese che ha organizzato i giochi olimpici del 2004 e la cui popolazione viveva al passo con le ultime mode a ritrovarsi in una situazione di quasi fallimento e costretto a sopportare sacrifici sociali senza precedenti in Europa dalla seconda guerra mondiale? La crisi greca, esplosa alla fine del 2009, non ha ancora finito di stupire e preoccupare.
Il crollo della Grecia rappresenta ormai di uno degli eventi più importanti della storia dell'Unione europea, e solleva problematiche per le quali i leader del vecchio continente non sembrano in grado di trovare una soluzione. La crisi greca mette in dubbio l'architettura comunitaria, dove a un'unione monetaria non corrisponde l'unione politica né un meccanismo chiaro di mutuo sostegno tra i paesi che ne fanno parte. Quando certi europei non vedono perché dovrebbero pagare per gli altri e quando alcuni partiti politici vedono un interesse elettorale nel mostrarsi euroscettici, la costruzione europea perde di significato. Il modello sociale continentale, basato su uno stato assistenziale più o meno sviluppato, potrebbe subire una trasformazione radicale sotto i colpi del rigore imposto alla Grecia, ma allo stesso tempo potrebbe diventare un modello anti-crisi per gli altri paesi.
Resta il fatto che i più coinvolti sono gli stessi greci, che da un momento all'altro hanno dovuto imparare a vivere con molto meno e senza prospettive chiare, sono stati costretti a vedere il loro governo vendere aziende e beni pubblici per finanziarsi e hanno dovuto riconsiderare il loro rapporto con lo stato, troppo spesso basato sui piccoli compromessi con la legge.

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