Pensare Globale e Agire Locale

PENSARE GLOBALE E AGIRE LOCALE


sabato 10 dicembre 2011

UNIONE EUROPEA: venerdì nero?

Per la prima volta dall'inizio della crisi del debito, la Grecia non è stata al centro delle discussioni del Consiglio europeo. Ma con la riforma dei trattati, le cui basi sono state poste nella notte tra l'8 e il 9 dicembre, "la Grecia è minacciata direttamente di essere esclusa dalla nuova Europa. Atene sarà la prima vittima, ma non l'ultima", il vertice ha rivelato due aspetti.
Innanzitutto un'ambiguità istituzionale lampante. Gli stati membri si sono messi d'accordo per avviare riforme radicali. L'Europa cambia pelle e si prepara a imporre sanzioni. Il secondo aspetto è la nascita di un forte sentimento di paura. Per la prima volta da più di mezzo secolo, lo spazio europeo non è più terreno fertile per le speranze, ma un luogo di timore e preoccupazione per tutti gli stati membri.

Il Regno Unito torna all’isolamento

David Cameron ha voltato le spalle all'integrazione europea, e i commenti della stampa britannica non si sono fatti attendere. Secondo il commento di Michael White sul Guardian, "questo è un giorno sinistro".  
Sembra sia arrivato il temuto Big One, il giorno in cui il governo di Londra pone il veto su un importante cambiamento dell'Ue e si ritira ai margini dell'Unione, ponendo fine a una politica più o meno coerente portata avanti per 50 anni.  
Secondo White il Regno Unito è tornato a rintanarsi nel suo "splendido isolamento", come ai tempi dell'impero del XIX secolo. "Ma l'isolamento di oggi è splendido o misero? È per il meglio o per il peggio?"
Ancora non sento il suono dei tappi di champagne degli euroscettici britannici. Attento a cosa desideri, dicono i saggi. Che succederà domani? L'Europa, con tutte le sue follie e i suoi errori, ha fatto da capro espiatorio per debolezze che in realtà erano le nostre. Forse ora ci troveremo nuovamente davanti questa imbarazzante verità, e ci ricorderemo che è esattamente per questo motivo che siamo entrati a far parte dell'Ue.

Goodbye Britain
Presseuro
"L'Europa a 27 è finita", titola le Monde dopo l'accordo raggiunto al vertice di Bruxelles tra i 17 paesi dell'eurozona più altri 6 paesi dell'Unione europea.
Davanti al "bluff" di David Cameron, che ha minacciato di porre il veto su qualsiasi proposta di riforma dei trattati europei, i 17 dell'eurozona, "stanchi di aspettare, hanno deciso di serrare i ranghi senza di lui, per cercare di frenare la crisi che ha sconvolto l'unione monetaria: da oggi fino a marzo 2012, i 17 negozieranno un trattato inergovernamentale – una scelta fortemente voluta da Sarkozy – per concretizzare la svolta verso la disciplina di bilancio richiesta da Angela Merkel", scrive il quotidiano francese.  
Secondo Le Monde l'accordo, che consentirà la riforma del trattato che regola il funzionamento dell'Europa dei 27, costituisce  
una svolta cruciale, che consacra l'emergere di un'Europa a due velocità, da cui il Regno Unito rischia di allontanarsi a vantaggio dello zoccolo duro: l'eurozona pilotata – bene o male che sia –  da Parigi e Berlino, le due principali economie dell'unione monetaria.
Per Le Monde l'esclusione del Regno Unito, per quanto dolorosa, è una decisione salutare e tutto sommato logica:  
I britannici non credono all'idea Europa. Sono estranei a un progetto temporaneamente in bonaccia, ma che a noi continua a sembrare più essenziale che mai: forgiare un'entità singola che possa esistere come tale tra le altre potenze del XXI secolo.  
Non è il momento di di lamentarsi di quanto sta accadendo a Bruxelles. Ci siamo liberati di un'ambiguità. In fondo i britannici, entrati nel 1973 in quella che era ancora la Comunità economica europea, sono interessati soltanto da un aspetto: il mercato unico. Il resto del progetto europeo li lascia indifferenti, se non ostili. 


Repubblia Ceca: Dentro o fuori dall’Europa?
"L'Ue è morta, viva la nuova Ue. Ma dove sono i cechi?", si domanda Hospodářské Noviny a proposito del vertice europeo iniziato a Bruxelles l'8 dicembre. Il messaggio del summit è chiaro: la Germania ha imposto ciò che voleva, il Regno Unito è pronto a uscire dall'Unione europea e la Repubblica Ceca e la Svezia si sono riservate il diritto di consultare i loro parlamenti nazionali prima di aderire al trattato a 23 paesi che istituisce la disciplina di bilancio, constata il quotidiano di Praga.
Considerato l'attuale dibattito sull'integrazione europea in Repubblica Ceca, Martin Ehl evidenzia il rischio che la maggioranza possa sostenere la posizione euroscettica del presidente Václav Klaus. Tuttavia l'interesse del paese, che dipende economicamente dalla Germania, è quello di "essere presente, non di mettere i bastoni tra le ruote e di restare tagliato fuori, sottolinea Ehl.
Presto o tardi la realtà economica convincerà i politici cechi a riconsiderare il loro atteggiamento 'europrudente', perché non sarà più possibile comportarsi come un free rider che approfitta della situazione. La Repubblica Ceca ha due scelte: ritrovarsi isolata economicamente e politicamente come l'Ungheria […] o salire sul treno della futura prosperità europea.

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