Pensare Globale e Agire Locale

PENSARE GLOBALE E AGIRE LOCALE


domenica 8 gennaio 2012

EURO/SPAGNA: L’ultimo rifugio della peseta

Per reagire alla crisi i commercianti di un villaggio della Galizia hanno deciso di accettare di nuovo la vecchia moneta nazionale. E i clienti, attirati dai prezzi allo stesso tasso di cambio utilizzato al momento del lancio dell'euro, arrivano numerosi.
 
Solo il giorno prima Ana Perez, estetista nella piccola cittadina di Salvaterra de Miño in Galizia, nel nord-ovest della Spagna, ha visto arrivare nel suo negozio una cliente con le tasche piene di pesetas. "Ne aveva 30mila – l'equivalente di 180 euro – ne ha spese 20mila per comprare tre profumi, uno per lei e due da regalare", dice allegra la ragazza.
Martedì 27 dicembre la giornata è ancora calma, ma da quando il primo ottobre è cominciata questa curiosa operazione "Peseta", che dà la possibilità di comprare tutto o quasi a Salvaterra con la vecchia moneta nazionale, la signora Perez vede arrivare clienti di tutto il paese. Adesso hanno cominciato a contattarla anche i collezionisti, per chiederle se per caso ha delle vecchie banconote del 1949.
Come la signora Perez, l'ottica Sandra Ameijeira Rivas, la venditrice di elettrodomestici Fina Rodriguez e l'ex parrucchiera e attuale responsabile di un bar-ristorante Montse Ledo e la cinquantina di commercianti di Salvaterra che partecipano all'evento organizzato dall'associazione Unes hanno ritrovato il sorriso.
L'operazione "Peseta" ha portato un po' di luce a Salvaterra de Miño. Il villaggio, immerso nelle nebbie della Galizia, sulle rive del fiume Miño, soffre la concorrenza dei negozi della attraente cittadina portoghese di Monçào, distante sole poche centinaia di metri. Basta infatti attraversa un ponte per andare nel supermercato Continente, in Portogallo.
Per la signora Perez, il cui fidanzato è disoccupato da un anno, l'operazione che le ha permesso di mettere da parte 300mila pesetas ha rappresentato una boccata di ossigeno. Il suo negozio, aperto nel giugno 2008, si trascinava piuttosto stancamente. Ex estetista a Vigo, la grande città della regione distante una ventina di chilometri, voleva mettersi in proprio e pensava che Salvaterra de Miño sarebbe stato il posto ideale.
La piccola città viveva un vero e proprio boom economico. Si parlava di un faraonico progetto di "pentagono industriale" che avrebbe permesso di ridurre la pressione su Vigo. Un progetto che avrebbe attirato imprese come Mitsubishi e Psa Peugeot Citroën. Gli edifici cominciavano a spuntare per accogliere migliaia di potenziali lavoratori. Il sindaco, Arturo Grandal Vaqueiro, in carica da 30 anni, pensava finalmente di poter dare forma concreta ai suoi sogni di grandezza.
Ma alla fine del 2008 Anna ha saputo che le cose non sarebbero andate come sperava. Almeno non subito. La crisi ha cominciato a far sentire i suoi effetti sulla Spagna. Oggi il pentagono è solo un plastico d'architettura esposto al comune. La costruzione di cinque edifici è rimasta incompiuta. Tutto è bloccato.
Ma grazie alla "Peseta" per qualche tempo tutta la stampa spagnola si è interessata al villaggio. "Il successo ha superato tutte le nostre aspettative", osserva Pablo Pino, presidente dell'associazione di commercianti Unes. L'operazione, che doveva durare solo un mese, è stata rinnovata due volte e adesso si pensa di prolungarla fino al 31 gennaio.
Le pesetas, in monete o banconote a patto che siano state stampate dopo il 1940, possono essere utilizzate per un caffè, un profumo, una televisione e così via, allo stesso tasso di cambio applicato nel 2002, cioè un euro per 166,386 pesetas. I commercianti dispongono di un programma informatico che permette loro di ricalcolare immediatamente i prezzi e dare il resto in euro.
Nessuna malizia
Salvaterra ha già raccolto circa un milione di pesetas. Questa manna, spiegano i professionisti, rappresenta un "bonus" per i commercianti locali. I clienti vengono apposta da Vigo o da ancora più lontano per convertire le monete e le banconote rimaste nelle case di campagna, nei bauli o nei salvadanai dei loro nonni. C'era chi le conservava come ricordo, ma con la crisi la nostalgia si sente sempre meno, spiega Pino. L'idea è venuta ad Ameijeira Rivas, l'ottica, che si è ricordata che la Banca di Spagna aveva calcolato che rimanevano in circolazione più di 1,7 miliardi di euro di pesetas. Nel paese è possibile cambiare le vecchie pesetas senza limiti di tempo, ma gli spagnoli spesso lo ignorano o non hanno voglia di fare chilometri per cambiare la "bionda" in euro.
In questa situazione di crisi dell'Unione monetaria, mentre si parla sempre di più dell'abbandono dell'euro, l'iniziativa di Salvaterra ha comunque un carattere singolare. Mentre quasi il 70 per cento degli spagnoli, secondo un sondaggio del Real Instituto Elcano citato da El País, ritiene che l'euro abbia migliorato di poco o nulla la loro vita, questa offerta evidenzia il forte aumento dei prezzi che ha accompagnato l'euro. Una tendenza che non è stata però seguita dai salari.
Ameijeira Rivas, come tutti i commercianti dell'Unes, nega ogni malizia: "La nostra intenzione era quella di stimolare le vendite, e non far credere che tornare alla peseta sia bello e facile". E anche se mese dopo mese l'operazione continua a essere prolungata, nessuno crede che potrà durare per sempre. "Non ricicliamo le pesetas, le diamo alla Banca di Spagna", precisa Pino.  
(Claire Gatinois 6 gennaio 2012 Le Monde Parigi)

Nessun commento:

Posta un commento