Pensare Globale e Agire Locale

PENSARE GLOBALE E AGIRE LOCALE


mercoledì 22 febbraio 2012

PSI: Fare gli struzzi non risolve i problemi dei socialisti

L’opinione di Franco Bartolomei, membro della segreteria nazionale del PSI
L’irritazione del segretario del partito di fronte alla proposta di modifica della legge elettorale illustrata dal PD alla delegazione socialista rappresenta, purtroppo, la tardiva presa d’atto della fine della illusione di poter giungere al voto con un sistema elettorale in cui fosse ancora possibile riproporre con buone possibilita’ di successo una lista autonoma del PSI.
Il partito si viene ora a trovare nella condizione di dover subire un accordo dei maggiori partiti finalizzato a precludere alle forze più piccole un adeguato spazio di rappresentanza parlamentare,, ed in particolare deve subire la riproduzione del vecchio gioco del PD di mascherare la propria crisi di rappresentatività e di proposta politica puntando su un sistema elettorale che sbarra la via ad ogni possibile alternativa a se’ all’interno della sinistra riformista.
Purtroppo non aver puntato al congresso di Fiuggi del PSI su una grande proposta unitaria di superamento delle attuali rappresentanze politiche del centro-sinistra (PSI, PD, SEL) per costruire un nuovo grande soggetto politico, espressione diretta nel nostro paese dello schieramento socialista europeo, si e’ dimostrato un errore enorme.
Una occasione mancata che consente ora al PD di poter concentrare, favorito dalla crisi del sistema dei partiti, la propria azione sul terreno ad esso ben piu’ favorevole delle formule elettorali , evitando che il dibattito politico, per merito di noi socialisti ,potesse essere spostato sul tema ben piu’ urgente e decisivo per il mondo del lavoro e della produzione, e per le classi subalterne, della costruzione nel nostro paese di una nuova grande forza Socialista.
Una nuova forza unitaria attorno a cui riorganizzare una nuova sinistra di governo, libera da condizionamenti e contraddizioni, in grado di guidare il paese fuori dalla crisi attraverso un nuovo modello di sviluppo economico, ed un nuovo progetto di rinascita democratica e civile della societa’ e dello stato.
Era prevedibile che il punto di approdo della crisi del sistema politico sarebbe stato questa doppia riforma costituzionale ed elettorale, destinata ad azzerarci politicamente all’interno di una complessiva riorganizzazione e semplificazione delle rappresentanze politiche , finalizzata a realizzare un assetto del sistema di governo istituzionalmente piu’svincolato dal momento del controllo politico, e piu’ funzionale ad una integrazione sovranazionale dei processi decisionali reali.
Non aver previsto questo esito rappresenta una grave responsabilita’ politica a carico del gruppo dirigente del partito, non una semplice svista.
Da tempo nel partito abbiamo posto all’attenzione del dibattito tra i compagni questo probabile esito, cosi come da tempo andiamo sostenendo che pensare di poter votare con il porcellum e fare la quarta lista in grado di essere recuperata sotto il 2% sarebbe stato solo una illusione , utile solo a non affrontare il problema politico vero che abbiamo di fronte costituito dalla impossibilita’ di continuare a puntare tutto su una nostra autosufficenza identitaria, peraltro appannata dalla suggestione di alleanze liberaldemocratiche come possibile soluzione ai vincoli di sbarramento.
Pensare il risultato delle comunali come elemento risolutivo dei nostri problemi e’ un ‘altra illusione trasmessa al partito, in quanto non saranno certo quei risultati a modificare il disegno di tendenza verso la estrema semplificazione del sistema politico ,che costituisce un obiettivo primario di questo governo oltre il puntuale svolgimento dei “compitini” di politica fiscale, economica e sociale.
La riprova di questo e’ nel carattere costituente che sta ormai assumendo la maggioranza PD, UDC, PDL, che di fatto si e’ formata a sostegno del governo per garantirne la piena operatività fino al 2013.
Quindi evitiamo di fare gli struzzi per non vedere quello che non ci piace, e cominciamo nel partito a discutere di cose ben piu’ serie come le politiche di alleanza che dovremo saper impostare per allontanare le confluenze necessitate  nel PD a cui vorranno costringerci, evitando forme di ridicolo microtrionfalismo che dopo Fiuggi sono diventate purtroppo la solfetta di rito delle riunioni negli organi e dei commenti sugli organi del partito.
Venendo poi a ragionare di prospettive politiche immediate, mi sembra assolutamente evidente che il risultato di Genova rappresenta con grande chiarezza la crisi di entrambe le coordinate d’azione che la maggioranza del PSI si era date come indirizzo della propria azione politica:
1) Sperare in un buon risultato delle nostre liste autonome alle amministrative per contrattare un po’ di spazi per le politiche sullo scacchiere del rapporto tra PD e UDC;
2) puntare su un PD, fortificato dall’appoggio al governo Monti come rifugio elettorale ultimo in caso di introduzione di una legge elettorale con sbarramento invalicabile.
Il risultato di Genova segna la sconfitta di entrambe queste ipotesi di lavoro, e chiama il partito Socialista a scegliere l’unica linea possibile, indicata al Partito al congresso di Fiuggi dalla Sinistra Socialista : quella di collocare il Partito con decisione sulla linea della costruzione di una forza nuova unitaria a sinistra, che deve nascere prima delle politiche dal rapporto unitario tra il PSI, SEL ed il PD come riferimento italiano dello schieramento Socialista Europeo.
Questo implica per il PSI una nuova rete di rapporti con SEL, e  con i nuovi sindaci emersi alle primarie in contrapposizione ai candidati ufficiali del PD ed in sintonia con i nuovi movimenti nascenti, su una linea di aperta contestazione del governo Monti .
Un nuovo schema di alleanze da verificare da subito  per giungere ad alleanze privilegiate alle  prossime amministrative.
La linea dei compagni della FGS che a Genova hanno deciso di sostenere Doria contro la impresentabile Vincenzi può costituire un esempio vincente per il PSI , ed un modo concreto attraverso cui evitare quella ingloriosa confluenza nel PD a cui parte del partito purtroppo guarda da quando il dialogo con SEL e’ stato interrotto. (Franco Bartolomei - Segreteria nazionale del Partito Socialista Italiano)

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