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mercoledì 22 febbraio 2012

SIRIA: Giornalisti uccisi da bombe a Homs. Sarkozy: Assad vattene

I due reporter, l'americana Colvin e il francese Ochlik, uccisi nei bombardamenti delle forze siriane

Parigi, 22 feb.- In Siria si continua a morire sotto le bombe e stavolta insieme ai civili hanno perso la vita due giornalisti occidentali: l'americana Marie Colvin e il francese Remi Ochlik. Dura la risposta del presidente Nicolas Sarkozy: il regime di Bashar al-Assad "deve andare via".

I fatti di oggi "mostrano che il regime deve andare via e che non c'è alcuna ragione per cui i siriani non debbano poter vivere la loro vita, e scegliere il loro destino liberamente", ha detto Sarkozy.

I due reporter sono morti nel bombardamento di Homs, città simbolo della ribellione anti-Assad, da parte delle forze di sicurezza governative. Colvin, lavorava per il Sunday Times ed era considerata una veterana tra i giornalisti di guerra. Il fotografo francese Ochlik aveva vinto l'edizione 2012 del World Press Photo per la categoria general news con un ampio reportage sulla rivoluzione libica.

Colvin e Ochlik si trovavano in una casa nel quartiere di Baba Amr, usata dagli attivisti come media center. L'edificio è stato bersagliato da un colpo di artiglieria delle forze di sicurezza siriane, e nell'esplosione almeno altri tre giornalisti stranieri sono rimasti feriti.

Meno di una settimana fa era morto un altro giornalista, Anthony Shadid, corrispondente del New York Times, a causa a quanto pare di un forte attacco d'asma, mentre stava rientrando in Turchia dalla Siria, dove era rimasto quasi una settimana in incognita.

A gennaio il giornalista francese Gilles Jacquier era rimasto ucciso in un attacco durante una visita organizzata dal governo di Damasco. Lo scorso novembre era morto un cameraman freelance, Ferzat Jarban, mentre un altro cameraman, basil al-Sayed, era morto alla fine di dicembre. All'inizio di febbraio è invece morto sempre a Homs un giovane giornalista freelance locale che lavorava per il Guardian, l'Afp e altre testate, di nome Mazhar Tayyara.

Il Consiglio nazionale siriano (Cns), principale organizzazione dell'opposizione siriana, ha chiesto alla comunità internazionale di costituire una "zona di protezione" in Siria, e ha esortato la Russia a convincere Damasco ad autorizzare il passaggio di convogli umanitari.

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