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mercoledì 15 febbraio 2012

SPAGNA: Congresso del PSOE

Rubacalba eletto segretario del PSOE (Partido Socialista Ovrero Espanol) con pochi voti di distacco da Carmen Chacon: “Prima di tutto la Spagna”

Siviglia - Tre giorni di congresso per un risultato quasi alla pari: 49% a 51%, ma 22 voti fanno la differenza tra Carme Chacón che ne ottiene 465 e Alfredo Rubalcaba che, ottenendone 487, si costruisce un gruppo dirigente molto fedele, concedendo assai poco alla sua antagonista.
Lo stesso era avvenuto nel 2000 con Zapatero vincitore su Bono per 8 voti. Allora il partito ripartì unito e dopo dodici anni Zapatero, non potendo ringraziare tutti -“sarebbe una lista troppo lunga”-, ringrazia una sola persona, Bono, per la sua lealtà che ha consentito al partito di restare unito e vincere due elezioni, nel 2004 e nel 2008. Si ripeterà la storia di collaborazione? Forse.
Fino all’apertura delle urne, l’incertezza ha dominato il congresso di cui sono stati protagonisti i circa mille delegati (58%) e delegate (42%) e i quasi 16.000 emendamenti alle tesi unitarie, base di discussione dei congressi territoriali. Ne sono stati ammessi 10.000, dopo un processo di analisi e aggregazione che li ha ridotti a 12.4000; le tesi originarie ne sono uscite modificate.
Le primarie: alle primarie per le teste di lista nelle elezioni nazionali parteciperanno non solo i 222mila militanti, ma anche i 280mila simpatizzanti. Si studieranno meccanismi per applicare la stessa formula per quelle regionali. Il segretario nazionale invece continuerà ad essere eletto nel congresso dai delegati e non direttamente dagli iscritti, come era stato invece richiesto dai sostenitori di Carme Chacón e rifiutato da Alfredo Rubalcaba.
Più laicità: principio sostenuto da entrambi i candidati nei loro discorsi prima del voto e previsto da numerosi emendamenti. Paese laico con tutte le conseguenze del caso, a partire dalla revisione degli accordi del 1979, la difesa di una maggiore neutralità negli spazi pubblici e pari trattamento fiscale per tutte le confessioni religiose.
Voto a 16 anni: si decide di ... discuterne, mentre non si affronta il tema della modifica della legge elettorale per renderla più proporzionale. Fuori dalle liste i condannati per reati di corruzione, non gli imputati, come invece era avvenuto per le candidature della scorsa campagna elettorale.
Incompatibilità tra incarichi pubblici e incarichi di partito sintetizzata nello slogan: "un puesto para cada persona; una persona para cada puesto". E’ una decisione che dovrebbe comportare un terremoto nel partito, visti i numerosi casi di dirigenti con incarichi sia istituzionali sia di partito.
Infine una raccomandazione per le elezioni nazionali: teste di lista più equilibrate per presenze maschili e femminili. E’ un impegno - “si lavorerà per ...” - non una regola. Nonostante le candidature siano obbligatoriamente paritetiche, lo squilibrio a favore di quelle maschili nelle teste di lista - le liste sono bloccate, senza preferenze - ha come conseguenza lo squilibrio nel risultato elettorale: più uomini che donne in parlamento, così come più delegati che delegate al congresso. Lo ha segnalato come dato negativo il nuovo segretario che, parlando della necessità di un partito più femminista, ha citato Pablo Iglesias, fondatore del PSOE nel 1879, secondo il quale “l’emancipazione delle donne merita più attenzione perché maggiore è la loro schiavitù”.
La nuova strategia del partito, all’opposizione dal novembre scorso, ma determinato a vincere le elezioni regionali che si terranno in Andalucia e in Asturias il 25 marzo, è quella di un’opposizione utile, utile alla Spagna per uscire dalla crisi. Per questo Rubalcaba ha parlato di opposizione disponibile ad accordi quando serva al Paese, pur se capace di dissentire quando convinta che il governo stia sbagliando, pronta allo scontro, anche duro, nel caso di politiche inaccettabili.
Il governo di Rajoy ha avuto tanta fretta, troppa, nel cancellare in trenta giorni quello che è stato costruito in trent’anni. Non si può assecondare il populismo nella riforma del codice penale, come propone il ministro della giustizia Gallardón, cancellare le lezioni di cittadinanza nelle scuole, modificare in modo più restrittivo la legge sull’interruzione della gravidanza e proibire la pillola del giorno dopo.
Il PP spagnolo ha tanta fretta di cancellare, ma è lento nel fare, come dimostrano le vicende dell’approvazione della legge di bilancio nazionale: a fronte della richiesta della UE di approvare la Finanziaria con rapidità, Rajoy ha preferito accogliere la richiesta di Javier Arenas, leader dei Popolari andalusi, di posticiparne l’approvazione a dopo le elezioni regionali. La motivazione è chiara: non mostrare la faccia dura e impopolare delle misure del governo Rajoy. Il commento di Alfredo Rubalcaba è implacabile: l’interesse del PP a vincere le elezioni regionali andaluse viene prima dell’interesse del Paese, questa è la differenza tra PP e PSOE.

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