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giovedì 22 marzo 2012

Bielorussia: Lukashenko ha ancora amici a Bruxelles

Nonostante la crescente brutalità del governo di Minsk, Slovenia, Lettonia e un gran numero di ong si stanno spendendo per limitare le sanzioni Ue contro alcuni dei suoi personaggi più sinistri.
Nikolaj Nielsen 20 marzo 2012 euobserver.com Bruxelles
Questa settimana i diplomatici discuteranno i nomi da includere nella lista delle sanzioni alla Bielorussia in occasione del vertice dei ministri degli esteri in programma a Bruxelles venerdì 23 marzo. Secondo EUobserver l'elenco provvisorio comprende l'oligarca Yuriy Chizh, diverse compagnie controllate da un altro milionario del regime, Vladimir Peftvev, e un diversi alti funzionari.
Peftivev ha già subìto il bando dai visti e il congelamento dei suoi beni e di tre delle sue aziende, contro cui si è appellato presso la corte europea in Lussemburgo. “Non avete idea di quante [persone] sono passate di qui”, ha dichiarato un funzionario Ue a proposito della fila di ong, diplomatici e compagnie che nelle ultime settimane hanno perorato la causa di Peftiev. Il funzionario, insieme ad altre fonti come Ales Michalevic, dissidente fuggito dalla Bielorussia l’anno scorso, è convinto che Peftiev abbia offerto un milione di dollari a chiunque riesca a far cancellare il suo nome dalla lista nera dell’Ue.
“Non ho visto alcuna prova a sostegno del fatto che Peftiev dev’essere su quella lista. Sono la polizia, il Kgb e i giudici che dovrebbero farne parte”, ha dichiarato un esponente di una ong “anti-Lukashenko” con sede a Praga. Un’altra organizzazione simile con base a Bruxelles ha inviato una lettera all’Ue con i nomi di 25 persone – incluso Peftiev – che sarebbero state inserite erroneamente nella lista delle sanzioni.
Abbiamo deciso di non pubblicare i loro nomi, perché è possibile che chi ha redatto la lista abbia subito forti pressioni. EUobserver ha inoltre contattato lo studio legale lituano Lawin, che rappresenta Peftiev presso la corte europea. Lo studio ha rifiutato di commentare o negare l’ipotesi della ricompensa da un milione di dollari.
Juri Chizh possiede una vasta gamma di aziende di settori diversi, dal petrolchimico ai centri benessere passando per le bevande analcoliche, molte delle quali sono attive nei paesi dell’Unione europea. Il gruppo controllato da Peftiev ha contorni più inquietanti. Il miliardario è azionista di maggioranza e amministratore delegato di Beltechexport, principale produttore di armi del paese.
L’azienda fabbrica aerei, veicoli corazzati e armi varie, ma il suo ruolo principale è quello di fare da intermediario tra i produttori di armi russi e i dittatori in Africa, Asia centrale, Sudest asiatico e America latina. Secondo fonti statunitensi l’azienda ha venduto armi all’Iran e alla Corea del Nord. “Se la Russia fosse costretta a vendere le armi direttamente ai regimi, violando l’embargo internazionale, sarebbe un’ulteriore colpo per la reputazione di Vladimir Putin. Per questo motivo la Bielorussia funge da intermediario”, spiega Stanislav Shushkevich, ex capo di stato bielorusso.
Peftiev controlla anche l’operatore telefonico Beltelcom, la società di marketing Sport-Pari (insieme al figlio di Lukashenko, Dmitri) e possiede una quota rilevante dell’internet provider nazionale Delovaya Set. Secondo i diplomatici Ue la Lettonia si è ormai unita alla Slovenia per cercare di proteggere Peftiev. I due paesi sono pronti a sottoscrivere le nuove sanzioni soltanto se le compagnie del miliardario bielorusso che fanno affari con le aziende slovene e lettoni saranno escluse dalla lista.
Tra le altre cose, Peftiev sta collaborando con la compagnia slovena Riko Group nella costruzione di un hotel di lusso e di alcune sottostazioni elettriche, per un valore complessivo di 157 milioni di euro. I lobbisti di Peftiev sostengono che l’Ue sbaglia nel descriverlo come uno sponsor finanziario del regime. Ma è difficile crederci, considerando che in Bielorussia il 70 per cento dell’economia è controllata dallo stato.
Joerg Forbrig, esperto di questioni bielorusse del German Marshall Fund, è convinto che il benessere di un intero paese di 10 milioni di abitanti sia controllato da una cerchia ristretta composta da fedelissimi di Lukashenko. “È molto probabile che Peftiev faccia affari con l’Ue al di là delle compagnie che gli sono attribuite”, spiega.
La scorsa settimana il regime ha giustiziato due giovani, Vladislav Kovalev e Dmitri Konovalov, accusati di aver piazzato una bomba nella metropolitana di Minsk. Molti sono convinti che i due fossero innocenti. In un’altra vicenda, che sarebbe ridicola se non fosse tragica, il trentasettenne Syarhey Kavalenka è stato ricoverato in ospedale a causa di uno sciopero della fame. Il suo crimine è stato quello di piazzare una bandiera dell’opposizione in cima a un albero di natale.
Scambio di prigionieri
Un diplomatico Ue ha dichiarato che le esecuzioni non hanno cambiato di una virgola la posizione di Lettonia e Slovenia. “E comunque tutti sanno com'è fatto il regime”, ha spiegato. Secondo il diplomatico la decisione sulle sanzioni dovrà essere presa dai ministri degli esteri venerdì, perché i negoziati non stanno portando a nulla.
Lukashenko ha deciso di farsi beffe delle sanzioni Ue. Tuttavia le limitazioni imposte da Bruxelles sono un forte deterrente per gli investitori stranieri in un momento particolarmente difficile per l’economia bielorussa, e danneggiano i piani di Lukashenko di trasformare il paese in uno snodo per le importazioni e le esportazioni dell’Ue.
Un alto funzionario europeo ha dichiarato che gli emissari di Lukashenko cercano costantemente di barattare prigionieri politici in cambio di concessioni da parte dell’Ue. Ma nessuna sanzione potrà cancellare la fine di Kovalev e Konovalov. 
Se Chizh e Peftiev la passeranno liscia, gli altri paesi dell’Ue potrebbero far pagare un prezzo politico a Lettonia e Slovenia. “Saranno ritenuti pubblicamente responsabili per le loro decisioni”, spiega un diplomatico.


Diplomazia : Minsk ha imparato come trattare con l’Ue
A metà marzo gli ambasciatori dell’Unione europea sono stati richiamati da Minsk, e le relazioni bilaterali si stanno avvicinando alla soglia critica, scrive New Eastern Europe. Il bimestrale sottolinea che ciò
potrebbe provocare la totale scomparsa dell’influenza Ue in Bielorussia e l'inizio di una nuova politica dell’Unione nei confronti del paese. Il Consiglio Ue ha avuto qualche problema con l’introduzione delle nuove sanzioni alla Bielorussia, il che dimostra chiaramente che Minsk ha lavorato bene e ha imparato come utilizzare la diplomazia seguendo il manuale di Mosca. I principi sono semplici: agisci lentamente ma non dimenticare i tuoi obiettivi; non agire globalmente ma scegli ambiti locali; ricorda che l’Ue non ha un’unica politica estera; cerca sempre di trovare i punti deboli, come i paesi più interessati a fare affari che a mostrare solidarietà.
Gazeta Wyborcza nota invece che la brutale esecuzione dei presunti responsabili dell’attentato alla metropolitana di Minsk, avvenuta il 17 marzo, mostra che la crudeltà di Lukashenko “è più forte del cinico calcolo politico”, e il suo potere si basa sul terrore e sull'intimidazione dei cittadini:
La Bielorussia sta scivolando verso lo stallo economico. In cambio di prestiti è costretta a vendere le sue migliori compagnie ai russi. La popolarità del presidente è in calo, e aumenta la frustrazione sociale.

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