Pensare Globale e Agire Locale

PENSARE GLOBALE E AGIRE LOCALE


venerdì 30 marzo 2012

ITALIA: C’è chi tira la corda e chi la cinghia, Casini dà il buon esempio, gli altri chissà

In campagna elettorale tutto è concesso. Anche spogliarsi pubblicamente di quei privilegi - autoblu, uffici, personale – dei quali godono gli ex presidenti della Camera e che tanti mal di pancia continuano a sollevare nei milioni di cittadini che lottano con la cassa integrazione, con buste paga sempre più leggere o peggio con licenziamenti più o meno giustificati. Dare il buon esempio, si sa, non fa mai male se non a quanti non hanno il coraggio di fare lo stesso. Non diciamo di meglio. Così va la vita in campagna elettorale. C’è chi tira la corda e chi invece tira la cinghia. Chi spende e spande con i soldi del Mezzogiorno, quei fondi Fas per lo sviluppo che a tutto son serviti tranne che per dare una spinta al Meridione con una marcia in meno. E chi invece fa un gesto che, di questi tempi, è politicamente scorretto per davvero.
CASINI DA’ IL BUON ESEMPIO – A premere sull’acceleratore è invece Casini che ha annunciato di rinunciare, da subito, a ogni benefit connesso allo status di ex presidente della Camera. Dopo la decisione dell’Ufficio di presidenza di ieri (che protrae i benefici per altri 10 anni), il leader Udc ha scritto una lettera a Gianfranco Fini nella quale scrive: «Ho avuto il privilegio di guidare la Camera dei deputati dal 2001 al 2006 e ritengo di averla servita con onestà ed equilibrio, come da più parti mi e’ stato riconosciuto. Ho preso atto delle decisioni assunte ieri, a maggioranza, dall’Ufficio di Presidenza in relazione allo status degli ex Presidenti. Ringrazio Lei ed i colleghi ma Le comunico- dice Casini- che non intendo avvalermi della delibera e rinuncio, con effetto immediato, ad ogni attribuzione e benefit connessi a questo status».
IDV E LEGA, PRIMA SI OPPONGONO E POI DANNO LEZIONI DI MORALITA’ – Ma intanto va ricordato che il Senato, poche settimane fa, era stato più rigoroso e aveva dato lo stop dopo dieci anni dalla cessazione dall’incarico. Senza alcuna eccezione. A Montecitorio, invece, la strada scelta è stata diversa. E la cosa ha provocato la spaccatura dell’ufficio di Presidenza. Il provvedimento è passato ma con cinque voti contrari: oltre a Dussin (Lega) e Mura (Idv) anche quelli dei pidiellini Leone, Fontana e Milanato. Anche il vicepresidente Lupi (Pdl) ha votato no, per alzata di mano, sebbene il suo sesto non sia stato registrato a verbale. Ironia della sorte proprio da Lega e Idv, gli stessi che avevano votato contro il provvedimento di austerity, si sono levate critiche e moniti ai colleghi di Casini a seguire il buon esempio. Su twitter il deputato della Lega Giacomo Stucchi, componente dell’ufficio di presidenza della Camera ha cinguettato: «Casini rinuncia da subito ai benefits come ex Presidente della Camera? Sai che rinuncia…sono gli stessi di cui gode come capogruppo Udc!». In campagna elettorale ci si mette la faccia, per quanto tosta sia.
I PRIVILEGIATI – Ieri l’Ufficio di presidenza della Camera aveva deciso, a maggioranza, di eliminare le agevolazioni a vita concesse alle ex terze cariche dello Stato, con una eccezione: per chi era stato rieletto nell’attuale legislatura, o in quella precedente, la concessione di uffici, auto di servizio e segreteria nel Palazzo, sarebbero stati prorogati per altri 10 anni. In questa casistica rientravano Violante, Bertinotti e appunto Casini. Mentre gli altri due ex presidente ancora in vita, Ingrao e Pivetti, avrebbero cessato di avere ogni benefit terminata la legislatura corrente. «E’ un bene che Casini rinunci da subito ai suoi privilegi di ex presidente della Camera che una pessima decisione presa ieri gli avrebbe assicurato» dice, in una nota, Antonio Borghesi, vicepresidente dell’Idv regalando una lezione di strabismo politico da manuale. «Ci attendiamo ora – aggiunge Borghesi – che uomini di sinistra come Bertinotti e Violante facciano altrettanto e che Fini dichiari fin d’ora di rinunciarvi al termine del mandato. Solo così, forse, potrà essere posto rimedio a quanto di vergognoso ha stabilito ieri la Camera». A questo punto non resta che aspettare. Magari Violante e Fausto Bertinotti ci penseranno su al termine di questa faticosa giornata politica. La notte, si sa, è consigliera. ‘Mala tempora currunt’ alla Camera dei deputati per gli ex presidenti.(Lucio Filipponio)

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