Pensare Globale e Agire Locale

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sabato 24 marzo 2012

ITALIA: ddl lavoro

Camusso attacca Fornero: Su riforma lavoro lacrime di coccodrillo
Ministro: No ragioni tensioni sociali. Cgil: avanti con sciopero
Cernobbio, 24 mar.  - E' scontro tra il ministro del Welfare, Elsa Fornero, e la leader della Cgil, Susanna Camusso, sulla riforma del mercato del lavoro. Tra le due donne più alla ribalta in queste ore, dopo il via libera del governo al disegno di legge che modificherà le regole sul lavoro e gli ammortizzatori sociali, al forum di Confcommercio a Cernobbio sono esplose scintille a distanza. Fornero ha difeso la riforma "equilibrata" e si è detta "rammaricata che non sia stata condivisa". Ma per Camusso si tratta solo di "lacrime da coccordillo", tanto più che il ministro "aveva tutte le condizioni per non doversi rammaricare".

Un botta e risposta acceso che ha visto il ministro e la leader della Cgil affrontarsi senza esclusione di colpi. "C'è stata una concordia ricercata - ha detto Fornero - senza mai esasperare i toni", per una riforma che ha raggiunto un punto di equilibrio tra "punti di vista diversi, diverse prospettive e interessi".

Nessuno ha calpestato diritti sull'articolo 18. Secondo la titolare del Welfare non c'è stato "un cambiamento che travolge i diritti, che calpesta i diritti. Non è un motivo per creare gravi tensioni sociali". Quello che il governo ha fatto è funzionale solo a "piccoli aggiustamenti di manodopera" per le imprese. Ma la valutazione stride con quella che della riforma ha dato il segretario generale della Cgil che ha parlato invece di tensioni che continueranno ad esserci perchè i diritti sono stati lesi.

La Cgil ha confermato le 16 ore di sciopero annunciate e anzi secondo Camusso bisognerà "rafforzare la decisione presa" perchè i diritti dei lavoratori sono stati intaccati. L'onere della prova con la riforma dell'articolo 18 spetterà ai dipendenti nel caso vogliano dimostrare l'illegittimità dei licenziamenti economici. Un capovolgimento delle attuali regole. "E' molto discutibile - ha detto Camusso - che non siano intaccati i diritti. Se si sancisce che c'è un licenziamento illegittimo bisogna trovare una sanzione che ripristini la giustizia che è stata violata".

Non c'è alcun dubbio inoltre per la leader sindacale: le nuove norme non creeranno occupazione. Se infatti Fornero ha definito la riforma come una "scommessa sul mercato del lavoro per rendere l'economia italiana maggiormente attrattiva rispetto a disinvestimenti" e più attrattiva per nuovi investimenti, Camusso non ci sta. La riforma del mercato del lavoro "non crea un posto di lavoro che sia uno". Non contribuisce alla crescita. "Non è vero che viene la spinta alla crescita. La crescita la fanno le scelte di investimento e rigorose politiche di indirizzo degli investimenti", ha detto Camusso che ha puntato l'indice contro le divisioni che il governo sta contribuendo a innescare nel paese. Il governo punta a dividere il paese, è stato il giudizio lapidario di Camusso: "Siamo di fronte a un governo che ha scelto una strada che rende dispari i diritti e questo mi sembra l'opposto dell'idea di coesione e di unità del paese".

Monti gela sindacati: Modifiche a ddl lavoro solo da Camere

"Ascoltate troppo le categorie in passato". Alfano e Bersani uniti su possibilità sì definitivo entro estate

Cernobbio (Como), 24 mar. - Nonostante la distensiva colazione di lavoro in riva al lago con Susanna Camusso, il presidente del Consiglio, Mario Monti, ha gelato le aspettative dei sindacati, Cgil in primis, sulle loro speranze di avere voce in capitolo nelle modifiche al ddl di riforma del mercato del lavoro. "Questa strana formula, 'salvo intese' - ha precisato il premier dal forum di Confcommercio - significa salvo intese tra i membri del Governo e il Capo dello Stato. Nessuno si illuda che forze importanti, che abbiamo consultato, ma esterne al governo, possano intervenire per modificarne i contenuti".

Un altolà frutto delle sue convinzioni sulle origini dei tanti "mali" dell'Italia ai quali il suo Governo è stato chiamato a rimediare. Se oggi i politici sperano che i tecnici possano fare cose che la politica in passato non è riuscita a fare per decenni, ha detto a Villa d'Este, è "perché abbiamo ascoltato troppo le categorie in passato". Una valutazione che non vuole però essere un'ingiunzione di resa diretta ai sindacati: "A mio giudizio e a giudizio del mio Governo - ha aggiunto - le parti sociali, senza il cedolino del diritto di veto, sono importanti forse più di prima. Sono corpi intermedi con una funzione essenziale, ma al loro posto".

Chiuso il capitolo del confronto con le categorie, resta però apertissimo quello con i partiti che sostengono il Governo. Al 'tavolo della pace' con Monti e Camusso hanno preso infatti posto anche Angelino Alfano e Pierluigi Bersani, ma una volte separati, non hanno risparmiato bordate reciproche: "Non possiamo accettare che sui licenziamenti cosiddetti economici la monetizzazione sia la sola via d'uscita" ha attaccato il segretario del Pd. "Quello è un elemento basico dal quale non ci muoviamo". Sul fronte opposto il segretario del Pdl ritiene che la riforma, per come è venuta fuori, "penalizzi il governo in seno alla sua capacità di decidere" perché "non c'è un testo, i tempi non sono certi e lo sciopero Cgil non è stato revocato. Se fosse una schedina il risultato sarebbe zero".

L'ex Guardasigilli ha inoltre ribadito che "o si accetta il punto di equilibrio che il governo ha individuato o, se si comincia a lavorare su modifiche, non si può immaginare che avvengano solo sull'articolo 18 e che siano modifiche di un solo colore". D'altro canto Alfano ha anche dato un segnale di ottimismo chiedendo a Bersani e agli altri leader che appoggiano Monti di darsi un obiettivo temporale per il via libera definitivo delle Camere: "Se vogliamo evitare che tutto ciò che è accaduto nelle ultime ore dia l'impressione di intenzioni dilatorie - ha detto Alfano - serve un impegno per concludere il lavoro entro un termine fissato" e anche per Bersani arrivare al traguardo "entro l'estate", come ha auspicato ieri il presidente del Senato Renato Schifani, "è possibile".

Bersani: No tensioni se discussione in Parlamento

Tutti interessati a fare andare avanti riforma

Cernobbio (Co), 24 mar. - Se in Parlamento ci sarà "una discussione e attenta" della riforma del mercato del lavoro, il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, non vede il rischio di tensioni sociali. A margine del forum di Confcommercio a Cernobbio il segretario, a chi gli chiedeva se veda un acuirsi delle tensioni sociali dopo le norme sul mercato del lavoro, ha risposto: "Con una discussione serena e attenta in Parlamento non vedo il rischio di tensioni sociali".

"Siamo tutti interessati - ha aggiunto - a fare andare avanti una riforma che, lo ripeto, contiene elementi positivi".

Alfano: Chiedo patto per ok a riforma entro estate

Indispensabile per non dare idea dilatoria

Cernobbio (Como), 24 mar. - Il segretario del Pd, Angelino Alfano, chiede agli altri leader di partito che sostengono il Governo di impegnarsi ad approvare in Parlamento la riforma del lavoro "entro un termine fissato". Lo ha detto durante il suo intervento al forum di Confcommercio citando, in particolare, l'obiettivo di un via libera delle Camere entro l'estate auspicato ieri dal presidente del Senato, Renato Schifani. "Se vogliamo evitare che tutto ciò che è accaduto nelle ultime ore dia l'impressione di intenzioni dilatorie - ha detto Alfano - serve un impegno per concludere il lavoro entro un termine fissato". Il leader del Pdl ha osservato che i quattro mesi che mancano alla pausa parlamentare estiva, pari a 120 giorni, sono il doppio dei 60 previsti per la conversione in legge di un decreto d'urgenza. "Per non dare l'impressione di stare lì a giocherellare per non concludere poi nulla", ha ribadito, occorre fissare questo termine.

Monti: Situazione non brillante, non ascoltate promesse

"Non si possono fare credibilmente promesse"

Cernobbio, 24 mar.- L'Italia non è in una "situazione brillante" e non si possono quindi fare o ascoltare facili promesse. Lo ha affermato il premier Mario Monti, intervenendo al forum Confcommercio. "Il paese - ha detto Monti - non è in una situazione brillante, nella quale si possano nè fare nè ascoltare credibilmente promesse

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