Pensare Globale e Agire Locale

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venerdì 27 aprile 2012

DON GALLO: «CHI HA I VALORI DEL SOCIALISMO E’ DA ABBRACCIARE. CON DORIA A GENOVA CAMBIERANNO LE COSE»

Marco Doria, il candidato indipendente che alle primarie ha sbaragliato il Pd, adesso punta alla poltrona di sindaco per la città di Genova. A sostenere Doria c’è anche Don Andrea Gallo, la “voce degli ultimi” che guida la comunità genovese di San Benedetto al Porto da oltre quarant’anni. Con l’Avanti!online Don Gallo ha condiviso alcune delle sue ultime riflessioni politiche,  parlando del rapporto travagliato con la Santa Chiesa e di quanto sia complesso scegliere di dar voce a chi solitamente non ne ha.

Perché ha scelto di supportare Marco Doria alle prossime amministrative?
Non conoscevo ancora Marco Doria, poi abbiamo partecipato alla discussione per le primarie, me l’hanno presentato e ho pensato: “Ci siamo, abbiamo colpito nel segno”. Fino agli ultimi 15 giorni nessuno lo dava vincitore alle primarie, eppure ce l’ha fatta. La nostra scelta è con tutti coloro che hanno valori di tolleranza, solidarietà e costituzionalità. Volevamo una persona e un volto che potessero dare fiducia, non l’uomo miracoloso ma qualcuno che facesse sorgere un venticello di nuova politica.


Sa che Doria è appoggiato da una lista del PSI?
Chi riprende i valori del socialismo è da abbracciare subito. I valori non muoiono mai, magari possono cambiare di nome. Sa quante volte ho parlato del presidente Pertini? Quando passava per i paesi, tutti si toglievano il cappello e lo salutavano. Quando i bambini chiedevano: “Chi è quello?”, noi rispondevamo: “Un galantuomo”.


Come mai il Pd non è riuscito a esprimere un suo candidato?
Dopo la nomina del segretario Bersani, abbiamo visto che il Pd  si incrociava in mille correnti, aumentando la distanza tra la gente e i partiti, oltre a perdere di credibilità. A quel punto abbiamo capito che il Pd non poteva presentare un proprio candidato. Non giudico virtù e meriti, ma semplicemente il Pd, con i suoi candidati “prestigiosi”, non ce l’ha fatta. Quando finalmente io ho segnalato dei nomi che conoscevo, il partito continuava a dire: “Noi siamo il partito di maggioranza, i nomi dobbiamo farli noi”. È come un treno che ha bisogno del macchinista. “Ma il macchinista, gli ho detto, non ce lo avete!”. Quando Doria ha vinto le primarie, un notabile del partito mi ha detto: “Ci avete risolto un problema, perché sono emerse tutte le nostre divisioni”. I primi 15 giorni si sono scannati, ormai non li smuove nessuno.


Come si è comportata l’ultima giunta?
La nostra comunità è sul territorio e vive di bisogni reali, concreti. Seguendo quindi da vicino le vicende del comune, abbiamo notato un vertiginoso taglio al lavoro, alla sanità, ai servizi sociali, specialmente negli ultimi tempi. Il Pd non è stato in grado di interpretare una realtà complessa come quella genovese, lo dimostrano il caso Fincantieri e il problema della Moschea. Via via ci siamo resi conto che il cosiddetto centrosinistra, in particolare il Pd, navigava a vista. Dopo un anno di amministrazione fu arrestato il portavoce del sindaco, e noi avevamo sostenuto che in quel momento la giunta, se voleva essere considerata democratica, doveva dare le dimissioni. Eppure non l’ha fatto.


Che idea si è fatto del candidato socialista per le presidenziali francesi Francois Hollande?
In Francia oggi c’è un buon vento: un laboratorio culturale nuovo che fa ben sperare. Ma serve partecipazione se vogliamo che la politica francese non scada in rigurgiti reazionari, di abbandono dei princìpi democratici che ogni tanto ha.


Il cardinal Bagnasco, quindi ufficialmente la Curia genovese, incoraggia il Pdl. Cosa ne pensa?
È la logica del potere. La nostra Chiesa ormai necessita di una totale restaurazione. Continua a sfasciarsi e a perdere fedeli, e intanto il messaggio si sgretola. Scade nella difesa dei cosiddetti “principi non negoziabili” mentre collude segretamente con il potere. Speravo che Bagnasco avrebbe detto qualcosa di concreto e sensato, invece si è perso in chiacchiere. Dopo migliaia di anni la diocesi di Genova nel 2011 non ha avuto un’ordinazione presbiterale, qualcosa vorrà pur dire. E dalla monarchia assoluta del Vaticano vorrebbero punire me perché dico che la Chiesa è sessuofoba?  Ma è la verità. Eretico io? Ma dai!


La Chiesa solitamente come reagisce alle sue iniziative?
Quando mi chiamano non sanno che pesci prendere, perché non ho niente da perdere: non ho nessuna proprietà e, se la Chiesa fosse un esercito, non sarei neanche caporale. Vogliono colpire un soldato semplice? Che lo facciano pure. Dopo però si trovano in difficoltà quando gli faccio ad esempio notare che Gesù è nato, vissuto e morto povero. Non sanno come rispondermi: sono in imbarazzo perché non possono contraddirmi. I Legionari di Cristo, sostenuti dal papato, sono una “lordura generale che supera in bassezza il bunga bunga”. Comunione e Liberazione? Dicano piuttosto “Comunione e Lottizzazione”. Non ce l’ho personalmente con loro, solo mi dà fastidio che si spaccino per cristiani. Vanno a benedire le portaerei, ma siamo matti? Che figuraccia.


Che opinione si è fatto dell’attuale governo?
Sono chierici del neoliberismo. Un tempo l’economia condizionava la politica, oggi invece l’economia fa politica. Stiamo assistendo all’arricchimento progressivo di pochi che si nutrono dell’impoverimento proporzionale degli altri, e questo è inammissibile.

(Raffaele d’Ettorre – Avanti!online)

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