Pensare Globale e Agire Locale

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lunedì 16 aprile 2012

FRANCIA 2012: Hollande sfida l'Europa

Parigi: il candidato socialista convince il popolo di sinistra.
Vincennes, 15 Aprile 2012 - A una settimana dal voto, il 15 aprile, François Hollande e Nicolas Sarkozy - i due principali candidati all'Eliseo - hanno lanciato un appello contro l'astensione e per il voto utile. Insidiati da Jean-Luc Mélenchon a sinistra e Marine Le Pen a destra, si sono sfidati in contemporanea nei due meeting domenicali della capitale.
LA CALMA DI HOLLANDE. François Hollande, in vantaggio nei sondaggi anche per il primo turno, ha vinto la battaglia mediatica, senza cambiare di una virgola la sua postura elettorale: calma, tranquilla, gonfia di umiltà. Anche se non c'erano 100 mila persone a Vincennes (guarda la photogallery), davanti al castello dei re di Francia, per seguire il suo discorso. E non ce n'erano 150 mila in Place de la Concorde, dove ha parlato il presidente uscente Nicolas Sarkozy.
CIFRE GONFIATE. Le cifre date ai media dal Partito Socialista e dall'Ump sono state gonfiate all'inverosimile. Nota stonata in una domenica ventosa e nuvolosa, riscaldata da pochi raggi di sole e vissuta dai parigini con moderato entusiasmo.

«Non può prometterci la luna. Il momento è grave»

«Io 30 anni fa c'ero, quando Mitterrand ha vinto le elezioni», ha raccontato Francis, militante socialista di 60 anni. «Allora c'era ancora trippa per gatti, si potevano fare promesse. Ora è inutile illuderci, abbiamo il peso di 1.700 miliardi di euro di debito pubblico sulle spalle».
L'ECO DI MITTERAND. Quella di Francis è la sintesi perfetta di un discorso elettorale che non è mai cambiato dall'inizio della campagna, e che finora ha premiato Hollande nei sondaggi. Il candidato socialista ha infatti citato François Mitterrand per intero, ripetendo parole pronunciate esattamente 31 anni fa, una settimana prima del voto che portò al potere l'ultimo presidente socialista. «Sono il solo candidato di sinistra in grado di vincere e cambiare il Paese», ha ribadito Hollande, «quindi datemi fin dal primo turno i mezzi per riuscirci. Nessuno ci fermerà».
LA FORZA DI SAPER UNIRE. È questa la forza di François Hollande: saper unire, mettere tutti d'accordo, conquistare fiducia. Pazienza se non sa entusiasmare. «Anche Mélenchon dice belle cose, ma solo Hollande può concretizzarle», ha commentato Martin, 45 anni, elettricista congolese, arrivato da Noisy-le-Grand (banlieue nord) con i suoi due bambini.
«Non può prometterci la luna, il momento è grave. L'importante è che tutti lo seguano, che non ci divida come ha fatto Ségolène Royal», ha aggiunto Raphael, 28 anni.

Trattato fiscale europeo da rinegoziare

Dato che Sarkozy, con la scusa della pioggia in arrivo, aveva anticipato il suo discorso per catturare l'attenzione delle televisioni, François Hollande ha ritardato il suo di 15 minuti: alle 15 e 45 è arrivato sul palco, dove aveva appena parlato l'amato sindaco di Parigi Bertrand Delanoë.
OTTIMISMO PER IL VOTO. «Il sole», ha esordito, «ancora non ci scalda». Ma con ottimismo ha invitato la piazza a immaginare «la felicità che proveremo tra qualche settimana».
RICHIAMO ALL'UGUAGLIANZA. Il discorso è stato un continuo richiamo alla Francia rivoluzionaria, ai valori dell'uguaglianza. Il suo pubblico - non militanti ma parigini veri arrivati sul prato di Vincennes (40 mila persone la capienza massima) per ritrovare una fiamma di speranza - lo ha applaudito, ma con riserva.
«PRUDENZA E SPERANZA CALMA». Perché resiste la paura di perdere di nuovo. E infatti, Hollande ha tenuto toni prudenti: «Sento tra voi una speranza calma, ferma e lucida. Una speranza di giustizia, equità e futuro».
Una frase, più di ogni altra, ha scaldato il pubblico: la promessa di rinegoziare il trattato fiscale europeo. Nicolas Sarkozy, contemporaneamente, dichiarava invece di voler potenziare il ruolo della Bce per favorire la crescita.
Entrambi i candidati si sono allontanati dal modello tedesco, entrambi hanno puntato il dito contro le banche e la finanza indisciplinata. Ma questa rimane materia di sinistra, e i francesi - almeno quelli sul prato di Vincennes -  a Sarkozy non credono più.
«RISPARMI AL SERVIZIO DELLA CRESCITA». «La mia idea è quella di mettere i risparmi dei francesi, sei volte superiori al debito pubblico, al servizio della crescita», ha annunciato Hollande,  «per questo creeremo una banca per gli investimenti pubblici».
Hollande non ha preso quasi mai di mira il suo principale avversario, che come fece Walter Veltroni nel 2008, ha evitato di chiamare per nome.
L'EREDITÀ DI SARKOZY. Ha voluto invece invitare un popolo stanco e disilluso ad andare a votare. E, in secondo luogo, si è proposto di cancellare cinque anni di presidenza Sarkozy che hanno lasciato un debito pesante, 1 milione di disoccupati supplementari, un deficit commerciale da record.

«Sapremo dominare i mercati»

Il socialista ha promesso uno Stato nuovo in cui «chi lavora nella cultura conterà più di un trader, un infermiere più di un azionista». Nessuna paura di fronte ai mercati: «Sapremo dominarli. E di certo ora non si agitano davanti ai sondaggi. Solo il mio avversario si sta agitando».
PROMESSE LOW COST. A parte i 60 mila posti in più nel settore dell'istruzione, le promesse rivoluzionarie sono low-cost: matrimonio e diritto alla paternità per le coppie omosessuali; ritiro delle truppe dall'Afghanistan; diritto di voto agli extracomunitari nelle elezioni municipali.
Il popolo di sinistra ha comunque sognato, e magari Jean Luc Mélenchon, che sabato 14 aprile aveva entusiasmato la spiaggia di Marsiglia, potrà dargli una mano al secondo turno.
GLI INDECISI DELLA GAUCHE. «Sono ancora indecisa», ha ammesso Aurelia, simpatizzante del Front de Gauche, «ma sono qui per provare a farmi convincere. Di certo il suo discorso è migliorato, non è solo anti-sarkozysmo. È concreto».
Francis, il vecchio militante mitterrandiano ha lasciato Vincennes soddisfatto: «È stato un discorso eccellente, c'erano tutti i valori della sinistra. Non sono tempi d'oro, ma sono sicuro che vincerà». (di Nicola Accardo)

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