Pensare Globale e Agire Locale

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venerdì 13 aprile 2012

FRANCIA 2012: Sarkò, sgambetti presidenziali

L'ultimo affondo del presidente francese: Hollande gode di scarsa credibilità internazionale.

Nicolas Sarkozy ha deciso di seguire fino in fondo la strada dell'aggressività nella sua campagna elettorale. Il presidente uscente ha infatto rivolto pesanti accuse al suo rivale socialista, agitando con forza lo spauracchio della crisi di sistema  in caso di vittoria dell'esponente del Ps François Hollande.
VITTORIA PROGRESSISTA, CRISI FINANZIARIA. Mercoledì 11 aprile Sarkò, i suoi ministri e il suo staff hanno presentato a diversi organi della stampa francese un argomento nuovo a svantaggio del principale concorrente nella corsa all'Eliseo. Secondo i neogollisti, la crisi economico-finanziaria verrebbe amplificata da una eventuale vittoria del campo progressista.
La conseguenza è evidente: gli elettori sono chiamati a fare tutto per evitare che tale scenario si avveri, ne va della salvezza del Paese. Indirettamente, il capo di Stato ha tentato non solo di togliere credibilità a Hollande, ma anche di rimettere in questione la legittimità di quest'ultimo a livello europeo e internazionale.
L'UMP E LA PERDITA DELLA TRIPLA A. Questo angolo d'attacco ne richiama un altro, adottato dall'Ump nell'ottobre del 2011. Allora, la presidenza della Repubblica aveva lasciato intendere che in caso di presa di potere dei socialisti, la Francia avrebbe perso la sua tripla A. Peccato che solo poche settimane dopo il downgrade sia stato annunciato dalle agenzie di rating e che l'accusa si sia rigirata proprio contro l'attuale governo. «L'attuazione del programma di Hollande», ha detto Sarkò, «provocherebbe una crisi massiccia di fiducia». 
IL NODO DEI FUNZIONARI STATALI. Poco dopo, sempre durante un suo intervento radiofonico, l'inquilino dell'Eliseo ha dichiarato che «se ricominciamo ad assumere funzionari statali, ricominceremo a spendere, rimetteremo in questione la riforma delle pensioni. L'impennata dei tassi di interesse non è, in questo frangente, un rischio: è una certezza».
Eppure, solo qualche settimana fa, il capo di Stato si era lasciato andare a una previsione ottimistica, affermando che l'Europa era sulla buona strada per svoltare la pagina della crisi finanziaria. Nonostante le stime rosee della presidenza, però, lo spread spagnolo ha continuato la sua ascesa fino a raggiungere livelli giudicati insostenibili nella lunga durata.

Fillon mette in guardia l'elettorato francese contro il voto socialista

Già martedì 10 aprile il primo ministro François Fillon aveva messo in guardia l'elettorato francese contro il voto socialista, che porterebbe, secondo lui, a nuovi attacchi speculativi contro la moneta unica.
In un discorso pronunciato davanti a milleduencento militanti Ump, l'inquilino di Matignon ha lanciato un vibrante monito «forse troverete il mio tono troppo drammatico», ha detto, «come in ogni elezione, ma pensate un attimo alla situazione che si verrebbe a creare se il nostro candidato non venisse eletto».
LA RISPOSTA SECCA DI HOLLANDE. All'unisono con l'attuale ministro dei conti pubblici Pécresse,  Fillon ha anche ricordato che l'attuale maggioranza si è mobilitata «per diversi mesi con l'obiettivo di porre fine a questa enorme speculazione».
Immediate le reazioni degli avversari socialisti. François Hollande, diretto interessato, ha risposto stizzito alle dichiarazioni della maggioranza uscente, girando all'attuale governo la responsabilità dell'instabilità finanziaria degli ultimi mesi.
«Chi è al potere oggi? La destra o la sinistra? A me sembra che Nicolas Sarkozy sia ancora presidente della Repubblica, almeno per qualche giorno» ha detto l'esponente del Ps. «A chi dobbiamo la perdita della AAA? Sappiamo tutti che è il risultato di una gestione disastrosa, di deficit accumulati».
L'OBIETTIVO DEL PAREGGIO DI BILANCIO. Secondo la posizione ufficiale del Ps, «tutta l'ala progressista è d'accordo per dire che politiche incentrate esclusivamente sull'austerity non permetterebbero di raggiungere l'obiettivo del bilancio in pareggio nel 2017». Anche l'ex-candidata socialista Ségolène Royal ha criticato le dichiarazioni di Fillon e Sarkò: «Sono affermazioni inutilmente allarmiste, da fine campagna, alle quali la destra ci ha abituato», ha detto, prima di aggiungere in difesa della sua fazione «le nostre posizioni sono credibili».
ECONOMIA E MERCATI STRUMENTALIZZATI. L'economia, i mercati e la speculazione, grandi protagonisti di questa campagna elettorale, mai erano stati strumentalizzati in questo modo, come ha notato Le Figaro. Ma Sarkozy ha chiaramente detto di non voler cambiare una virgola alle sue dichiarazioni, anzi: si sono moltiplicati i sostegni da parte dei membri del governo.
Hollande, da parte sua, non è apparso oltremodo turbato dalle profezie del capo di Stato e del suo staff, nonostante la gravità delle accuse. Il candidato socialista si è limitato a rispondere punto per punto agli argomenti proposti, come ha sottolineato Les Echos, senza troppa enfasi, contrariamente ai suoi più stretti collaboratori che hanno reagito con veemenza e, in qualche caso, con violenza.
LA DENUNCIA: TROPPA TEATRALIZZAZIONE. Comunque, mentre Ps e Ump si scambiavano battute al vetriolo, gli altri candidati hanno denunciato l'eccessiva teatralizzazione della campagna e l'assenza di proposte concrete. In particolare, come ha analizzato Le Point, la sinistra radicale, appoggiata dal sindacato Cgt,  ha affermato che l'opposizione tra conservatori e neogollisti è solo apparente e non aiuta a evitare i danni della speculazione.
(Paolo Saccò)

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