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giovedì 19 aprile 2012

ITALIA: Casta, sono 35 i ricorsi contro il taglio dei vitalizi

Pensione rimandata a 65 anni. La Camera: «Sacrifici per tutti».

Guai a chi tocca i nostri vitalizi. La ribellione contro i tagli arriva da 35 onorevoli della Camera che hanno fatto ricorso contro le norme che da gennaio danno una stretta alle pensioni dei parlamentari. Sostengono che non gli si può negare di godere delle vecchie, e più generose, regole su cui avevano fatto affidamento.
CONTRIBUTO A TAGLIARE LE SPESE. Gli avvocati della Camera però nrispondono che «i tagli nascono dall'esigenza di dare un contributo al contenimento delle spese del Paese». E perciò i ricorsi devono essere rigettati. Tutti. La sentenza dovrebbe arrivare entro venti giorni. A pronunciarsi sarà il Consiglio di giurisdizione della Camera, presieduto da Giuseppe Consolo (Fli), con Tino Iannuzzi (Pd) e Ignazio Abrignani (Pdl).

A febbraio 2012 avevano fatto ricorso in 26, ora sono 35

Dallo scorso febbraio i tre parlamentari sono stati sommersi da pagine di ricorsi, firmate dal deputato in carica Roberto Rosso (Pdl), da Adriano Paroli (Pdl) dimessosi a gennaio per fare il sindaco di Brescia, e da altri 33 ex onorevoli, tra cui 17 ex leghisti.
Tra loro c'é anche Edouard Ballaman, condannato il 12 aprile per l'uso improprio dell'auto blu.
PENSIONE A 65 ANNI. Al centro delle loro lamentele, c'è lo slittamento dell'età in cui dovrebbero percepire il vitalizio: potevano andare in pensione a 50 anni, ora dovranno aspettare fino a 60 o 65.
Come il caso del sindaco Paroli che avrebbe dovuto iniziare a percepire il vitalizio il 30 marzo scorso, allo scoccare dei 50 anni. Ma a gennaio sono entrate in vigore le nuove norme e adesso deve aspettare altri dieci anni.
Secondo i legali degli onorevoli, il vitalizio non è una normale pensione, ma, dice il professore Giampaolo Maria Cogo «l'indennità di persone che prestano servizio per noi cittadini e ne garantisce l'autonomia nel corso del mandato» sostiene il professore Giampaolo Maria Cogo.
SACRIFICI PER TUTTI. Gli avvocati della Camera non sono d'accordo. Secondo loro quando la Costituzione all'articolo 69 parla dell'indennità dei parlamentari si riferisce allo stipendio e non al vitalizio. Inoltre alla base dei tagli ci sono esigenze oggettive di riduzione dei costi della politica: nel momento in cui si toccano le pensioni dei cittadini, è giusto che anche onorevoli, ed ex, facciano sacrifici.

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