Pensare Globale e Agire Locale

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venerdì 13 aprile 2012

ITALIA: Giustizia, toghe senza responsabilità diretta

Bozza Severino divide i partiti sulla corruzione.

Il ministro della Giustizia Paola Severino ha sciolto il 12 aprile uno dei nodi più controversi della disciplina sulla responsabilità delle toghe, che divide i partiti. Niente responsabilità civile diretta per i magistrati, ma la possibilità per chi ha subito un danno ingiusto di «agire contro lo Stato». La bozza di emendamento del governo al testo approvato dalla Camera e fermo al Senato, tenta di convincere chi ritiene che mettere pressione alle toghe possa avere la conseguenza di peggiorare il loro lavoro. E insieme con le nuove norme sulla responsabilità dei giudici, ci sono quelle che modificano corruzione e concussione e pure le intercettazioni.
VIA RESPONSABILITÀ DIRETTA TOGHE. Importanti novità, dunque, a partire dal tema della responsabilità civile delle toghe. Si modifica il controverso 'emendamento Pini' alla legge comunitaria, come chiesto dal Pd. Ma venendo incontro alle osservazioni del Pdl si stabilisce che lo Stato abbia l'obbligo (oggi è facoltà) di rivalersi verso il magistrato, fino alla metà (oggi è un terzo) dello stipendio annuale. La toga deve rispondere per dolo o colpa grave (la violazione manifesta del diritto, oggi criterio autonomo, viene fatto rientrare nella colpa grave), ed è prevista l'attenuazione del filtro di ammissibilità.
PUNITA CORRUZIONE TRA PRIVATI. Quanto alla corruzione, viene punita anche quella tra privati e cambia la concussione. Nel caso di concussione per 'induzione', che ricorre nel processo Ruby, la pena viene abbassata da un massimo di 12 a un massimo di 8 anni di reclusione. Ma il testo, che rimodula le sanzioni di diversi reati contro la pubblica amministrazione, sembra già scontentare, a una prima lettura, sia Pdl sia Pd.
PDL SCONTENTO PER IL NODO BERLUSCONI. I pidiellini sostengono che non aver cancellato, come ci chiedeva l'Europa, la concussione, rappresenti un accanimento ai danni di Silvio Berlusconi. Al contrario, i democratici lamentano il fatto che per alcuni reati di corruzione le pene vengano ridotte. E che l'interdizione dai pubblici uffici sia in alcuni casi solo temporanea e non perpetua, come il Pd chiedeva.
Infine, le intercettazioni. Non sono più i tribunali collegiali ad autorizzare gli ascolti. Inoltre, sui punti più controversi del provvedimento (intercettazioni ambientali e pubblicazione degli ascolti) si torna alle norme in vigore. Per tutto il resto si prevede la ripartenza dal ddl Alfano-Bongiorno, attualmente fermo alla Camera.

Partiti spaccati su tempi e contenuti

Ma l'accordo politico che liberi la strada all'approvazione dei provvedimenti in Parlamento non è ancora raggiunto. Anzi, si registra tensione tra i partiti, anche sui tempi. Severino ha inviato al Pdl, Pd e Terzo polo le prime bozze nella serata del 12 aprile, dopo aver concluso il secondo giro di consultazioni a via Arenula. Definisce «estremamente positivo» il risultato degli incontri. Ma se da un lato è vero, come il ministro afferma, che «si è andati molto avanti» sui tre dossier aperti, dall'altro lato bisogna registrare ancora distanze tra i gruppi parlamentari sulle norme. E anche una profonda spaccatura sui tempi. Se il Pdl, infatti, continua a chiedere che corruzione, intercettazioni e responsabilità civile procedano di pari passo, Pd e Terzo polo hanno detto no alla proposta, avanzata dal partito di Berlusconi, di rimandare di una settimana o più la presentazione delle norme sulla corruzione.
IL 17 APRILE ALLA CAMERA L'EMENDAMENTO. Dunque il 17 aprile, come da lei annunciato e come chiedono Pd e Terzo polo, Severino dovrebbe portare alla Camera il suo emendamento su corruzione e concussione. Ma prima di farlo, quello stesso giorno ha intenzione di riunire attorno a un tavolo tutti i partiti per un confronto 'corale' su tutti i dossier.

Bozza Severino, molte le novità in arrivo

Novità per quanto riguarda la concussione e l'introduzione del reato di corruzione tra privati. Così, dal peculato alla concussione, dalla corruzione all'abuso d'ufficio, cambiano le norme stando alla bozza di riforma inviata dal ministro Severino come emendamento al ddl anticorruzione.
PECULATO DA QUATTRO A DIECI ANNI. Il reato è punito con la reclusione da quattro a dieci anni. Si applica la pena della reclusione da sei mesi a tre anni quando il colpevole abbia agito per uso 'momentaneo'.
CONCUSSIONE: DA SEI A 12 ANNI. Viene definito tale il reato, punito con la reclusione da sei a dodici anni, per il quale il pubblico ufficiale, che, abusando della sua qualità o dei suoi poteri, costringe taluno a dare o a promettere indebitamente, a lui o ad un terzo, denaro o altra utilità.
CORRUZIONE PER ESERCIZIO DELLA FUNZIONE. Il pubblico ufficiale che, in relazione all'esercizio delle sue funzioni o dei suoi poteri, riceve, per sé o per un terzo, denaro o altra utilità o ne accetta la promessa è punito con la reclusione da due a quattro anni.
CORRUZIONE PER ATTO CONTRARIO DOVERI UFFICIO. Il pubblico ufficiale che, per aver omesso o ritardato un atto del suo ufficio, o per aver compiuto un atto contrario ai doveri di ufficio, riceve denaro od altra utilità, o ne accetta la promessa, è punito con la reclusione da tre a sette anni.
CORRUZIONE ATTI GIUDIZIARI. Reclusione da quattro a dieci anni se i precedenti due reati sono commessi per favorire o danneggiare una parte in un processo civile, penale o amministrativo. La pena aumenta se dal fatto deriva l'ingiusta condanna alla reclusione (da cinque a dodici anni se la reclusione non è superiore a cinque anni, da sei a venti anni se è superiore a cinque anni o all'ergastolo).
INTERDIZIONE DA PUBBLICI UFFICI. È prevista un'interdizione perpetua per tutti questi reati (eccetto corruzione per esercizio funzione). In caso di attenuanti e condanna sotto i tre anni l'interdizione è temporanea.
INDEBITA INDUZIONE A DARE O PROMETTERE UTILITÀ. Il pubblico ufficiale che se ne macchi, salvo che il fatto non costituisca un più grave reato, è punito con la reclusione da tre a otto anni. In altri casi più lievi la reclusione è fino a tre anni.
STESSE PENE PER I CORRUTTORI. Le pene stabilite per corruzione per esercizio della funzione, per atti contrari al dovere d'ufficio, per gli atti giudiziari si applicano anche a chi dà o promette al pubblico ufficiale o all'incaricato di un pubblico servizio il denaro od altra utilità. È reato, con pena ridotta di un terzo, anche l'istigazione alla corruzione (nel caso in cui l'offerta non venga accettata). 
CONFISCA DEI BENI. È sempre ordinata in caso di condanna sui beni che costituiscono profitto.
ABUSO D'UFFICIO DA UNO A QUATTRO ANNI. Il reato è punito con la reclusione da uno a quattro anni. La pena è aumentata nei casi in cui il vantaggio o il danno hanno un carattere di rilevante gravità.
TRAFFICO DI INFLUENZE ILLECITE DA UNO A TRE ANNI. Chi si avvale di relazioni con pubblici ufficiali e indebitamente fa dare o fa promettere, a sé o ad altri, denaro o altra utilità, come prezzo della propria mediazione è punito con la reclusione da uno a tre anni.
INTRODUZIONE REATO CORRUZIONE TRA PRIVATI. Gli amministratori, i direttori generali, i dirigenti preposti alla redazione dei documenti contabili societari, i sindaci e i liquidatori, che, a seguito della dazione o della promessa di utilità, compiono o omettono atti, in violazione degli obblighi inerenti al loro ufficio, cagionando nocumento alla società, sono puniti con la reclusione da uno a tre anni. Pene raddoppiate nel caso di società quotate.

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