Pensare Globale e Agire Locale

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venerdì 13 aprile 2012

ITALIA: I Partiti e il trucco dei gruppi che fa fare cassa

Sui giornali ancora il caso Lega con Rosi Mauro, tremonti e il Vendola furbetto.

Come ti giri ne spuntano altri di soldi ai partiti. Ecco 120 milioni di euro aggiuntivi (ai 200 milioni che gli diamo annualmente) che i partiti incassano ogni anno, col trucchetto dei gruppi. «Si chiamano “fondi per il funzionamento dei gruppi”, cioè soldi che vanno dalle casse centrali ai gruppi che i partiti (gli stessi che ricevono i 200 milioni annui in media di «rimborso elettorale») hanno alla Camera, al Senato, e in tutti i consigli regionali d’Italia» (Il Giornale). Al Senato sono 38 milioni l’anno, alla Camera 37, e nei consigli regionali i totale altri 45 milioni di euro.
Chi li gestisce? Il tesoriere del gruppo, che però non fa un bilancio. E siccome ad ogni gruppo spetta un finanziamento e al capogruppo uno stipendio maggiorato, ecco qui: «Regioni, la passione per il monogruppo. Sono una sessantina in tutta Italia i “self made man” che da soli danno vita a un gruppo in Consiglio. E hanno diritto a un addetto stampa, tre collaboratori, un ufficio. Il record in Molise: sono otto su 14» (Repubblica).

L’URLO DI ROSI TERRORIZZA LA PADANIA - «Al momento del voto, è un’altra donna a chiederle di abbandonare la sala, la “triumvira” Manuela Dal Lago. Lei se ne va, e sul corridoio dà in escandescenze: le urla sono incomprensibili, ma le sentono tutti, anche i cronisti appostati sul portone di via Bellerio» (Repubblica).

IL MINISTRO DELLE COMPLICAZIONI -  È il 24 febbraio, lo scandalo dei soldi investiti in Tanzania, a Cipro e in Norvegia è ormai esploso. All'interno del Carroccio si cerca una soluzione. Annotano gli investigatori della Dia nella loro informativa: «Si registra una conversazione tra l'avvocato Scovazzi e l'onorevole Calderoli, il quale dovendo rilasciare una intervista al Secolo XIX concorda con il legale di Belsito gli argomenti da utilizzare per difendere lo stesso Belsito dagli articoli di stampa che lo attaccano». Calderoli propone possibili titoli da sottoporre al giornalista: «Fallimento, e non c'è mai stato un fallimento; per il titolo di studio (la laurea falsa di Belsito, ndr) è stato assolto in primo grado e successivamente è intervenuta comunque una prescrizione su una assoluzione; sul discorso della Tanzania l'operazione è già rientrata, i consulenti erano persone completamente a titolo gratuito». In realtà Calderoli sa perfettamente che Stefano Bonet, l'imprenditore che ha gestito il trasferimento dei fondi, sta chiedendo una percentuale proprio alla Lega (Corriere della sera). Il triumvirato tra poco diventa un biumvirato.

L’USCITA DI SICUREZZA DI TREMONTI - Tremonti “salva” Bossi e non molla la Lega. «L’operazione Tanzania? Da me nessun via libera». E punta ancora sul Senatùr (Il Fatto). Giulietto si scomoda anche per scrivere una letterina a Repubblica: «La “notizia” degli investimenti tanzaneschi del Belsito l’ho avuta a suo tempo, come tutti, leggendo con sorpresa i giornali. Non ho dato alcun consiglio e non ho espresso alcun parere negativo sull’euro; sugli immobili e degli immobili non so nulla. Tanto cordialmente, Giulio Tremonti».
Aveva puntato su Berlusconi ed è finita male, poi su Marco Milanese e l’ha inguaiato, poi su Bossi e si è dimesso. Trovategli un’uscita di sicurezza.

L’ABC DELLA FUFFA - «Norme sui rimborsi, la Camera frena. A rischio il rinvio dei 100 milioni» (Corriere della sera). La strombazzata riforma (fuffa) della legge sui rimborsi si è già impantanata. Hanno cannato a metterla come emendamento al decreto fiscale, cosa inammissibile. Tutto da rifare. Ma tanto mica si tagliavano i soldi, gliene arrivano 160 milioni entro l’anno. Senza vergogna.

LA JENA - «Bisogna finanziare i partiti per evitare che solo i ricchi o i ladri facciano politica... E tutti risero» (La Stampa).

IL POETA RAMMARICATO - Due avvisi di garanzia in due giorni per Vendola. Ventiquattr’ore dopo aver ricevuto l'avviso di conclusione delle indagini con l'accusa di concorso in abuso d'ufficio per presunte pressioni sull'ex manager Asl Lea Cosentino relative alla nomina di un primario, il governatore finisce di nuovo nel registro della Procura di Bari. «Stavolta il caso riguarda una transazione da circa 45 milioni di euro tra la Regione Puglia e l'ospedale ecclesiastico Miulli di Acquaviva delle Fonti (abuso d'ufficio, peculato e falso)». Il governatore-poeta risponde: «Dal tenore dell’atto non sono in grado di capire ciò che mi viene addebitato. Sono rammaricato». A Vendola, ma che stai a dì (Nico Arse)

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