Pensare Globale e Agire Locale

PENSARE GLOBALE E AGIRE LOCALE


giovedì 31 maggio 2012

CRISI EUROZONA: Spagna all'ultima spiaggia

Banche in crisi e debito alle stelle.
Giovedì, 31 Maggio 2012 - Disoccupazione, crac bancari,  recessione. Alla Spagna in ginocchio  non resta che affidarsi alla natura.
Il municipio di Tarifa, in Andalusia ha in programma di vendere il litorale di Valdevaqueros, una delle ultime spiagge selvagge frustate dal vento di Levante, per costruire 350 appartamenti e hotel di lusso e incassare contanti rapidamente.
Misura disperata, letteralmente. Ma, dal Sud al Nord, dalla costa del Sol ai Pirenei, le amministrazioni locali cercano di rastrellare capitali per affrontare la crisi economica più grave vissuta dal Paese dalla fine della dittatura.
DEBITO, FUGA DI CAPITALI, RECESSIONE. Il governo centrale annaspa nelle stesse acque, alle prese con la mancanza di liquidità del sistema bancario, la fuga dei capitali esteri, tassi di interesse sui titoli di Stato vicini al 7%, un deficit superiore alle attese e una cronica mancanza di crescita, certificata dal record continentale della disoccupazione. Messi in fila sono dati da brividi, pericolosamente sottovalutati dagli stessi spagnoli. Per la quarta economia dell'Eurozona, e per l'Italia a rischio contagio, sono ore cruciali.

Dalle banche ritirati 100 miliardi in 12 mesi

Mentre tutti si concentrano su Atene, i capitali hanno iniziato a lasciare la penisola iberica, soprattutto quelli stranieri. Ad aprile si è registrato il calo dei depositi bancari su base mensile più vistoso dal 2010: una fuga di oltre 31 miliardi di euro, pari all'1,9% dei fondi totali. Negli ultimi 12 mesi sono stati ritirati più di 100 miliardi.
Il piano per mettere in sicurezza il sistema del credito, attualmente allo studio della Moncloa, è ancora più urgente. L'obiettivo è isolare gli asset tossici immagazzinati con la bolla immobiliare che nei prossimi due anni potrebbero provocare perdite per 260 miliardi di euro. E ricapitalizzare gli istituti in difficoltà.
TENSIONI EUROEPEE SU BANKIA. Solo per Bankia, quarta banca del Paese, nazionalizzata il 9 maggio, servono 19 miliardi di euro.
Il 30 maggio Madrid ha proposto a Bruxelles di pagarli emettendo nuovo debito, una scorciatoia che la Commissione ha sonoramente bocciato.
E che ha attirato gli strali del numero uno della Banca centrale europea, Mario Draghi. «L'importanza del problema è stata sottovalutata», ha dichiarato il governatore, «e questo è il modo peggiore di fare le cose, che alla fine vengono fatte, ma a costi più alti».
SPREAD A QUOTA 540 PUNTI. Lo Stato spagnolo tocca con mano quotidianamente cosa significhi l'espressione usata da Draghi. Con lo spread tra i bonos e i bund tedeschi arrivato a quota 540 punti, gli investitori chiedono interessi al 6,7%.
Un'impennata che ha contribuito ad ampliare il già preoccupante buco nelle casse statali.
Secondo il ministro dell'Economia, Luis de Guindos, nel 2012 il debito arriverà all'80% del Prodotto interno lordo (Pil): un aumento del 15% sul 2011, di cui una quota significativa è dovuta all'indebitamento delle amministrazioni regionali.
La spirale continua ad avere effetti devastanti sull'occupazione: nel primo trimestre dell'anno la percentuale dei senza lavoro ha segnato il record continentale del 24,4%, ma tra i giovani è addirittura al 52%.

I salvagenti dell'Europa e l'esperimento hispanobonos

Come altri prima di lei, Madrid non sembra avere soluzioni in tasca. Il timore è quello di finire come il municipio di Tarifa, che per alleviare la crisi provocata proprio dalla bolla immobiliare vende la spiaggia e costruisce appartamenti.
Ma a Bruxelles, questa volta, sanno quanto alto sia il rischio. E per venire incontro alla Spagna, sembra che la Ue sia disposta a cambiare le regole in corsa e lanciare salvagenti al sistema del credito.
IL FONDO SALVA STATI PER LE BANCHE. Parte della dotazione del fondo salva-Stati in vigore dal prossimo luglio potrebbe essere utilizzata per soccorrere le altre banche spagnole in difficoltà, nonostante inizialmente il fondo fosse destinato solo ed esclusivamente al rifinanziamento delle casse pubbliche.
Secondo le indiscrezioni, CatalunyaCaixa, NovacaixaGalicia e Banco de Valencia necessitano di almeno 30 miliardi di euro. Altrimenti impossibili da trovare.
Inoltre l'Europa potrebbe accettare un nuovo rinvio degli obiettivi di rientro del deficit. Stando agli attuali patti, il disavanzo dovrebbe essere quasi dimezzato, passando in un solo anno dall'8,9 al 5,3%.
LA PROVA DEGLI HISPANOBONOS. Finora l'unica ricetta innovativa è l'idea di introdurre gli hispanobonos: obbligazioni garantite dal governo centrale, con cui le amministrazioni regionali già indebitate e che attualmente faticano a recuperare credito sul mercato, possano incamerare denaro.
Si tratta di una sorta di eurobond in salsa iberica. L'iniziativa ha ricevuto il placet di Moody's: la Spagna, insomma, potrebbe essere il terreno su cui testare uno strumento sempre invocato, ma mai concretamente sperimentato sul suolo europeo.

Le carenze del premier Rajoy

Il Paese, insomma, affronta l'ignoto. E con un timoniere con poca esperienza come Mariano Rajoy, che ha vinto le elezioni a novembre 2011 con un'ampia investitura popolare, ma senza le doti del tecnico, né carisma politico.
A lungo seconda linea dei popolari, poco avvezzo all'economia e nemmeno troppo inserito in Europa, Rajoy non si fa vedere. Rifugge i riflettori, diserta il dibattito pubblico, manda avanti i ministri.
CONTRADDIZIONI DEL GOVERNO. Il Partido popular assicura che è carattere, anzi, stile sobrio di governo. Ma intanto l'esecutivo ha collezionato una serie di figuracce: dichiarazioni, contraddizioni e smentite, sulle previsioni di crescita come sul salvataggio di Bankia.
I conservatori, poi, sono corresponsabili dell'indebitamento spropositato di alcune regioni importanti, come Madrid o Valencia.
LA PAURA DELLA CRISI. Forse, dunque, Rajoy ha paura di essere fagocitato da quella crisi che gli ha regalato la poltrona di primo ministro. Battuto da José Luis Zapatero nelle elezioni del 2004 e anche in quelle del 2008, nel 2012, al terzo tentativo, ha potuto approfittare dell'emergenza economica che il socialista si è ostinato a non riconoscere.
Ma ora che ha raggiunto il gruppo dei capi di governo europei, sembra vittima della maledizione: è diventato come loro, drammaticamente inadeguato di fronte all'emergenza.

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