Pensare Globale e Agire Locale

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sabato 19 maggio 2012

G8, Obama processa l'Ue

«Servono misure concrete per la crescita».

Sabato, 19 Maggio 2012 - Ha accolto i capi di Stato e di governo più potenti al mondo nel suo Paese all'insegna dell'informalità, senza cravatta, ma Barack Obama non si è limitato a fare gli onori di casa al G8 di Camp David.
Il presidente americano, preoccupato per il rischio-contagio della crisi europea in vista delle presidenziali Usa di novembre, ha preso in pugno la situazione e ha ripetuto il suo 'mantra' agli altri leader: servono misure concrete per la crescita, che devono andare di pari passo alla lotta contro i deficit.
GRECIA NELL'EURO. Direzione confermata dalla bozza di conclusioni del summit, secondo cui «l'imperativo è creare crescita e posti di lavoro». E dal comunicato stampa finale, dove è stata auspicata una zona euro «forte e unita» che comprenda anche la Grecia.
«MISURE SPECIFICHE E TEMPESTIVE». Il G8 spera che l'Eurozona porti avanti con successo «misure specifiche per rafforzare la crescita» e invita i leader europei a risolvere la crisi del debito «in maniera credibile e tempestiva».
L' enfasi sulla crescita è la stessa che Obama condivide con il presidente francese François Hollande e il premier italiano Mario Monti (che indossava un maglione celeste). La necessità primaria è che l'unione monetaria europea si doti di strumenti credibili per contrastare la crisi del debito sovrano, come «riforme strutturali e investimenti in educazione e in infrastrutture moderne».
«CÈ ANCORA MOLTO DA FARE». Ma la strada è tutta in salita: «C'è ancora molto da fare», ha risposto Obama a chi gli chiedeva se fosse stata presa una decisione sulla crisi dell'Eurozona.
A un'Europa spaventata dallo spettro del default greco e dalla possibile uscita di Atene dalla moneta unica, Obama ha voluto rivolgere un accorato appello: «Siamo tutti impegnati a garantire che la crescita, la stabilità e il consolidamento del budget facciano parte insieme di un pacchetto di misure che tutti noi dobbiamo prendere per raggiungere la prosperità che cerchiamo per i nostri cittadini», ha spiegato.

«Forte convergenza tra Hollande e Monti»

ntanto è emersa «una convergenza molto forte tra François Hollande e Mario Monti su come promuovere la crescita per uscire dalla crisi». Lo hanno confermato fonti dell'Eliseo, al termine dell'incontro bilaterale tra il presidente francese e il premier italiano: «Ci sono ottimi punti di contatto».
Un concetto ribadito anche dalla Casa Bianca: «L'arrivo di Hollande e di Monti, i cambiamenti in atto in Europa sono un'opportunità di avere e condividere un approccio comune per affrontare la crisi e i problemi dell'Eurozona».
CAMERON: «SOS EURO». A puntare il faro sulla crisi dell'Eurozona ci ha pensato anche David Cameron. Il premier britannico è stato chiaro: «C'è una crescente sensazione di urgenza al G8 sul fatto che serva un'azione, deve essere messo in campo un piano di emergenza».
Secondo Cameron, la crisi di Eurolandia e il prezzo del petrolio «sono le due maggiori minacce per tutte le nostre economie».
Il premier inglese si è poi detto d'accordo con la cancelliera tedesca Angela Merkel sul tema del rigore e della necessità che ogni Paese abbia un piano efficace per contrastare il defecit: «Ha assolutamente ragione».
DIVISIONI SU FISCAL COMPACT E TOBIN TAX. Restano comunque ancora nette divisioni fra i Paesi europei su alcuni temi come il fiscal compact (che Hollande vorrebbe rinegoziare) e la tassa sulle transizioni finanziarie, la Tobin Tax, su cui c'è il veto di Londra. I leader del G8 non hanno invece discusso della ricapitalizzazione delle banche spagnole.
MERKEL: «ATENE RISPETTI I PATTI». Sulla Grecia «tutti vogliamo che resti nella zona dell'euro», ha detto la Merkel. Ma, ha avvertito, «la condizione è che gli obblighi del memorandum vengano rispettati». Per Hollande su Atene pesa anche l'incertezza relativa alle elezioni del 17 giugno.
UNITI SU IRAN E SIRIA. Ma l'Europa non è stato l'unico tema trattato a Camp David. A preoccupare le potenze sono stati anche gli argomenti di politica estera, i rapporti con Teheran e la crisi in Siria.
Il gruppo è «unito» sull'approccio da adottare sul dossier nucleare iraniano, ha assicurato Obama.
«Una militarizzazione del potere nucleare dell'Iran è inaccettabile», ha aggiunto il presidente americano, sottolineando che la strategia da adottare contro Teheran prevede anche di proseguire sulla strada delle sanzioni parallaemanete agli sforzi da compiere sul terreno diplomatico.
Sulla Siria, invece, la volontà è che si intraprenda rapidamente un «processo politico».

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