Pensare Globale e Agire Locale

PENSARE GLOBALE E AGIRE LOCALE


giovedì 17 maggio 2012

GAY, UN MONDO DI DIRITTI

Obama, Hollande e gli Stati che permettono i matrimoni omosex.
Barack Obama ha appena detto sì alle unioni gay e Francois Hollande ha promesso di introdurle in Francia. Finora sono 21 gli Stati dove le coppie dello stesso sesso possono contrarre un matrimonio, di cui sette sono nazioni europee e 11 del Nord America (dieci Stati statunitensi e il Canada). In questa mappa l'Italia è al grado zero di diritti.
Con l'aiuto di Francesco Bilotta, docente di diritto privato all'Università di Udine e da sempre difensore dei diritti delle 'coppie di fatto', abbiamo fatto un viaggio tra i Paesi che offrono maggiori tutele e ha cercato di capire se possono essere riconosciuti all'interno dei confini del Bel Paese.

La differenza tra convivenza riconosciuta, unioni civili e matrimoni

LA CONVIVENZA. Il livello base è il riconoscimento della mera coabitazione, che dà alcuni diritti, per esempio nella gestione dei figli. Il sistema è diffuso in Ungheria, Slovenia, mentre in Austria è stato da poco superato dalle unioni civili.
LE UNIONI CIVILI. Si tratta di contratti che a livello di contenuto prevedono circa l'80% delle tutele di un matrimonio, ma che non sono formalmente equiparabili a un matrimonio. Le unioni civili, infatti, di norma regolano i diritti e doveri tra i partner, ma non obbligano lo Stato a riconoscere alla coppia gli stessi diritti sociali e fiscali delle coppie sposate, come le agevolazioni per il coniuge a carico, la detassazione delle donazioni tra marito e moglie o le decisioni in materia di salute.
IL MATRIMONIO. Il matrimonio, istituito in Stati come la Norvegia, il Belgio o la Spagna, prevede la piena equiparazione dei diritti delle coppia omosessuale con quella eterosessuale. Compresa l'adozione congiunta.

L'Italia: paradosso giuridico e diritti solo per chi paga

In Italia tutti i tentativi di trasformare le evoluzioni sociali in proposte legislative - dai Dico ai Didore - si sono arenati nelle secche del parlamento.
Così i diritti delle coppie omosessuali si giocano in una guerra giudiziaria in punta di sentenza.
LA CASSAZIONE. Le pronunciazioni, infatti, sono contrastanti. Con una sentenza storica (la 4.184 del 2012) la Corte di Cassazione ha riconosciuto che «la coppia formata da persone dello stesso sesso merita le stesse tutele delle coppie coniugate eterosessuali». Una rivoluzione che andrebbe ben oltre le unioni civili. Ma la stessa Cassazione - che fa giurisprudenza - ha anche rifiutato di riconoscere il matrimonio omosessuale contratto all'estero, definendolo «valido, ma inefficace», cioè non riconoscendone gli effetti. «Una scissione logica», la definisce Bilotta, che era avvocato della coppia che presentò ricorso.
Alcuni passi avanti sono stati fatti. Nel 2005 il tribunale di Latina definì il matrimonio omosessuale «contrario all'ordine pubblico». Recentemente, invece, quello di Reggio Emilia ha concesso il permesso di soggiorno a un cittadino uruguayano sposato in Spagna con un italiano.
DIRITTO CENSUARIO. Resta il fatto che per vedersi riconoscere i diritti delle coppie coniugate, bisogna fare causa, avere il denaro per pagare avvocati e spese processuali. In questo modo solo i più ricchi possono sperare di godere di diritti che in altri Stati sono dati per scontati.
LE ALTERNATIVE. Altrimenti si può ricorrere a strumenti palliativi. È possibile, per esempio, registrare presso l'anagrafe comunale il domicilio della coppia e il fatto di essere uniti da un vincolo affettivo. Questa registrazione, spacciata come registro delle unioni civili, permette al convivente di avere un documento a cui appellarsi in casi delicati come i colloqui con i medici.
Bilotta consiglia anche di mettere nero su bianco i propri diritti e doveri reciproci attraverso una scrittura privata. Per garantirsi l'assistenza medica del partner, nei casi più gravi, è possibile nominarlo amministratore di sostegno.
La fine della discriminazione fiscale e la reversibilità della pensione restano, tuttavia, un miraggio.
Europa del Nord: in Norvegia porte aperte agli stranieri
NORVEGIA. La più gay friendly delle nazioni europee. È stata scelta come meta anche dal presidente onorario dell’Arcigay, Sergio Lo Giudice, che si è sposato ad Oslo nel 2011. Anche se non c'è ancora un vero e proprio trend, la Norvegia è destinata a diventare la nuova Mecca dei matrimoni gay. Perché dal 2008 lo Stato scandinavo permette agli stranieri di sposarsi senza resiedere nel Paese. I moduli possono essere compilati online e la cerimonia è celebrata in inglese. Non solo, Oslo prevede anche l'adozione congiunta e la possibilità di sottoporsi all'inseminazione artificiale. I matrimoni possono essere officiati anche dal clero luterano.
OLANDA. L'Olanda, patria della legalizzazione: nel 2000 il parlamento olandese approvò un ampio pacchetto di leggi a favore degli omosessuali. Compresa, per la prima volta al mondo, la legalizzazione del matrimonio. Già all'epoca il 62% dei cittadini dei Paesi Bassi era favorevole alle unioni.
BELGIO. Tre anni dopo, nel 2003 il vicino Belgio seguì l'esempio. Fino al 2004 però Bruxelles imponeva limiti al matrimonio dei cittadini stranieri sul suolo belga. Dal 2004, per sposarsi almeno un componente della coppia deve avere la residenza da almeno tre mesi nel Paese.
Dal 2007 è legalizzata l'adozione congiunta.
SVEZIA. Fu tra i primi Paesi, con Danimarca e Olanda a riconoscere legalmente le coppie omosessuali a metà degli Anni 90. Anche la Chiesa luterana si pronunciò a favore delle celebrazioni religiose dei matrimoni.
ISLANDA. È l'unica nazione al mondo con un capo di Stato gay, anzi lesbica. A un mese dall'approvazione all'unanimità della legalizzazione dei matrimoni gay, il primo ministro Johanna Sigurdardottir ha sposato la sua compagna.

Spagna e Portogallo hanno cancellato i tabù

SPAGNA. Le unioni omosessuali sono, forse, la più grande eredità del socialismo spagnolo di José Luis Zapatero: nel 2005 i matrimoni gay divennero legali anche nella cattolicissima Spagna, dove già si applicavano le unioni civili.
Con la dicitura: «Il matrimonio avrà gli stessi requisiti ed effetti nel caso in cui i due contraenti siano due persone dello stesso o di sessi differenti», il codice civile spagnolo prevede la perfetta parità. Meta di tante coppie italiane, il matrimonio spagnolo richiede il domicilio, una richiesta ufficiale al trubunale e lunghe interviste per ottenere l'autorizzazione.
PORTOGALLO. A maggio 2010, l'ex governo socialista ha approvato la legge sui matrimoni gay, firmata dal capo dello Stato conservatore, Aníbal Cavaco Silva. Pochi giorni dopo Papa Benedetto XVI visitò il Portogallo.

Sposarsi dove meno te l'aspetti: Messico e Sudafrica

STATI UNITI. Sono dieci gli Stati americani dove i matrimoni gay sono legalizzati. Vermont, New Hampshire, Connecticut, Massachussetts, Iowa e New Mexico, New York, oltra al District of Columbia, hanno detto 'sì'. In altri tre Stati - Maryland, New Jersey e Washington - è stata approvata la legge, ma sono aperti dei contenziosi. Mentre in North Carolina, l'ipotesi è stata appena bocciata da un referendum.
Il matrimonio celebrato in queste nazioni, però, non è riconosciuto dall'autorità federale. Che ha competenze su materie sensibili come l'immigrazione e che in questo non accetta il ricongiungimento famigliare degli sposi omosessuali. Il presidente Barack Obama ha aperto pubblicamente ai matrimoni gay, ma ha sottolineato che la decisione spetta ai singoli Stati.
CANADA. Ha legalizzato i matrimoni gay lo stesso anno della Spagna, nel 2005, e con simile legislazione.
ARGENTINA. Il primo Paese sud americano a istituire le unioni civili, prima, e i matrimoni gay, poi. Nel 2010 la legalizzazione del matrimonio tra coppie dello stesso sesso si scontrò con l'opposizione della Chiesa cattolica. Ma vinsero i diritti.
CITTÀ DEL MESSICO. Per celebrare un matrimonio gay si può scegliere anche l'esclusiva cornice di Città del Messico.
Al contrario degli altri Stati messicani (il Messico è una federazione), qui il matrimonio omosessuale non solo è legalizzato, ma è anche pubblicizzato dall'ufficio del turismo che offre pacchetti completi all inclusive.
SUD AFRICA. Nel continente africano, il primo e l'unico Paese che ha legalizzato i matrimoni gay, in un'area dove spesso l'omosessualità è considerata un reato e gli omosessuali sono perseguitati, è stato il Sud Africa. Qui la legge è stata varata dopo l'entrata in vigore della Costituzione post-apartheid.

L'Europa e il piano B delle unioni civili

FRANCIA. I Pacs, patti di solidarietà e convivenza, tutelano sia le coppie omosessuali sia quelle eterosessuali e sono in continuo aumento. Non prevedono però l'adozione. Alcuni diritti fiscali e sociali (assistenza medica e pensione) si ottengono solo dopo tre anni. I tempi per un eventuale divorzio sono di tre mesi. Istituiti nel 1999, nei primi anni Duemila il numero dei Pacs è cresciuto a un tasso annuale del 25%.
GRAN BRETAGNA. La legge sulle Civil Partnership, le unioni civili, fu varata dal New Labour di Tony Blair ed entrò in vigore nel dicembre del 2005. E quando il deputato Tory Alan Duncan annunciò la volontà di utilizzare la legge sulla Civil Partnership per unirsi al suo compagno, il leader David Cameron espresse le sue felicitazioni. Pur non essendo un matrimonio è tra le più avanzate in Europa. Prevede, infatti, il diritto all'immigrazione e all'adozione.
GERMANIA. In Germania le unioni civili sono state introdotte nell'agosto del 2001. Le coppie però non hanno gli stessi diritti del matrimonio, non possono per esempio godere di agevolazioni fiscali, possono prendere un nome comune, ma non c'è diritto all'adozione congiunta.
Invece, per quanto riguarda le pensioni, l’assicurazione sanitaria e l’assicurazione in caso di gravi malattie, le coppie di fatto sono equiparate ai coniugi. In caso di divisione è possibile chiedere anche il mantenimento.
ISRAELE. In Israele il matrimonio civile non esiste e la cerimonia è sempre officiata da un'autorità religiosa. Ma una sentenza della Corte suprema del 2006, ha obbligato Tel Aviv a riconoscere i matrimoni gay contratti all'estero. Tuttavia non dà la cittadinanza ai coniugi stranieri.
BRASILE. Il 6 maggio 2011 la Corte suprema di Brasilia ha votato all'unanimità a favore delle unioni civili, nonostante la ferma opposizione della Chiesa cattolica. L'istituto delle Unioni civili è presente anche in Lussemburgo, Irlanda, Danimarca, Finlandia, Uruguay, Ecuador e Australia. (Giovanna Faggionato)

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