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martedì 29 maggio 2012

ITALIA - Napolitano: Partiti servono,web da solo non arriva dove si decide

Nuovo appello del Presidente ai giovani: guai a fughe da politica

Roma, 29 mag.  - Non è sordo Giorgio Napolitano alle voci e alle critiche (tante) alla politica e ai partiti che vengono dal web. Anzi per quanto "scarsamente addomesticato" nei confronti della rete - lo ammette lui stesso - il presidente pare in qualche modo frequentarla perché è proprio lì che ha trovato "un diluvio di osservazioni, domande e stimoli" sul tema dolente della condizione giovanile fattasi "sempre più critica" con la crisi economica. Ma con il web, solo con il web magnificato dal fenomeno Grillo, secondo Napolitano, non si va da nessuna parte.

Il presidente della Repubblica è più che mai convinto che i partiti servano e nelle due ore passate ieri con un gruppo di giovani per la presentazione al Quirinale dell'Osservatorio lavoro dell'Arel lo ha ribadito senza incertezze: "Nessun canale di partecipazione può condurre direttamente al luogo delle decisioni politiche". Una risposta indiretta ma nettissima alle sterzate lanciate proprio dal web ai partiti dal guru del Movimento 5 Stelle.

Insomma, i partiti "sono la cinghia di trasmissione delle istanze dei cittadini alle istituzioni: se manca questo anello la partecipazione popolare e giovanile è magnifica ma non si toccano le decisioni". Il banco di prova per chi vuole fare politica dunque è il governo della cosa pubblica e non solo e semplicemente la piazza.

La preoccupazione per la disaffezione verso la politica e i partiti c'è e come e Napolitano non l'ha nascosto: "Guai se invece di una corsa alla politica ci fosse una fuga dalla politica, sarebbe una catastrofe per la nostra democrazia". Anche dalle fila dell'opposizione, ha ricordato, è necessario essere propositivi, ne sa qualcosa lo stesso Napolitano che "in 38 anni da deputato 34 sono stati all'opposizione". Tante le domande dei giovani al presidente da quella, definita dallo stesso capo dello Stato "inquietante", su quale sia stato l'errore più grave della sua generazione (risposta: far lievitare la spesa pubblica) ai problemi dell'occupazione giovanile, al Mezzogiorno che deve crescere insieme all'Italia e dove i giovani devono darsi da fare e non "stare ad aspettare il posto fisso". Bene poi il rigore di bilancio ma attenzione, ha avvertito ancora una volta Napolitano, a "non usare il machete" per tagliare settori come la ricerca e la formazione.

A chi, infine, fosse stato tentato dal chiedere se il Quirinale fosse la sede opportuna per questo genere di riflessioni, Napolitano ha tolto ogni alibi polemico: "Io - ha precisato - non ho poteri esecutivi però l'ascolto, la riflessione e l'attenzione fanno parte dei compiti del presidente della Repubblica che rappresenta l'unità nazionale ed è impegnato ad accogliere le istanze" della gente. Con un occhio anche al web.

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