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martedì 29 maggio 2012

ITALIA - Pd/Bersani lancia patto ricostruzione e sfida Pdl su due turni

Offerta a progressisti, moderati e società civile

Roma, 28 mag. - Alleanze e riforme, soprattutto, nel menù della direzione Pd di domani, ma rischia di restare deluso chi si aspetta risposte definitive. Pier Luigi Bersani arriva alla riunione del parlamentino del Pd pressato da Sel e Idv che gli hanno recapitato un vero e proprio 'ultimatum' in tema di alleanze, mentre il Pdl lo incalza con la proposta del semipresidenzialismo. Il segretario democratico, però, può contare sul ruolo di unico grande partito superstite dopo le amministrative e difficilmente accetterà di stare al gioco che cercano di imporgli alleati e avversari: sul fronte delle alleanze, Bersani dovrebbe limitarsi a riproporre il 'patto per la ricostruzione' di cui parla da mesi, un'offerta rivolta al centrosinistra ma anche ai "moderati costituzionali", cioé i centristi che hanno a cuore le regole della democrazia, senza dimenticare "tutto quello che si muove nella società", ovvero movimenti e liste civiche che ruotano intorno al centrosinistra.

Un appello "largo", come ama ripetere il segretario Pd, per "ricostruire il Paese", ma certo non quegli "stati generali della sinistra" pretesi da Nichi Vendola e Antonio Di Pietro. Inutile dire che Bersani non ha affatto gradito la scenetta dei due alleati in trasmissione su La7 seduti accanto alla sua sagoma di cartone. Ma il leader Pd non ha nessuna intenzione di sottostare all' "ultimatum" di Idv e Sel, perché convinto che dopo il risultato delle amministrative nessuna forza di centrosinistra potrà pensare di fare a meno del Pd.

La minaccia di Vendola e Di Pietro di "andare da soli", insomma, viene ritenuta abbastanza spuntata in casa Pd. D'altro canto, bisogna ancora capire cosa accade nel centrodestra, si tratta di vedere, spiega Bersani, come verrà riempito quel "vuoto" che si è creato, come si posizionerà Luca di Montezemolo, cosa sceglierà di fare Pier Ferdinando Casini. E, in ogni caso, il leader Pd non vuole certo ripetere l'errore del '94, quando il fronte dei progressisti definì i suoi confini troppo presto e finì battuto dalla novità Berlusconi. Insomma, non c'è nessun motivo per delimitare ora il campo, il Pd dopo le amministrative ha un vantaggio sugli altri partiti e cercherà di usarlo, lanciando appunto un "patto per la ricostruzione" e aspettando di vedere cosa accade. "Siamo noi a dettare i tempi - diceva qualche giorno fa un esponente della segreteria - siamo noi il primo partito". Anche di fronte alle tante ipotesi di liste civiche, da quella di Michele Emiliano a quella del giro 'Repubblica', l'atteggiamento sarà di apertura, in attesa di vedere cosa si concretizzerà davvero. Anche perché alla fine una lista 'a destra' del Pd potrebbe pure fare comodo se davvero i centristi andranno con il centrodestra.

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