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lunedì 14 maggio 2012

ITALIA: Slitta ok a legge taglia-rimborsi ai partiti, prima c'è dl banche

Idv: Abolire rimborsi. Relatori:Impossibile.E testo cambia ancora

Roma, 14 mag. - Si allungano i tempi di approvazione della legge che riduce il finanziamento pubblico ai partiti e istituisce una commissione ad hoc per verificare la regolarità dei bilanci: oggi in Aula a Montecitorio è iniziata la discussione generale del provvedimento ma le votazioni sugli emendamenti non inizieranno, a essere ottimisti, prima di giovedì prossimo 17 maggio. In mezzo c'è da approvare il decreto sulle commissioni bancarie su cui il governo domani pomeriggio porrà probabilmente la questione di fiducia.

Uno dei due relatori Gianclaudio Bressa (Pd) prevede che il voto finale dell'Assemblea di Montecitorio arriverà alla fine della prossima settimana ma Lega e Italia dei Valori annunciano battaglia contro un provvedimento che reputano troppo blando. Il Carroccio e il partito di Antonio Di Pietro vorrebbero l'abolizione totale del finanziamento pubblico ai partiti e l'ex pm oggi ha consegnato alla Camera 200mila firme a sostegno di una legge di iniziativa popolare: "Non ha senso sarebbe priva di efficacia", la boccia Bressa sostenendo che "la legge sul finanziamento pubblico ai partiti non potrà mai essere cancellata perché la Corte Costituzionale ha ripetutamente detto che il finanziamento pubblico è costituzionalmente necessario perché bisogna mettere in condizione i partiti di non essere affiancati dai potentati". Secondo Bressa dunque "sarebbe problematica anche l'ammissibilità di un eventuale referendum abrogativo del finanziamento pubblico". Tuttavia, il relatore ha spiegato che ogni partito può rinunciare ai soldi pubblici: "Grillo lo ha fatto con i rimborsi che gli spettavano per le ultime elezioni regionali".

Intanto il testo uscito dalla commissione cambierà ancora. I relatori hanno presentato diversi emendamenti. Due i più significativi: quello che porta la detrazione fiscale dal 19 al 27% per le persone fisiche che effettuano donazioni a partiti (ma solo tra i 50 euro e i 10mila euro) o alle Onlus. E quello che modifica la norma del vincolo dell'eletto rendendola meno esclusiva. Avere almeno un rappresentante in Parlamento, a Strasburgo o in Consiglio regionale sarà condizione necessaria per ottenere i rimborsi elettorali. Per ricevere il cofinanziamento, l'attribuzione cioè di un contributo annuo di 50 centesimi per ogni euro ricevuto a titolo di quote associative e di contribuzioni annuali, la condizione è quella di un eletto oppure dell'aver ottenuto almeno il 2% alle elezioni per la Camera dei deputati. Per le detrazioni fiscali invece la condizione, in alternativa al vincolo dell'eletto, è avere ottenuto almeno l'1% alla Camera. Un emendamento dei relatori, infine, introduce una sorta di clausola di salvaguardia per le casse dello Stato: "Qualora il vantaggio fiscale per i cittadini che effettuano donazioni ai partiti superi l'importo massimo stimato di 6 milioni di euro, il cofinanziamento" che secondo il testo dei relatori ammonta a 27.300.000 euro, "verrebbe ridotto".

Dopo il sì dell'Aula della Camera la prossima settimana, la partita si sposta al Senato dove la legge sul finanziamento ai partiti dovrà farsi strada tra altri provvedimenti 'caldi' sono in calendario. A partire dalla riforma del lavoro fino alle riforme costituzionali su cui oggi il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, è tornato ad auspicare "un sollecito" iter parlamentare.

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