Pensare Globale e Agire Locale

PENSARE GLOBALE E AGIRE LOCALE


mercoledì 23 maggio 2012

La mia parola? Carbone

Il nuovo programma di Fazio e Saviano su La7 “Quello che (non) ho” sta avendo un grande successo. Ciascun ospite racconta una parola e così anch’io mi sono interrogata su quale termine avrei scelto. Risposta? Carbone. Il lavoro in Italia è da sempre stato sinonimo di emigrazione. Oggi cervelli che fuggono all’estero, nel dopoguerra tantissima forza lavoro che andava nelle miniere di carbone in Francia e in Belgio per guadagnare e rimandare alle famiglie in Italia gran parte di quello stipendio sudato sottoterra. Il lavoro era pericoloso, i rischi altissimi di crolli, le condizioni disumane, mettevano quotidianamente a repentaglio la vita di quegli italiani.
Una volta in pensione poi quello stesso carbone si ripresentava sotto forma di artrosi, enfisema polmonare, silicosi e schegge conficcate sottopelle riconoscibili ad occhio nudo. Scelgo carbone perchè è la parola simbolo della disperazione di un’Italia da ricostruire, di un’Italia costretta ad allontanarsi dalle famiglie e dai campi coltivati, un’Italia che ha cercato fortuna all’estero e che ha portato fortune all’estero. Oggi però anche qui abbiamo carbone. Il carbone delle badanti dei nostri anziani. Il carbone della manovalanza edile e agricola. Il carbone di tanti operai.
Ho scelto carbone perchè mi fa pensare al lavoro, quello di grande dignità, umile ma onesto e decoroso, che permette di mantenere famiglie vicine e lontane. Ho scelto carbone perchè tutti questi uomini semplici in Paesi stranieri non si sono mai arresi. Ho scelto carbone perchè, seppur nero, rappresenta quel lavoro pulito che oggi molti agognano ma pochi raggiungono. Ho scelto carbone perchè vorrei che i ragazzi non lasciassero più questa nostra Italia, ma che la loro ricchezza e qualità serva per rafforzare e migliorare quel Paese a cui i nostri nonni hanno donato tanto. (Claudia Bastianelli Segr. nazionale Fgs)

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