Pensare Globale e Agire Locale

PENSARE GLOBALE E AGIRE LOCALE


lunedì 21 maggio 2012

UE - Eurobond, Berlino è sempre più sola

L'Ue li vuole, ma il no di Merkel continua.
Lunedì, 21 Maggio 2012 - Ue ancora divisa dagli Eurobond. Se gli Stati dell’Unione si sono trovati d’accordo sulla necessità di adottare misure per la crescita e intervenire urgentemente in Grecia e Spagna, l’intesa non è ancora stata raggiunta sui titoli comuni del debito pubblico europeo,per la contrarietà della Germania. Divisioni destinate a rimanere tali in vista del vertice informale dei 27 leader europei previsto per il 23 maggio a Bruxelles.
Un incontro incentrato anche sullo stato dell’Eurozona e della moneta unica. Perché se i mercati sono rimasti prudenti, non sono mancati segnali preoccupanti.
PIANO DI GARANZIA DEI DEPOSITI. Secondo quanto riferito dal Wall Street Journal, l’UE avrebbe valutato l’ipotesi di un piano di garanzia dei che coinvolga tutti i Paesi membri al fine di scongiurare la corsa agli sportelli bancari che si è verificata nei giorni precedenti in Grecia.
E se nel frattempo il premier Mario Monti ha invitato il suo omologo spagnolo Mariano Raioy al vertice con Francia e Germania (che non ha ancora risposto al Prof) previsto per giugno, i fari si sono tutti puntati soprattutto su François Hollande.
HOLLANDE VUOLE GLI EUROBOND, BERLINO FRENA. Dopo il suo debutto sulla scena internazionale al G8 di Camp David e al vertice Nato di Chicago, il neopresidente francese è atteso dall’esordio a livello europeo del 23 maggio.
Non è escluso che Hollande, fermo sostenitore degli Eurobond, sia destinato a scontrarsi con il no tedesco al progetto. Contrarietà ribadita anche dal portavoce di Berlino e condivisa dai liberali, alleati politici della Merkel.
Per la Francia, invece, gli Eurobond «sono un'idea molto importante, mercoledì il confronto deve essere aperto e su tutto», ha rilanciato dal canto suo il ministro delle Finanze francese Pierre Moscovici dopo l'incontro avuto con il collega tedesco Walfgang Schaeuble.
Un argomento sui cui è intervenuta anche la Commissione Ue, che ha giudicato i titoli comuni del debito pubblico europeo sono un «asset importante» ed «economicamente valido» riferendosi alle misure da mettere in campo per rispondere alla crisi.
GRECIA E SPAGNA SORVEGLIATI SPECIALI. Non si sono fermati nel frattempo i lavori in preparazione del vertice. Se nell’agenda del summit sono stati inseriti il ruolo della Bce e il rifinanziamento della Banca europea degli investimenti (Bei), le attenzioni dei leader dell’Unione si sarebbero concentrate soprattutto sulle sorti di Grecia e Spagna.
ATENE RESTI NELL'EURO. Secondo Joerg Asmussen, componente del direttorio della Bce, la «preferenza» di Francoforte resta per la permanenza di Atene nell'Eurozona. «Questo è il piano ‘A’a cui stiamo lavorando e ci sono più possibilità che venga realizzato».
Per questo hanno assunto un ruolo ancor più determinante le elezioni del 17 giugno in Grecia, ormai diventato una sorta di referendum sull’euro.
MADRID, SI TEME PER LA TENUTA DELLE BANCHE. Tensioni anche sul futuro di Madrid, dove il deficit 2011 è stato nuovamente rivisto verso l’alto, arrivando all’8,9%. Per la Spagna i timori si sono concentrati soprattutto sulla situazione del settore bancario.
Ma il ministro dell'Economia Luis de Guindos ha smentito la necessità di ricorrere all'aiuto esterno per fronteggiare le esigenze del sistema creditizio.
Eventuali iniezioni di liquidità potrebbero arrivare dal fondo di salvataggio statale per le banche (Frob).
Per la sola Bankia sono stati stimati aiuti tra i 7 e i 10 miliardi di euro.
APPELLO DI VAN ROMPUY: «MISURE CREDIBILI». Tutte incognite preoccupanti, che hanno spinto il presidente permanente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy a lanciare un appello ai leader europei, invitandoli a confrontarsi «apertamente e senza tabù».
Non solo sulle misure anti-crisi, con l'obiettivo di varare a fine giugno un pacchetto di interventi «credibile», ma anche su eventuali nuovi «cambiamenti fondamentali» dell'Unione monetaria nell'ottica di arrivare a una maggiore integrazione.

Nessun commento:

Posta un commento