“Il
passato conteso”, titola Népszabadság dedicando la prima pagina alle reazioni
suscitate in Europa dalla nostalgia del governo nazionalista di Viktor Orbán
per il regime fascista dell’ammiraglio Miklós Horthy (1920-1944). Recentemente
la rivista Magyar Narancs aveva parlato del ritorno del culto di Horthy: un po’
ovunque nel paese sono state collocate statue e targhe dedicate al dittatore,
con la benedizione dei comuni amministrati da Fidesz (il partito di Orbán), del
governo e della stampa conservatrice.
L’ultimo
episodio riguarda la Romania, dove vive un’importante comunità magiarofona e
dove la sepoltura delle ceneri del controverso poeta d’origine ungherese József
Nyirő (1889-1953) voluta dal governo di Budapest è stata vietata dalle
autorità. Arrivate dalla Spagna (dove Nyirő è morto) per essere sepolte nel
villaggio transilvano di Odorheiul Secuiesc, le ceneri sono attualmente
bloccate a Budapest. Le autorità romene si rifiutano di farle entrare nel paese
e hanno scatenato quella che il quotidiano romeno Evenimentul Zilei ha definito “caccia elle ceneri”. “Alcuni
politici di Budapest contribuiscono a tessere le lodi di un antisemita legato
all’estrema destra”, commenta Népszabadság. La Romania ha proibito dal 2002
ogni commemorazione o omaggio per gli eroi del fascismo e dell’antisemitismo.
Anche
i rapporti con Mosca si sono deteriorati, scive
Nèpszabadsag citando l’ambasciatore russo in Ungheria. Il diplomatico
ha
ribadito che Mosca non approva la recente riscrittura della storia della
Seconda guerra mondiale compiuta dal governo ungherese. Secondo l’ambasciatore
gli storici revisionisti ungheresi riecheggiano la propaganda di Horthy e
tacciono sulle atrocità commesse dall’esercito ungherese in Unione sovietica.
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