Jakob
Augustein 19 giugno 2012 DER SPIEGEL AMBURGO
Un automobilista si sbaglia e
imbocca l’autostrada contromano. La cosa viene segnalata alla radio. “Una
macchina contromano?”, si dice l’interessato, “ma se ce ne sono centinaia!”
Questo automobilista è Angela Merkel, e la macchina che conduce è la Germania.
Stiamo andando contromano rispetto alla ragione politica ed economica e ne
siamo anche orgogliosi. Diciamo che tutti vogliono il “nostro” denaro, ma non è
vero, è qualcosa di molto di più importante del nostro denaro a essere in
gioco.
Angela Merkel lavora a un progetto
pericoloso, indebolire l’impegno europeo dei tedeschi. La cancelliera cerca di
farci credere che l’Europa consiste in quello che la Germania vuole accettare o
meno, a seconda dei suoi interessi a breve termine. In questo modo l’Europa diventa
res publica amissa, una “cosa pubblica abbandonata”. Abbiamo già conosciuto
questa situazione e sappiamo cosa ha prodotto. L’Europa è come la repubblica di
Weimar. E quando il popolo tedesco ha abbandonato Weimar, ha abbandonato anche
la democrazia.
Tutti i discorsi sul “nostro denaro”
– che tutti ci invidierebbero – sono solo chiacchiere disgustose. La
cancelliera non lo dice apertamente ma affida questo compito al quotidiano
popolare Bild. Né Merkel né quest’ultimo si preoccupano veramente dell’Europa.
Il loro cuore e la loro testa sono per la Nato. Tuttavia l’America ha perso
parte della sua superbia e non è più un partner affidabile. La cancelliera e la
Bild commettono un grave sbaglio seppellendo la grande idea del dopoguerra
della Germania come potenza media destinata ad avere un futuro solo nell’ambito
della comunità europea. Si comportano come se potessimo scegliere fra la via
tedesca e quella europea. Con la differenza che non esiste la via tedesca. Che
cosa farà Merkel quando l’euro sarà scomparso, così come lo spazio Schengen e
tutti i vantaggi comunitari, frutto di sessant’anni di integrazione europea?
Punterà sulla Cina?
Subito dopo l’arrivo al potere di
Hitler, [lo scrittore e storico antinazista] Sebastian Haffner scriveva: “Non
vi sono altre parole per dirlo: molti tedeschi si sentono sollevati e liberati
dalla democrazia”. Quale sentimento si impadronirebbe dell’Europa se l’euro
dovesse scomparire e con lui la stessa Unione? Sarebbe ora che i tedeschi
cominciassero a considerare in questi termini la crisi attuale.
La grande
incerta
Ma cerchiamo di rimanere calmi.
Nessuno in Germania vuole seriamente che i tedeschi paghino i debiti
dell’Europa. L’epoca del cambio su base aurea – quando la compensazione dei
pagamenti fra banche centrali si faceva a Fort Knox [dove sono conservate le
riserve auree degli Stati Uniti] e i lingotti d’oro transitavano da una camera
blindata all’altra – è finita. Un’unione bancaria e l’emissione di euro-bond
dovrebbero far entrare la Germania in un sistema di garanzie reciproche. È
l’unico mezzo per evitare la dissoluzione dell’Europa.
Dal punto di vista storico è triste
vedere che a capo di questa crisi si trovi una cancelliera che non sembra
tenere all’Europa. Anche nei momenti che possiamo definire storici, è importante
riconoscere la realtà politica. Ma solo per cambiarla in meglio. È quindi utile
chiedersi che cosa sarebbe potuto succedere in altre circostanze. “La questione
‘che cosa sarebbe successo se questa o quella cosa non si fosse verificata’ è
quasi sempre rifiutata, eppure è proprio qui il punto essenziale”, scriveva
Nietzsche. Spesso attribuiamo alle grandi istituzioni (stati, imperi e così
via) l’evoluzione della storia, ma nei momenti decisivi è l’individuo a essere
al centro della storia. Se Federico III non fosse morto per un tumore della
laringe dopo solo 99 giorni di regno e se Bismarck fosse rimasto più a lungo al
suo fianco, si sarebbe forse potuta evitare la prima guerra mondiale.
Si può quindi ipotizzare che fin
dall’inizio della crisi un cancelliere socialdemocratico non si sarebbe
comportato come Merkel, la grande incerta. E si può sperare che un nuovo
cancelliere – uomo o donna che sia – si comporterà diversamente dopo le
prossime elezioni. Un piccolo indizio lascia ben sperare: la socialdemocratica
Hannelore Kraft ha preso il posto di Merkel come politica preferita dai
tedeschi. L’Europa potrebbe ben presto vedere la fine delle sue pene.
Nessun commento:
Posta un commento