Pensare Globale e Agire Locale

PENSARE GLOBALE E AGIRE LOCALE


mercoledì 20 giugno 2012

FRANCIA - Sarkò, lo spettro dell'affaire Karachi

L'ex presidente denunciato di violazione del segreto istruttorio sulle presunte tangenti prelevate sulla vendita di armi al Pakistan.


di Paolo Saccò

Mercoledì, 20 Giugno 2012 - Nicolas Sarkozy ha ufficialmente dato inizio alla sua nuova carriera. Martedì 19 giugno, infatti, l'ex-inquilino dell'Eliseo è comparso in qualità di personaggio pubblico e funzionario dello Stato per la prima volta dal fatidico momento in cui, qualche settimana fa, aveva varcato il cancello della presidenza, lasciando il posto al socialista François Hollande. La giornata, pero', non si è svolta secondo i piani del diretto interessato, almeno in parte.
LA SPADA DI DAMOCLE DELL'AFFARE KARACHI. Il compagno di Carlà si è dovuto difendere su più fronti. Sono almeno tre le questioni aperte che Sarkò non potrà fingere di ignorare: i suoi problemi giudiziari, tornati proprio martedì 19 in primo piano; la designazione del capogruppo Ump alla Camera, che sta scatenando lotte fratricide; il bilancio della sua presidenza, che è stato discusso nelle ultime ore nella stessa fazione neogollista.
Il fatto più grave si è manifestato in mattinata, quando è scattata una denuncia nei confronti dell'ex-presidente per «violazione del segreto istruttorio e del segreto professionale», con tanto di costituzione di parti civili. Si tratta dell'affare Karachi, lo scandalo politico al centro del quale ci sarebbero delle presunte tangenti prelevate sulla vendita di armi al Pakistan. A causa degli sviluppi della vicenda hanno perso la vita numerosi cittadini francesi: secondo le autorità, l'attentato perpetrato in Pakistan (a Karachi, appunto) avrebbe per movente la vendetta politica.
IL COMUNICATO DI SARKÒ SOTTO LA LENTE. In particolare, un comunicato ufficiale del servizio stampa di Sarkò, pubblicato il 22 settembre 2001, riportava la frase «per quanto concerne il cosiddetto affare Karachi, il nome del capo dello Stato non compare in nessun elemento della procedura, né è stato citato da alcun testimone coinvolto, come si puo' desumere dagli atti».
VIOLAZIONE DELL'INDIPENDENZA DELLA GIUSTIZIA. La dichiarazione, che ai tempi aveva destato grande scalpore, sottende una grave violazione del principio di indipendenza della giustizia, di cui il Presidente è garante. Nessuno, durante la fase istruttoria, ha il diritto di conoscere gli elementi portati agli atti, men che meno i funzionari alle dipendenze dell'esecutivo. Nel caso in cui la denuncia venisse accolta dalla procura di Parigi e dovesse scattare l'avviso di garanzia, come lo richiede l'avvocato della parte civile Morice, Sarkozy verrebbe tradotto davanti all'alta corte di giustizia della Repubblica, organo preposto alla celebrazione dei processi nei quali l'imputato è un ex-ministro o un ex-inquilino dell'Eliseo.
TANGENTI DIROTTTATE IN LUSSEMBURGO. All'epoca dei fatti, l'ex presidente francese era titolare del dicastero dei Conti pubblici, e la magistratura sospetta che abbia autorizzato la creazione di una società in Lussemburgo il cui scopo era quello di far transitare le tangenti per poi riciclarle e utilizzarle per finanziare la campagna elettorale di Edouard Balladur, candidato sostenuto dal compagno di Carlà e per il quale quest'ultimo teneva i registri contabili di campagna.

L'ex presidente comunque presente alla seduta del Consiglio costituzionale

Nonostante il contesto esplosivo, Nicolas Sarkozy ha scelto di recarsi ugualmente alla sua prima seduta del Consiglio costituzionale, dove gli spetta di diritto una poltrona assieme agli altri saggi. Durante la plenaria, ha partecipato alla discussione di due questioni prioritarie di costituzionalità (quesiti posti dai cittadini all'istituzione sulla costituzionalità delle norme).
Tema della mattinata: lo statuto dei cittadini algerini in Francia e il matrimonio dei maggiorenni sotto tutela legale. Questioni molto tecniche, insomma, ma come ha dichiarato un funzionario del Consiglio «Nicolas Sarkozy non ha fatto domande, così come gli altri membri».
Il presidente dell'istituzione, Jean-Louis Debré, ha commentato: «La seduta si è svolta senza particolari problemi, abbiamo esaminato casi interessanti davanti a una sala stracolma, come al solito per le Qpc». Come a dire: una giornata normale, né più né meno importante delle altre.
LE FAZIONI DIVISE DELL'UMP. Ma oltre ai suoi problemi con la giustizia e il suo nuovo impegno di costituzionalista, Sarkò ha altre questioni da risolvere. In primo luogo, è stato invitato a prendere posizione nella guerra fratricida che sta dividendo la sua fazione, l'Ump, come ha notato Le Figaro. Eppure, strano ma vero, l'ex-capo di Stato «non sostiene nessuno» nella corsa alla carica di capogruppo in Parlamento. Anzi: ha fatto sapere di non volersi sbilanciare per nulla al mondo e di non essersi interessato «né da lontano né da vicino» alla faccenda, come ha detto uno dei suoi più fidati amici Brice Hortefeux.
La destra non si è lasciata impressionare dal silenzio del compagno di Carlà. Alcuni, come Xavier Bertrand, hanno fatto sapere di aver ricevuto, in via privata, il nullaosta di Sarkò per presentarsi, come ha sottolineato l'editorialista del Nouvel Observateur Bruno Roger-Petit. Ma la fazione neogollista dovrà probabilmente scegliere tra Rachida Dati e Bruno Le Maire, già ministri nel governo Fillon I.
UN BILANCIO DEL QUINQUENNIO DI GOVERNO. Come se non bastasse, i conservatori hanno finalmente infranto il tabù della legislatura Sarkozy, dando inizio a un esame pubblico del bilancio del quinquennio appena trascorso, come ha analizzato Le Monde. La strategia dell'irrigidimento delle posizioni antiprogressiste, voluta dall'eminenza grigia di Sarkò, è stata particolarmente criticata.

Nessun commento:

Posta un commento