La catastrofe per Atene
e l’Europa sembra allontanarsi. I socialisti del Pasok anche questa volta sono
chiamati a svolgere un ruolo decisivo per il futuro del Paese. La serata del
voto più importante della recente storia ellenica è iniziata ieri con un
drammatico testa a testa tra destra e sinistra, ma poi i risultati hanno
confermato gli exit poll e le proiezioni con una vittoria dei conservatori
pro-Euro di Nea Dimokratia. Quando è stato scrutinato oltre il 50% dei seggi,
Nea Dimokratia è oltre il 30,35%, mentre Syriza è poco oltre il 26%, terzo il
Pasok con il 12,65%. A seguire i Greci Indipendenti 7,45 %, Alba Dorata 6,95%,
Sinistra democratica 6,05%, partito comunista Kke 4,46%. Vincendo le elezioni,
i conservatori ottengono i 50 seggi del premio di maggioranza. Al momento, Nea Dimokratia
avrebbe 130 seggi, Syriza 70 e il Pasok 34. Conservatori e socialisti, insieme,
avrebbero dunque la maggioranza dei seggi sui 300 disponibili in Parlamento.
I
SOCIALISTI DETERMINANTI, GOVERNO DI CORRESPONSABILITA’ – Il Pasok di Evangelos Venizelos
diventa determinante per assicurare una maggioranza in Parlamento. Il leader
dei socialisti ha annunciato di essere favorevole a un governo di coalizione
insieme a Nea Dimokratia e avanzando la proposta di un governo di
“corresponsabilità” sostenuto da quattro partiti: Pasok, Nea Dimokratia, Syriza
e il piccolo Dimar, la sinistra democratica. Ma da Syriza è arrivato un secco
no, anche perché su posizioni troppo distanti: la sinistra radicale guidata da
Alexis Tsipras pur ammettendo la debacle alle urne, avrebbe comunque voluto
ridiscutere da zero le misure imposte dalla Trojika.
10
MILIONI DI GRECI AL VOTO
– Nonostante il suo nuovo exploit elettorale Tsipras, che voleva cancellare il
Memorandum e metter fine all’austerità, non ce l’ha fatta a intercettare a
sufficienza il malessere dei greci, mentre si segnala il nuovo, inquietante
successo dei neonazisti di Alba Dorata, che otterrebbero una percentuale del
voto tra il 6 e il 7%, simile a quella del 6 maggio. In una giornata di grande
caldo, e senza particolari problemi (a parte le due granate rinvenute inesplose
presso la sede del gruppo editoriale della tv Skai e del quotidiano Kathimerini
a Faliro, sulla costa ateniese), quasi 10 milioni di greci sono andati alle
urne con gli occhi del mondo puntati addosso, mentre le banche centrali
internazionali preparavano piani d’emergenza per il possibile terremoto che da
Atene si sarebbe propagato in tutta Europa e forse oltre. E i greci sembrano
aver scelto territori già conosciuti, con tutti i loro limiti, invece che
avventurarsi in lande sconosciute.
BALZO
EURO A MASSIMI 3 SETTIMANE
– Intanto l’euro schizza ai massimi da tre settimane sul dollaro dopo il voto
in Grecia, che allontana lo spettro di un’uscita di Atene dall’area euro. La
moneta unica, sul mercato australiano, sale nei confronti del biglietto verde a
1,2730. L’euro si rafforza anche nei confronti dello yen a 100,45. Di certo
l’esito del voto potrebbe dare una boccata d’ossigeno all’Europa e ai mercati
nel breve termine e allontanare lo spettro delle speculazioni. Ma l’attenzione
degli investitori e’ tutta sulla coalizione che il partito vincente riuscira’ a
formare.
SAMARAS,
SUBITO GOVERNO SALVEZZA NAZIONALE
– Se i risultati parziali si confermeranno, come pare ormai quasi sicuro, una
coalizione tra socialisti e centrodestra avrebbe i numeri per governare.
Tuttavia, notano gli analisti anche dopo l’appello di Venizelos, sarà
probabilmente necessario portare al governo anche la Sinistra democratica,
conferendo a questa maggioranza almeno una solidità parlamentare tale da
consentire le politiche di riforma drastica di cui il Paese ha bisogno. E anche
la reazione del centrodestra punta in questa direzione, con il leader di Nea
Dimokratia Antonis Samaras che si e’ detto convinto di poter formare al piu’ presto
un governo di salvezza nazionale, appellandosi a tutti i partiti pro-Euro.
Anche Dora Bakoyannis, ex ministro degli Esteri tornata a Nea Dimokratia, ha
rivendicato la vittoria del suo partito e ha delineato lo scenario politico di
domani: “Siamo il primo partito – ha detto – e’ venuta l’ora di formare un
governo di unità nazionale per uscire dalla crisi”. La vita politica greca si
avvia a un’ennesima, complessa fase. Ma stasera, Atene e l’Europa possono
tirare un sospiro di sollievo.
Lucio
FIlipponio
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