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lunedì 18 giugno 2012

GRECIA - I SOCIALISTI DEL PASOK SALVANO LA GRECIA DALL’INCUBO DRACMA: GOVERNO DI CORRESPONSABILITA’ CON I CONSERVATORI


La catastrofe per Atene e l’Europa sembra allontanarsi. I socialisti del Pasok anche questa volta sono chiamati a svolgere un ruolo decisivo per il futuro del Paese. La serata del voto più importante della recente storia ellenica è iniziata ieri con un drammatico testa a testa tra destra e sinistra, ma poi i risultati hanno confermato gli exit poll e le proiezioni con una vittoria dei conservatori pro-Euro di Nea Dimokratia. Quando è stato scrutinato oltre il 50% dei seggi, Nea Dimokratia è oltre il 30,35%, mentre Syriza è poco oltre il 26%, terzo il Pasok con il 12,65%. A seguire i Greci Indipendenti 7,45 %, Alba Dorata 6,95%, Sinistra democratica 6,05%, partito comunista Kke 4,46%. Vincendo le elezioni, i conservatori ottengono i 50 seggi del premio di maggioranza. Al momento, Nea Dimokratia avrebbe 130 seggi, Syriza 70 e il Pasok 34. Conservatori e socialisti, insieme, avrebbero dunque la maggioranza dei seggi sui 300 disponibili in Parlamento.

I SOCIALISTI DETERMINANTI, GOVERNO DI CORRESPONSABILITA’ – Il Pasok di Evangelos Venizelos diventa determinante per assicurare una maggioranza in Parlamento. Il leader dei socialisti ha annunciato di essere favorevole a un governo di coalizione insieme a Nea Dimokratia e avanzando la proposta di un governo di “corresponsabilità” sostenuto da quattro partiti: Pasok, Nea Dimokratia, Syriza e il piccolo Dimar, la sinistra democratica. Ma da Syriza è arrivato un secco no, anche perché su posizioni troppo distanti: la sinistra radicale guidata da Alexis Tsipras pur ammettendo la debacle alle urne, avrebbe comunque voluto ridiscutere da zero le misure imposte dalla Trojika.

10 MILIONI DI GRECI AL VOTO – Nonostante il suo nuovo exploit elettorale Tsipras, che voleva cancellare il Memorandum e metter fine all’austerità, non ce l’ha fatta a intercettare a sufficienza il malessere dei greci, mentre si segnala il nuovo, inquietante successo dei neonazisti di Alba Dorata, che otterrebbero una percentuale del voto tra il 6 e il 7%, simile a quella del 6 maggio. In una giornata di grande caldo, e senza particolari problemi (a parte le due granate rinvenute inesplose presso la sede del gruppo editoriale della tv Skai e del quotidiano Kathimerini a Faliro, sulla costa ateniese), quasi 10 milioni di greci sono andati alle urne con gli occhi del mondo puntati addosso, mentre le banche centrali internazionali preparavano piani d’emergenza per il possibile terremoto che da Atene si sarebbe propagato in tutta Europa e forse oltre. E i greci sembrano aver scelto territori già conosciuti, con tutti i loro limiti, invece che avventurarsi in lande sconosciute.

BALZO EURO A MASSIMI 3 SETTIMANE – Intanto l’euro schizza ai massimi da tre settimane sul dollaro dopo il voto in Grecia, che allontana lo spettro di un’uscita di Atene dall’area euro. La moneta unica, sul mercato australiano, sale nei confronti del biglietto verde a 1,2730. L’euro si rafforza anche nei confronti dello yen a 100,45. Di certo l’esito del voto potrebbe dare una boccata d’ossigeno all’Europa e ai mercati nel breve termine e allontanare lo spettro delle speculazioni. Ma l’attenzione degli investitori e’ tutta sulla coalizione che il partito vincente riuscira’ a formare.

SAMARAS, SUBITO GOVERNO SALVEZZA NAZIONALE – Se i risultati parziali si confermeranno, come pare ormai quasi sicuro, una coalizione tra socialisti e centrodestra avrebbe i numeri per governare. Tuttavia, notano gli analisti anche dopo l’appello di Venizelos, sarà probabilmente necessario portare al governo anche la Sinistra democratica, conferendo a questa maggioranza almeno una solidità parlamentare tale da consentire le politiche di riforma drastica di cui il Paese ha bisogno. E anche la reazione del centrodestra punta in questa direzione, con il leader di Nea Dimokratia Antonis Samaras che si e’ detto convinto di poter formare al piu’ presto un governo di salvezza nazionale, appellandosi a tutti i partiti pro-Euro. Anche Dora Bakoyannis, ex ministro degli Esteri tornata a Nea Dimokratia, ha rivendicato la vittoria del suo partito e ha delineato lo scenario politico di domani: “Siamo il primo partito – ha detto – e’ venuta l’ora di formare un governo di unità nazionale per uscire dalla crisi”. La vita politica greca si avvia a un’ennesima, complessa fase. Ma stasera, Atene e l’Europa possono tirare un sospiro di sollievo.

Lucio FIlipponio

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