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martedì 19 giugno 2012

INGHILTERRA - Falkland, Cameron sfida Kirchner

Tensione al G20, Londra attacca la politica di Buenos Aires. Ma la contesa è sul possesso delle isole.

di Lorenzo Berardi

Londra Martedì, 19 Giugno 2012 - David Cameron contro Cristina Fernandez de Kirchner. Lunedì 18 giugno il premier britannico è tornato ad attaccare la presidente argentina accusando Buenos Aires di adottare una politica internazionale retrograda e basata sul protezionismo. Un riferimento netto, ma sottinteso alle nuove turbolenze diplomatiche in corso fra Regno Unito e Argentina in merito alla sovranità sulle isole Falkland o Malvinas.
CAMERON SFIDA BUENOS AIRES. La novità è che questa volta il primo ministro inglese ha scelto la platea mondiale del G20 in corso nella messicana Los Cabos per scagliarsi contro la linea politica, economica e commerciale di Buenos Aires. Una scelta che rischia di deteriorare ancora di più i già tesi rapporti fra i due Paesi, entrambi membri del G20.
REFERENDUM ENTRO L'ESTATE 2013. Entro l'estate del 2013, gli abitanti delle isole Falkland sceglieranno se restare sotto la sfera di influenza di Londra o se passare sotto quella di Buenos Aires in un referendum approvato dal governo inglese e contestato da quello argentino vista la netta predominanza di cittadini di origine britannica nell'arcipelago.
Nel frattempo le autorità dell'Argentina hanno deciso di appellarsi al segretario dell'Onu Ban Ki-Moon per chiedere la «decolonizzazione dell'arcipelago».

Il Regno Unito attacca l'Argentina sulla diplomazia internazionale


Uno scontro quello per la sovranità sulle Falkland-Malvinas che ha ripreso vigore negli ultimi mesi quando all'importanza strategica del remoto arcipelago si è aggiunta anche la consapevolezza degli ingenti giacimenti petroliferi presenti nelle acque che lo circondano. Ragioni ulteriori più che sufficienti per riaccendere la miccia del confronto fra Buenos Aires e Londra con il governo argentino che ritiene l'arcipelago ad appena 450 chilometri dalla costa argentina come parte integrante del proprio territorio nazionale.
BOICOTTAGGIO DEI PRODOTTI INGLESI. Una battaglia questa volta solo economica e diplomatica, consumatasi a colpi di azioni legali nei confronti delle ricerche petrolifere inglesi nei dintorni delle isole, dalla richiesta di cancellare i voli diretti per l'arcipelago provenienti dal Cile e da un boicottaggio ai prodotti inglesi incoraggiato dal governo Kirchner.
Una strategia alla quale si sono aggiunti spot pubblicitari che definiscono le isole “suolo argentino”   e purtroppo contornata da scontri consumatisi per le strade di Buenos nel 30esimo anniversario dello scoppio del conflitto.

Kirchner si rifiuta di visitare le isole contese


Un confronto sempre più teso quello fra premier britannico e presidente argentina e fatto non solo di parole, ma anche di gesti significativi. Secondo quanto pubblicato lunedì 18 giugno dal Penguin News, l'unico quotidiano delle Falkland, Kirchner avrebbe snobbato un invito ufficiale rivoltole dalle autorità locali a recarsi nell'arcipelago per incontrarne i residenti.
Una chiusura a priori a qualsiasi dialogo con i residenti delle isole contese dimostrata dal fatto che il ministro degli Esteri di Buenos Aires, Hector Timmermann, ha rifiutato di prendere in considerazione la lettera contenente l'invito rivolto alla Kirchner.
DELUSIONE PER LA DECISIONE. «Siamo incredibilmente delusi per il fatto che la presidente argentina abbia deciso di non accettare la nostra lettera d'invito per discutere assieme delle Falkland. Questo rifiuto dimostra l'atteggiamento del governo argentino nei confronti dei residenti di questo arcipelago che è quello di ignorarne l'esistenza, di negare i nostri diritti umani e di non riconoscere il nostro diritto a decidere il nostro futuro», ha commentato Gavin Short, portavoce dell'assemblea legislativa delle Falkland.
ALL'ORIZZONTE NESSUNA SOLUZIONE. In attesa dell'esito del referendum previsto nel giro di un anno, appare quasi impossibile che il clima fra Londra e Buenos Aires a proposito della sovranità sul arcipelago possa divenire più disteso. Entrambi i Paesi sono convinti di avere ragione in merito alle Falkland-Malvinas e né Cameron né Kirchner hanno alcuna intenzione di scendere a compromessi. Almeno per il momento.

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