Pensare Globale e Agire Locale

PENSARE GLOBALE E AGIRE LOCALE


venerdì 22 giugno 2012

INGHILTERRA - Labour, dietrofront sugli immigrati

Miliband contro l'apertura delle frontiere verso l'Europa dell'Est: «Penalizzano i lavoratori inglesi».
di Lorenzo Berardi

Londra, Venerdì, 22 Giugno 2012  - Cambiare le regole sull'immigrazione per evitare di favorire i lavoratori stranieri nel Regno Unito a scapito dei cittadini britannici. Impedire alle aziende d'Oltremanica di assumere personale a basso costo.
La doppia proposta è arrivata per voce del leader laburista Ed Miliband. Un'uscita a sorpresa e che segna un netto cambio di rotta nelle posizioni del centrosinistra britannico in merito alle politiche sull'accoglienza e sul lavoro.
ERORRE APRIRE LE FRONTIERE. In un'intervista rilasciata al Guardian giovedì 21 giugno il segretario del partito laburista ha anticipato i contenuti di quanto dichiarato il giorno successivo in un discorso fatto all'Institute for public policy research.
Nello specifico, Miliband ha definito un errore la scelta compiuta dal governo di Tony Blair nel 2004 di aprire le frontiere all'immigrazione proveniente dai Paesi dell'Europa dell'Est all'epoca appena entrati nell'Unione europea.
Un'apertura che ha significato un incremento medio di 13 mila immigrati all'anno, secondo i dati presentati nell'estate 2011 dall'Office for national statistics del Regno Unito.

I Labour temono il disagio dei cittadini sull'occupazione


Un incremento di manodopera che ha avuto conseguenze positive sulla crescita dell'economia e della produttività d'Oltremanica ma che, secondo il leader dei Labour, «ha lasciato indietro molte persone le cui preoccupazioni per la mancanza di occupazione dovuta alla concorrenza di lavoratori stranieri non siamo stati capaci di comprendere».
Ecco spiegate la principale ragione alla base dell'inatteso dietrofront laburista sul tema dell'accoglienza: la sensazione di non essere stati capaci di cogliere il disagio della gente comune, perdendo consensi proprio fra le classi meno abbienti. Una posizione destinata ora a cambiare.
LIMITE PER I LAVORATORI STRANIERI. Qualora i Labour dovessero tornare al governo, ha assicurato Miliband, verranno posti limiti al numero di nuovi arrivi provenienti da Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia, Ungheria e Stati baltici così come ai potenziali lavoratori bulgari e romeni dopo l'ingresso dei rispettivi Paesi nell'Ue avvenuto nel 2007.
«È stato un errore decidere di non imporre controlli sugli arrivi provenienti dai Paesi dell'Est Europa. Abbiamo gravemente sottostimato il numero di persone intenzionate a raggiungere il Regno Unito. Ci siamo lasciati abbagliare dalla globalizzazione dimostrandoci troppo ottimisti circa la sue conseguenze», ha ammesso Miliband in un passaggio riportato dal Financial Times.
MAGGIORI CONTROLLI ALLE FRONTIERE. Un articolo dell'Independent ha sintetizzato i punti principali della nuova linea del segretario laburista.
Primo fra tutti il divieto alle agenzie di collocamento britanniche di assumere solamente o principalmente lavoratori stranieri. In secondo luogo un sistema di controlli nazionali che avverta quando la soglia del 25% di lavoratori non britannici sottopagati è raggiunta in una certa area geografica o in un determinato settore occupazionale. Terzo obiettivo di Miliband junior è quello di intensificare i controlli alle frontiere in vista dell'ingresso di Croazia e Turchia nell'Ue, previsto a partire dal 2013.
MULTE PER CHI ASSUME SENZA REGOLE. Come già ipotizzato da un rapporto curato dalla commissione parlamentare dell'Home affairs select committee nell’agosto 2011, quindi Ankara fa paura anche se, per il momento, è l'ingresso di Zagabria nell'Ue a essere certo entro il 2013.
Infine, il leader laburista ha auspicato leggi più severe per il rispetto del salario minimo garantito con il raddoppio delle sanzioni economiche oggi previste per i datori di lavoro che assumono personale pagandolo meno di quanto dovuto, portando le multe a 10 mila sterline (circa 12.400 euro).

Penalizzati i disoccupati e le persone più povere


Secondo il leader dei Labour è stata soprattutto o unicamente la classe media d'Oltremanica a trarre vantaggio dell'arrivo di manodopera qualificata e a costi più competitivi dai Paesi dell'Est Europa.
Al contrario, le classi più povere, disoccupati e persone in cerca di una prima occupazione sono stati danneggiati dall'incremento della forza lavoro straniera, che molte aziende hanno scelto di assumere risparmiando tanto sugli stipendi quanto evitando di formare la manodopera locale.
I LABOUR SFIDANO UN TABÙ. «Le persone che oggi si preoccupano per l'immigrazione, ci pensano e ne discutono non sono affatto dei fanatici bigotti, ma sono angosciate per il proprio futuro», ha affermato Miliband. Un riferimento, quest'ultimo, riportato dal Telegraph e che rappresenta un'autocritica ai Labour per avere spesso ritenuto la presenza di lavoratori stranieri Oltremanica un argomento tabù o di pertinenza del centrodestra britannico.
GAFFE DI BROWN NEL 2010. Inoltre, come evidenziato dal Daily Mail le parole dell'attuale leader laburista suonano anche come un'accusa velata all'ex primo ministro Gordon Brown, «il quale durante la campagna elettorale 2010 bollò come 'donna bigotta' una pensionata pro Labour che gli aveva espresso i propri timori per l'immigrazione nel Regno Unito».
Una gaffe che costrinse Brown a fare pubblica ammenda e contribuì ad affossare le speranze di una conferma per l'allora inquilino del 10 di Downing street.
MEA CULPA DA PARTE DELLA SINISTRA. E che il tema dell'immigrazione, collegato al mondo dell'occupazione, resti un argomento scomodo nel dibattito interno del partito laburista, lo ha confermato anche il ministro ombra per il Lavoro, Yvette Cooper.
In un'intervista rilasciata il 21 giugno al Times e ripresa da Bbc News, Cooper ha riconosciuto come «quando eravamo al governo non abbiamo fatto abbastanza per rispondere alle preoccupazioni dei cittadini sulla presenza di immigrati. E durante il voto del 2010 gli elettori hanno avuto la sensazione che il sistema d'accoglienza esistente fosse imperfetto e che i politici Labour non li ascoltassero. Abbiamo bisogno di cambiare su questo tema».
Si profila quindi un'inattesa apertura dell'opposizione alla politica perseguita negli ultimi mesi dalla coalizione conservatrice-liberale e da David in persona con l'obiettivo di «ridurre di decine di migliaia» gli arrivi d'immigrati destinati a restare nel Regno Unito entro il 2015.

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