Pensare Globale e Agire Locale

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martedì 26 giugno 2012

INGHILTERRA - Welfare, Cameron all'attacco

Per ridurre la spesa, il premier punta ai tagli dei sussidi sociali e della disoccupazione.
Londra, Martedì, 26 Giugno 2012 -  David Cameron all'attacco del welfare. Lunedì 25 giugno, durante un discorso pronunciato nel Kent, il premier inglese ha fatto capire di avere idee ben precise su come ridurre l'ammontare delle spese che ogni anno lo Stato destina ai sussidi sociali e di disoccupazione, oggi particolarmente generosi nel Regno Unito. Benefit che, secondo Cameron, vanno ridotti e meglio indirizzati con l'obiettivo di ridurre gli sprechi e disincentivare coloro che preferiscono chiamarsi fuori dal mercato del lavoro consapevoli di potere contare sull'aiuto economico dello Stato.
LINEE GUIDA SULLA SPESA. L'intenzione dichiarata del numero 10 di Downing street è di tracciare le linee guida sulla spesa pubblica nel settore sociale in vista delle elezioni di maggio 2015 al termine delle quali pare difficile ipotizzare che, qualunque sia l'esito delle urne, l'attuale coalizione conservatrice-liberale possa restare in piedi. E nonostante manchino ancora quasi tre anni al voto, il primo ministro appare deciso a riaffermare le posizioni del proprio partito a scapito di quelle dei liberaldemocratici di Nick Clegg pur consapevole che una simile mossa rischia di incrinare i rapporti all'interno della coalizione di governo.
RECUPERARE I VOTI TORY. Una strategia confermata dalla Bbc secondo cui la nuova proposta sul welfare del primo ministro rappresenta «un tentativo di riallacciare i rapporti con i parlamentari tory meno soddisfatti e che hanno accusato Cameron di annacquare i tradizionali valori del proprio partito per via dell'influenza dei liberaldemocratici».

Rivedere il sussidio per favorire chi ha realmente bisogno di aiuto


È toccato a Bbc News riassumere gli otto punti salienti della nuova proposta cameroniana sullo stato sociale in vista del manifesto elettorale che il partito conservatore presenterà alle elezioni del 2015.
Fra le principali innovazioni proposte dal 10 di Downing street vi sono la necessità di separare l'entità dei benefit di disoccupazione dall'inflazione basandoli invece sul valore reale degli stipendi oltre alla necessità di rivedere il meccanismo di attribuzione dei sussidi che oggi favorisce nettamente le coppie senza lavoro con figli.
Inoltre, Cameron intende ridurre il limite massimo dei sussidi per la casa a 20 mila sterline (25 mila euro) all'anno assicurandosi che gli alloggi popolari vadano soltanto a chi realmente ne ha bisogno, escludendo quindi tutti coloro che guadagnano a sufficienza per permettersi un mutuo o pagare affitti a prezzi di mercato.
NIENTE BONUS CASA AGLI UNDER 25. Non è tutto. Come riportato dal Guardian, infatti, il premier conservatore, ha in mente di impedire l'accesso ai bonus sulla casa ai minori di 25 anni. Un'ipotesi che, se tradotta in realtà, rischia di rimandare il momento in cui molti giovani inglesi decidono di lasciare casa dei genitori e formare una propria famiglia.
Un rischio, quello di decine di migliaia di giovani britannici potenzialmente costretti a gravare sugli stipendi dei propri genitori, che non preoccupa Cameron fiducioso su una ripresa dell'occupazione giovanile di qui al 2015. Di fatto, il 25 giugno il premier britannico non ha usato giri di parole, definendo l'attuale sistema di sussidi sociali e di disoccupazione «del tutto sbagliato» e auspicando la creazione di una nuova «cultura dei diritti» capace tanto di fronteggiare gli sprechi quanto di rilanciare l'economia d'Oltremanica.
NUOVI TAGLI FINO AL 2014. L' Indipendent ha definito l'insieme delle proposte di Cameron sul welfare come «la fine del conservatorismo compassionevole». Un nuovo taglio alla spesa pubblica che arriva dopo gli spending cuts da 81 miliardi di sterline (101 miliardi di euro) varati dal ministro per le Finanze conservatore per il periodo 2010-14 e già abbattutisi sui budget a disposizione di sanità, istruzione ed esercito.  Un risparmio significativo ma non sufficiente per ridare ossigeno alle casse dello Stato inglese, tanto è vero che l' Huffington Post ha stimato in ulteriori 10 miliardi di sterline i tagli necessari per permettere al governo Cameron di rispettare la propria tabella di marcia sulla riduzione del debito pubblico. E proprio dalla riduzione dei benefit sociali e da una maggiore attenzione su chi siano i destinatari dei sussidi, il primo ministro inglese spera di ottenere la cifra necessaria a fare quadrare i conti di Londra in caso di una propria conferma a Downing street dal maggio 2015 in poi.

Critiche all'approccio di Cameron sull'occupazione


Critiche le reazioni al discorso di Cameron provenienti dell'opposizione laburista che ha accusato il premier conservatore di un «approccio sbagliato al tema della mancanza di occupazione».
Secondo il New Statesman, Cameron ha riproposto il «mito dei benefit per la casa» dopo avere abbandonato da un pezzo il proprio slogan elettorale «We are all in this together», ossia siamo tutti sulla stessa barca.
A detta del settimanale di sinistra inglese, il primo ministro sbaglia nel sostenere che i sussidi destinati dal governo alle famiglie per agevolare il pagamento degli affitti o concedere abitazioni di dimensioni maggiori ai nuclei familiari più numerosi siano un benefit per i disoccupati.
Citando un recente studio condotto dalla Building and Social Housing Foundation,  il New Statesman ha precisato come «il 93% delle richieste di sussidi per la casa pervenute al governo fra il 2010 e il 2011 siano arrivate da famiglie che contavano almeno un lavoratore al loro interno».
CLEGG NON CONDANNA IL PREMIER. Meno dure del previsto, invece, le parole pronunciate dal vicepremier, il lib-dem Clegg, immediatamente dopo le dichiarazioni del premier sul welfare. Secondo Clegg, «Cameron ha parlato come leader del partito conservatore esprimendo le sue opinioni personali circa quello che vorrebbe accadesse dopo il 2015 ed è completamente libero di farlo al pari di qualsiasi altro segretario di partito».
Una frase che sembra preannunciare come lo stesso viceprimo ministro liberaldemocratico sia pronto a dire la propria sugli stessi temi, consapevole del fatto che fra tre anni lib-dem e conservatori torneranno a essere avversari alle urne, presentando proposte completamente diverse gli uni dagli altri. (
Lorenzo Berardi)

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