Sabato, 23
Giugno 2012 - «Mi auguro
che la riforma del mercato del lavoro venga approvata nei prossimi giorni anche
alla Camera», ha detto il 23 giugno a Venezia il ministro del Lavoro Elsa
Fornero. «D'altronde», ha aggiunto, «ho anche visto che c'é un orientamento dei
partiti di maggioranza in questa direzione e ho capito, discutendo con loro,
che ci tengono a qualche modifica».
APERTURA SULLE EVENTUALI MODIFICHE. Ed è su questa richiesta dei parlamentari che il ministro ha mostrato un'apertura: «Vedremo di discutere più approfonditamente le modifiche che ritengono necessarie». La riforma del lavoro «non finisce nel momento in cui viene approvata», ha sottolineato.
Per il ministro «si tratta di vedere come queste norme entrino ad operare e di capire quali possono essere migliorate, anche in corso di applicazione e monitoraggio». Monitoraggio, ha sottolineato Fornero, che «certamente dovrà essere impostato con grande serietà e determinazione».
APERTURA SULLE EVENTUALI MODIFICHE. Ed è su questa richiesta dei parlamentari che il ministro ha mostrato un'apertura: «Vedremo di discutere più approfonditamente le modifiche che ritengono necessarie». La riforma del lavoro «non finisce nel momento in cui viene approvata», ha sottolineato.
Per il ministro «si tratta di vedere come queste norme entrino ad operare e di capire quali possono essere migliorate, anche in corso di applicazione e monitoraggio». Monitoraggio, ha sottolineato Fornero, che «certamente dovrà essere impostato con grande serietà e determinazione».
Fornero a Squinzi:
«Convinta che in questa riforma ci siano molte cose positive anche per le
imprese»
In
risposta poi alle critiche fatte dal presidente di Confindustria Giorgio
Squinizi, che in questi giorni aveva definito la riforma del Lavoro una “boiata”,
il ministro ha commentato: «Ieri il presidente Squinzi ha detto che non è
ancora del tutto convinto, io sono invece convinta che ci siano in questa
riforma molte cose positive anche per le imprese».
«Con il mondo delle imprese», ha ricordato il ministro, «abbiamo già iniziato un colloquio». Oltre che per le imprese, Fornero si è detta convinta che il Ddl sul mercato del lavoro contenga «cose positive per le giovani generazioni. Questa», ha concluso, «è la preoccupazione forse maggiore del governo: evitare di avere una generazione a cui non diamo nessuna o pochissime opportunità».
La riforma, ha rilevato Fornero, «è stata molto contrastata e a qualcuno ha lasciato l'amaro in bocca perché voleva un decreto, e perché è una riforma complessa che tocca nel vivo la società, le imprese e i lavoratori di tutte le generazioni. È evidente», ha concluso, «che non era possibile farla per decreto».
ESODATI, TROVARE SOLUZIONE. Infine il ministro del Welfare ha parlato anche dell'argomento più spinoso del suo lavoro: il problema degli esodati «si tratta di trovare soluzioni che siano ispirate a equità e sostenibilità nel tempo», ha detto sottolineando che il governo ha «tutta la determinazione per esaminare il problema con grande attenzione».
«Vedremo di trovare, come già ha detto il presidente Monti, una soluzione ai problemi».
NUMERO DIFFICILE DA DEFINIRE. «C'é sempre», ha proseguito, «la richiesta di un numero (definito, ndr). Questo numero, siccome ci sono persone ancora al lavoro, non è ancora facile da definire». Quanto alle risorse per sostenere gli esodati, Fornero ha affermato: «Ho detto che cerchiamo soluzioni eque e sostenibili, stiamo lavorando in questa direzione».
«Con il mondo delle imprese», ha ricordato il ministro, «abbiamo già iniziato un colloquio». Oltre che per le imprese, Fornero si è detta convinta che il Ddl sul mercato del lavoro contenga «cose positive per le giovani generazioni. Questa», ha concluso, «è la preoccupazione forse maggiore del governo: evitare di avere una generazione a cui non diamo nessuna o pochissime opportunità».
La riforma, ha rilevato Fornero, «è stata molto contrastata e a qualcuno ha lasciato l'amaro in bocca perché voleva un decreto, e perché è una riforma complessa che tocca nel vivo la società, le imprese e i lavoratori di tutte le generazioni. È evidente», ha concluso, «che non era possibile farla per decreto».
ESODATI, TROVARE SOLUZIONE. Infine il ministro del Welfare ha parlato anche dell'argomento più spinoso del suo lavoro: il problema degli esodati «si tratta di trovare soluzioni che siano ispirate a equità e sostenibilità nel tempo», ha detto sottolineando che il governo ha «tutta la determinazione per esaminare il problema con grande attenzione».
«Vedremo di trovare, come già ha detto il presidente Monti, una soluzione ai problemi».
NUMERO DIFFICILE DA DEFINIRE. «C'é sempre», ha proseguito, «la richiesta di un numero (definito, ndr). Questo numero, siccome ci sono persone ancora al lavoro, non è ancora facile da definire». Quanto alle risorse per sostenere gli esodati, Fornero ha affermato: «Ho detto che cerchiamo soluzioni eque e sostenibili, stiamo lavorando in questa direzione».
Damiano: «Siamo stufi
del fatto che si diano i numeri, vorremmo partire dai diritti»
A non voler
più parlare di numeri ma di diritti è il capogruppo del Pd nella commissione
lavoro della Camera, Cesare Damiano: «Non siamo tra quelli che, a proposito di
lavoratori senza stipendio e senza pensione, chiedono di avere un numero certo.
Ci siamo stufati del fatto che si diano i numeri, molte volte tra loro
contradditori, e vorremmo invece partire dai diritti di queste persone, perché
le platee non sono facilmente quantificabili», ha detto.
MODIFICEH: SI PARTA DA ASPI E PARTITE IVA.«L'impegno assunto dal presidente del Consiglio di risolvere questo problema», ha continuato Damiano in una nota, «è per noi di alto valore e significato. Faremo in modo che agli impegni seguano rapidamente fatti concreti e le risorse necessarie».
Per il Pd il punto di partenza sono gli ammortizzatori sociali, «per i quali chiediamo un ingresso nella nuova Aspi ritardato di un anno, a seguito del protrarsi della crisi e della recessione dell'economia», ha detto Damiano. Inoltre, «vogliamo affrontare il tema delle partite Iva, quelle che rappresentano un autentico lavoro autonomo: non è pensabile che paghino il 33% di contributi previdenziali, come se fossero un lavoro dipendente mascherato. Anche su questo tema va trovata una correzione».
SACCONI: IN 700 MILA A RISCHIO POVERTÀ. Anche l'ex ministro del Lavoro Maurizio Sacconi non vuole partecipare al balletto di cifre sugli esodati ma avverte: «Il nodo degli esodati rivela un più ampio problema, quello del rischio povertà per una platea ancora più vasta di persone. Io sono arrivato a stimare in circa 700 mila i cittadini a rischio», ha detto a margine di un convegno al colle del Gran San Bernardo su Montagna e solidarietà.
La cifra dei 700 mila, in ogni caso, secondo Sacconi, si collega con la riforma del ministro Fornero. «Si tratta di persone che rischiano di pagare le conseguenze dell'azzeramento di ogni transizione. In qualunque riforma previdenziale sono previste transizioni, in questo caso invece a caratterizzare la riforma è la cancellazione di ogni forma di transizione, con l'effetto di non consentire a molti di riorganizzarsi».
Sacconi ha proposto quindi: «Di affrontare il problema emergenziale di quelli che chiamiamo esodati ma anche reintrodurre alcune flessibilita, ancorché onerose, nel sistema previdenziale in modo tale da consentire vie d'uscita per coloro che potrebbero altrimenti essere esposti al rischio di povertà».
MODIFICEH: SI PARTA DA ASPI E PARTITE IVA.«L'impegno assunto dal presidente del Consiglio di risolvere questo problema», ha continuato Damiano in una nota, «è per noi di alto valore e significato. Faremo in modo che agli impegni seguano rapidamente fatti concreti e le risorse necessarie».
Per il Pd il punto di partenza sono gli ammortizzatori sociali, «per i quali chiediamo un ingresso nella nuova Aspi ritardato di un anno, a seguito del protrarsi della crisi e della recessione dell'economia», ha detto Damiano. Inoltre, «vogliamo affrontare il tema delle partite Iva, quelle che rappresentano un autentico lavoro autonomo: non è pensabile che paghino il 33% di contributi previdenziali, come se fossero un lavoro dipendente mascherato. Anche su questo tema va trovata una correzione».
SACCONI: IN 700 MILA A RISCHIO POVERTÀ. Anche l'ex ministro del Lavoro Maurizio Sacconi non vuole partecipare al balletto di cifre sugli esodati ma avverte: «Il nodo degli esodati rivela un più ampio problema, quello del rischio povertà per una platea ancora più vasta di persone. Io sono arrivato a stimare in circa 700 mila i cittadini a rischio», ha detto a margine di un convegno al colle del Gran San Bernardo su Montagna e solidarietà.
La cifra dei 700 mila, in ogni caso, secondo Sacconi, si collega con la riforma del ministro Fornero. «Si tratta di persone che rischiano di pagare le conseguenze dell'azzeramento di ogni transizione. In qualunque riforma previdenziale sono previste transizioni, in questo caso invece a caratterizzare la riforma è la cancellazione di ogni forma di transizione, con l'effetto di non consentire a molti di riorganizzarsi».
Sacconi ha proposto quindi: «Di affrontare il problema emergenziale di quelli che chiamiamo esodati ma anche reintrodurre alcune flessibilita, ancorché onerose, nel sistema previdenziale in modo tale da consentire vie d'uscita per coloro che potrebbero altrimenti essere esposti al rischio di povertà».
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