Mercoledì,
27 Giugno 2012 - L'Unione
europea l'ha definita «un passo chiave per sostenere l'occupazione e creare
opportunità di lavoro per i giovani».
La riforma Fornero è diventata legge proprio alla vigilia del vertice più importante per il Vecchio continente e Bruxelles non ha nascosto la propria soddisfazione per il tempismo con cui è arrivato il via libera della Camera: il 27 giugno Montecitorio ha detto sì con 447 voti a favore e 76 contrari, 27 gli astenuti.
L'Italia si presenta così al vertice europeo del 28 e 29 giugno con una riforma chiesta a gran voce dall'Europa e che, secondo gli addetti ai lavori, potrebbe dare la fiducia necessaria ai mercati, ancora estremamente dubbiosi sulle possibilità di ripresa dell'economia italiana.
PDL, 87 DEPUTATI NON VOTANO LA RIFORMA. Sul fronte politico, forti segnali di insofferenza sono arrivati dal Popolo della libertà: dei 209 deputati pidiellini, 87 hanno deciso di non sostenere il testo al momento della votazione. Sette si sono espressi in maniera contraria, altri 34 si sono astenuti, mentre in 46 (tra i quali Silvio Berlusconi) non hanno preso parte alla votazione.
Significativo anche il comportamento degli ex 'reponsabili': un voto contrario, nove assenti, 10 voti favorevoli; ancora più emblematici i numeri del gruppo di Grande Sud (il movimento di Micciché): nessun voto favorevole, sette astenuti, tre assenti. Nella norma le assenze tra i democratici (10), Udc (sei) e Fli (cinque).
FORNERO: «IL LAVORO NON È UN DIRITTO». POI RITRATTA. Il voto alla Camera è stato accompagnato dall'ennesima polemica scaturita dalle ennesime parole in libertà di Elsa Fornero.
La riforma Fornero è diventata legge proprio alla vigilia del vertice più importante per il Vecchio continente e Bruxelles non ha nascosto la propria soddisfazione per il tempismo con cui è arrivato il via libera della Camera: il 27 giugno Montecitorio ha detto sì con 447 voti a favore e 76 contrari, 27 gli astenuti.
L'Italia si presenta così al vertice europeo del 28 e 29 giugno con una riforma chiesta a gran voce dall'Europa e che, secondo gli addetti ai lavori, potrebbe dare la fiducia necessaria ai mercati, ancora estremamente dubbiosi sulle possibilità di ripresa dell'economia italiana.
PDL, 87 DEPUTATI NON VOTANO LA RIFORMA. Sul fronte politico, forti segnali di insofferenza sono arrivati dal Popolo della libertà: dei 209 deputati pidiellini, 87 hanno deciso di non sostenere il testo al momento della votazione. Sette si sono espressi in maniera contraria, altri 34 si sono astenuti, mentre in 46 (tra i quali Silvio Berlusconi) non hanno preso parte alla votazione.
Significativo anche il comportamento degli ex 'reponsabili': un voto contrario, nove assenti, 10 voti favorevoli; ancora più emblematici i numeri del gruppo di Grande Sud (il movimento di Micciché): nessun voto favorevole, sette astenuti, tre assenti. Nella norma le assenze tra i democratici (10), Udc (sei) e Fli (cinque).
FORNERO: «IL LAVORO NON È UN DIRITTO». POI RITRATTA. Il voto alla Camera è stato accompagnato dall'ennesima polemica scaturita dalle ennesime parole in libertà di Elsa Fornero.
Il ministro del Welfare,
in un'intervista al Wall
street journal, aveva dichiarato: «Il lavoro non è un diritto.
Bisogna guadagnarselo, anche attraverso il sacrificio».
Bersagliata dalle critiche, ha dovuto correggere il tiro: «Il diritto al lavoro non è mai stato messo in discussione come non potrebbe essere mai visto quanto affermato dalla nostra Costituzione», ha detto. Fornero ha quindi spiegato di aver fatto riferimento «alla tutela del lavoratore nel mercato e non a quella del singolo posto di lavoro».
MOZIONE DI SFIDUCIA A FORNERO. Il ministro ora rischia qualcosa, perché la Conferenza dei capigruppo della Camera ha calendarizzato per il 4 luglio la mozione di sfiducia, presentata nei suoi confronti dalla Lega e firmata anche dall'Idv, che potrebbe convincere anche alcuni malpancisti del Pdl.
Mario Monti comunque ha confermato la sua fiducia a Fornero, assicurandole di appoggiarla e difenderla anche il giorno del voto
Bersagliata dalle critiche, ha dovuto correggere il tiro: «Il diritto al lavoro non è mai stato messo in discussione come non potrebbe essere mai visto quanto affermato dalla nostra Costituzione», ha detto. Fornero ha quindi spiegato di aver fatto riferimento «alla tutela del lavoratore nel mercato e non a quella del singolo posto di lavoro».
MOZIONE DI SFIDUCIA A FORNERO. Il ministro ora rischia qualcosa, perché la Conferenza dei capigruppo della Camera ha calendarizzato per il 4 luglio la mozione di sfiducia, presentata nei suoi confronti dalla Lega e firmata anche dall'Idv, che potrebbe convincere anche alcuni malpancisti del Pdl.
Mario Monti comunque ha confermato la sua fiducia a Fornero, assicurandole di appoggiarla e difenderla anche il giorno del voto
ART. 18,
ARRIVA LA RIFORMA. Addio
reintegro automatico in caso di licenziamento per motivi economici. Possibile
un'indennità risarcitoria. La procedura di conciliazione, obbligatoria in
questo caso, non può più essere bloccata da una malattia 'fittizia' del
lavoratore. Uniche eccezioni diventano maternità o infortuni sul lavoro. Resta
sempre nullo invece il licenziamento discriminatorio intimato, per esempio, per
ragioni di credo politico, fede religiosa o attività sindacale. Nei casi dei
licenziamenti disciplinari (giusta causa o giustificato motivo soggettivo)
diminuisce la discrezionalità del giudice nella scelta del reintegro, che può
essere deciso solo sulla base dei casi previsti dai contratti collettivi e non
più anche dalla legge.
CONTRATTI A
TEMPO. La durata del primo contratto a
termine, che può essere stipulato senza che siano specificati i requisiti per i
quali viene richiesto (la causale), è di un anno. Le pause obbligatorie fra uno
e l'altro salgono dagli attuali 10 giorni a 20, per un contratto di meno di sei
mesi, e a 30 per uno di durata superiore. Il parlamento ha ammorbidito il testo
stilato dal governo.
APPRENDISTI. Arrivano norme più stringenti in materia di
apprendistato, anche se il Senato ha allentato un po' i vincoli previsti dal
ministro Fornero. Rimane infatti possibile assumere un nuovo apprendista, ma i
contratti in media devono durare almeno sei mesi e cambia il rapporto con le
maestranze qualificate.
CO.CO.PRO,
DA SALARIO BASE A UNA TANTUM. Definizione
più stringente del progetto con la limitazione a mansioni non meramente
esecutive o ripetitive e aumento dell'aliquota contributiva di un punto l'anno
fino a raggiungere nel 2018 il 33% previsto per il lavoro dipendente. Lo
stipendio minimo dei co.co.co deve poi fare riferimento ai contratti nazionali
di lavoro. Si rafforza l'attuale una tantum per i parasubordinati. Per
esempio, chi ha lavorato sei mesi può d'ora in poi avere oltre 6 mila euro.
P. IVA,
TETTO A 18 MILA EURO ANNUI. La durata
di collaborazione non deve superare gli otto mesi (sei nel ddl originario); il
corrispettivo pagato non deve essere superiore dell'80% di quello di dipendenti
e co.co.co (75% nel ddl); il lavoratore non deve avere una postazione 'fissa'
in azienda. Le partite Iva che hanno un reddito annuo lordo di almeno 18 mila
euro sono considerate vere.
ASPI. La nuova assicurazione sociale per l'impiego parte
nel 2013 ed è destinata a sostituire a regime, nel 2017, l'indennità di
mobilità e le varie indennità di disoccupazione. Ne possono usufruire oltre i
lavoratori dipendenti anche gli apprendisti e gli artisti. La contribuzione è
estesa a tutti i lavoratori che rientrino nell'ambito di applicazione
dell'indennità. L'aliquota viene gravata di un ulteriore 1,4% per i lavoratori
a termine. Diventa possibile trasformare l'indennità Aspi in liquidazione per
poter così avere un capitale e avviare un'impresa. Il lavoratore che però
rifiuta un impiego con una retribuzione superiore almeno del 20% rispetto
all'indennità che percepisce perde il sussidio.
JOB ON CALL, BASTA UN SMS. Per attivare
il lavoro a chiamata basta un sms alla direzione provinciale del lavoro. In
caso di mancato avviso l'azienda rischia da 400 a 2.400 euro di multa. Il job
on call è libero per under 25 e over 55.
EQUITÀ
GENERE. Norme di contrasto alle dimissioni
in bianco e il rafforzamento fino a tre anni di età del bambino del regime di
convalida delle dimissioni rese dalle lavoratrici madri (al momento è un anno).
Viene introdotto il congedo di paternità obbligatorio ma solo per un giorno e
due facoltativi, che però si sottraggono ai 20 settimane di congedo della mamma
(se lei è d'accordo).
VOUCHER
ASILI. Il buono babysitter per agevolare
le lavoratrici nei primi mesi di nascita del figlio può essere utilizzato anche
per pagare asili nido pubblici o privati.
IMMIGRATI. Sale da sei mesi a un anno la validità del permesso
di soggiorno per il lavoratore extracomunitario che beneficia di interventi di
ammortizzazione.
BONUS
PRODUTTIVITÀ. Confermati
con un emendamento del governo gli sgravi contributivi introdotti in via
sperimentale per il triennio 2008-2010.
VOLI E
AFFITTI. Vengono ridotte le deduzioni sulle
auto aziendali e quelle sulla tassa al servizio sanitario nazionale, che si
applica sulle assicurazioni Rc auto. Viene tagliato dal 15 al 5% lo sconto
forfait previsto per chi dichiara con l'Irpef i redditi derivanti da affitto
(non tocca chi applica la cedolare). Aumenta di due euro la tassa di imbarco
aereo.
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