Pensare Globale e Agire Locale

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lunedì 25 giugno 2012

ITALIA – Vertice europeo del 28 giugno 2012 e vuoto politico

Il vertice di Roma tra Germania, Francia, Spagna e Italia era meglio non farlo visto che la signora Merkel doveva andare alla partita Germania-Grecia.

Settanta minuti di vertice mi sembrano un po’ pochi per affrontare una situazione drammatica e per poi dichiarare in conferenza stampa che i trattati vanno rispettati e non cambiati.

Questo vuol dire che la Banca Centrale Europea non può ricevere un mandato più ampio e che non si può attribuire una licenza bancaria al Fondo Salva-Stati per far si che quest’ultimo, in accordo con la Banca Centrale Europea possa essere finanziato e operare sul mercato per raffreddare gli Spread di Paesi come ad esempio Spagna e Italia.
Monti su questo ha incassato un altro no da parte della signora Angela.
A che serve dunque dichiarare che la moneta unica è irreversibile e parlare di unione politica mentre la casa brucia e non si fa niente per spegnere l’incendio.
Questa è l’incongruenza tedesca e, caro Presidente Monti, è inutile ricordare le inadempienze franco-tedesche del 2003 e sottolineare che tutte le strade portano a Roma, passando ormai per Parigi.
A noi sembra che tutte le strade portano a Berlino.

I tedeschi, malgrado tutti gli indicatori segnalino tempesta mentre la fiducia delle imprese e dei cittadini scendono rapidamente, continuano a sostenere la loro posizione.
Pensiamo che questi vertici, fatti in questo modo, non servono a nulla ed è forse meglio evitarli.

Per quanto riguarda la crescita, 130 o 160 miliardi sono acqua fresca perché per la crescita vanno messe in campo ben altre risorse oltre a una politica economica veramente espansiva da parte dei tedeschi.

Ancora una volta molto bene Draghi che ha definito l’accordo con Bruxelles per la garanzia europea sui depositi bancari e la vigilanza sugli istituti di credito europei.
Inoltre il governatore della Banca Centrale ha sterilizzato il rating delle agenzie per cui fondi, banche e assicurazioni non saranno più obbligati a seguire le indicazioni delle agenzie e soprattutto non dovranno più vendere automaticamente in seguito al loro giudizio.
In questo modo la Banca Centrale Europea allarga i criteri per erogare credito alle banche europee.

Signor Presidente del Consiglio, acceleriamo ora il programma per l’abbattimento del debito pubblico attraverso il conferimento di immobili e di asset alla cassa depositi e prestiti e, contemporaneamente, come consiglia anche Giuliano Amato, si metta allo studio il progetto “B” su un euro-mediterraneo.
La ricetta per salvare l’euro non è stata trovata a Roma tra i rappresentanti delle prime quattro economie dell’Unione.
La stessa cosa era già emersa al G20 e appare difficile che la soluzione venga dal vertice europeo del 28 giugno.
Ecco perché va studiato e messo a punto il piano “B” per l’abbattimento del debito pubblico e quello di un euro-mediterraneo capace di creare un’area monetaria stabile e con un ritorno al di sotto della parità con il dollaro.
La domanda non è più quella di chiederci se convenga o non convenga rimanere nell’euro ma di stabilire che fare se salta l’euro.

La risposta che attendono i mercati non è solo quella di una manifestazione di volontà di difendere la moneta comune dichiarandola irreversibile, né è sufficiente indicare un percorso per un’integrazione politica.
Questo percorso, per essere credibile, deve essere confortato da misure più consistenti per la crescita e da un’estensione dei compiti della BCE per quanto riguarda i titoli pubblici.
Se al vertice non si farà nemmeno questo, cari signori, andate al mare, con voi verrà anche Angela Merkel perché dopo giovedì 28 giugno non ci saranno più partite di calcio da vedere perché con la Germania vinciamo noi.

Noi non siamo la Grecia ma oggi diciamo che noi siamo anche la Grecia, noi siamo anche la Francia, noi siamo anche la Spagna e il Portogallo.
Facciamo gli scongiuri ma prepariamoci fin d’ora anche al peggio.

Ora veniamo alla politica che tarda, nel suo insieme, ad aprire gli occhi.
La gente, giustamente, non vi capisce perché parlate solo di cose che riguardano voi stessi, i vostri partiti, i vostri finanziamenti, le vostre manovre, i vostri tatticismi e i vecchi riti di contrapposizione tra destra e sinistra.

Parlare di elezioni, in questo momento, e di crisi di governo è una pura follia e ci chiediamo se siete ancora capaci di percepire i reali interessi del Paese.

L’Italia non ha più credito sui mercati e non è più in grado di pagare gli interessi sul debito.
In questo momento non siamo di fronte solo ad un puro fenomeno speculativo.
Da qui alla fine dell’anno andranno in scadenza altri 200 miliardi del nostro debito a medio e lungo termine e nei prossimi tre anni vanno in scadenza 1000 miliardi di Titoli di Stato.
Se non portiamo tutto il nostro debito in casa, abbattendolo, e non riconquistando la fiducia sui mercati, nessuno ci può salvare.
Dobbiamo impedire il commissariamento dell’Italia e dobbiamo e possiamo farlo con le nostre forze.

Parlare ora di crisi di governo e di elezioni anticipate è da dementi e non c’è nessun governo di destra e di sinistra che, ad oggi, sia stato in grado di indicare con chiarezza un percorso e un progetto “Paese”.
Serve, più che mai, l’unità nazionale che non ha nulla a che vedere con il vostro teatrino che appare una commedia che evolve in tragedia.

Ecco perché in questa fase al Movimento “Risalire Italia” non interessano le primarie, né quelle di Alfano, né quelle di Bersani e non ci appassiona nemmeno il rottamatore Renzi che andando avanti nel suo progetto non è stato ancora in grado di indicare con chiarezza un programma per il governo del Paese.

La nostra posizione è semplicemente quella della stragrande maggioranza degli italiani che aspettano di essere mobilitati su proposte concrete e non dietro simboli o bandierine sempre più sbiadite. (Tommaso Sessa)

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