Mosca, 25 giu. -
Vladimir Putin promette a Israele importanti contratti in campo energetico,
chiede la ripresa dei negoziati israelo-palestinesi e, soprattutto, tasta con
discrezione il terreno per la sua linea di intransigenza sulla crisi siriana.
Il presidente russo, oggi in visita nello Stato ebraico, a conclusione di un
incontro con il premier Benyamin Netaniayhu ha elencato i settori in cui
intende sviluppare la cooperazione economica, dall'esplorazione spaziale
all'agroalimentare, oltre all'energetico, dove "Gazprom e Inter Rao hanno
in studio possibilità per niente male".
Accompagnato da un piccolo esercito di giornalisti - una sessantina circa - il capo del Cremlino ha avviato stamattina una due giorni mediorientale che dopo Israele lo vedrà nei Territori palestinesi e in Giordania, determinato a far sentire la voce della Russia sui dossier regionali, Siria in primis. "Dall'inizio della Primavera araba, la Russia tenta di convincere i suoi partner che i cambiamenti democratici debbono avvenire in modo civilizzato", ha dichiarato oggi a fianco del premier Benyamin Netaniayhu, che ha auspicato da parte sua di "trovare il mezzo per mettere fine ai massacri e alla terribile sofferenza del popolo siriano, e di promuovere, per quanto possibile in tale contesto, la pace, la sicurezza e la stabilità nella regione".
Parlando di stabilità nella regione, Natanyahu ha ribadito le tre esigenze dal punto di vista israeliano: porre fine a qualsiasi processo di arricchimento dell'uranio in Iran, trasferire fuori dal Paese degli Ayatollah l'uranio già arricchito e smantellare gli impianti sotterranei di Qom. Putin promuove il dialogo con Teheran sul dossier del nucleare, ma di recente ha lanciato una serie di moniti sulla necessità di assicurare la natura pacifica dei programmi iraniani. Allo stesso tempo, il presidente russo vuole coinvolgere l'Iran nei negoziati per arrivare a una soluzione politica della crisi siriana
Accompagnato da un piccolo esercito di giornalisti - una sessantina circa - il capo del Cremlino ha avviato stamattina una due giorni mediorientale che dopo Israele lo vedrà nei Territori palestinesi e in Giordania, determinato a far sentire la voce della Russia sui dossier regionali, Siria in primis. "Dall'inizio della Primavera araba, la Russia tenta di convincere i suoi partner che i cambiamenti democratici debbono avvenire in modo civilizzato", ha dichiarato oggi a fianco del premier Benyamin Netaniayhu, che ha auspicato da parte sua di "trovare il mezzo per mettere fine ai massacri e alla terribile sofferenza del popolo siriano, e di promuovere, per quanto possibile in tale contesto, la pace, la sicurezza e la stabilità nella regione".
Parlando di stabilità nella regione, Natanyahu ha ribadito le tre esigenze dal punto di vista israeliano: porre fine a qualsiasi processo di arricchimento dell'uranio in Iran, trasferire fuori dal Paese degli Ayatollah l'uranio già arricchito e smantellare gli impianti sotterranei di Qom. Putin promuove il dialogo con Teheran sul dossier del nucleare, ma di recente ha lanciato una serie di moniti sulla necessità di assicurare la natura pacifica dei programmi iraniani. Allo stesso tempo, il presidente russo vuole coinvolgere l'Iran nei negoziati per arrivare a una soluzione politica della crisi siriana
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