Pensare Globale e Agire Locale

PENSARE GLOBALE E AGIRE LOCALE


giovedì 21 giugno 2012

USA 2012 - Obama scivola sulle idi di giugno

Le presidenziali si complicano.
di Valentina Pasquali

Washington - Giugno non è ancora finito, ma c’è da scommettere che il presidente americano Barack Obama sia già pronto per l’arrivo di luglio. Il mese, finora, è stato ricco di brutte notizie, che non promettono niente di buono per le chance di rielezione.
Le cose sono cominciate, male, con il rapporto del dipartimento del Lavoro sull’occupazione di fine maggio: l’economia americana ha saputo creare solo 69 mila nuovi posti, un numero inferiore alle attese.
Ma tutto è peggiorato con il passare dei giorni, tra la pesante sconfitta democratica nell’elezione del Wisconsin, il precipitare della crisi in Siria per cui gli Usa sembra non avere soluzioni e il sorpasso da parte del repubblicano Mitt Romney in termini di raccolta fondi.
AI REPUBBLICANI 76,8 MLN DI EURO. Il dato finanziario è quello più concreto, e dolente. A maggio i repubblicani hanno portato a casa 76,8 milioni di dollari in donazioni elettorali, mentre i democratici ne hanno intascati solo 60 milioni.
Senza contare il contributo massiccio dei Super pac conservatori, che non rientra nei conteggi ufficiali. Su questo fronte la situazione è a dir poco preoccupante.
DA ADELSON PESANTI FINANZIAMENTI. Sheldon Adelson, il magnate dei casino di Las Vegas (e,  prossimamente, della sua versione europea) e ottavo uomo più ricco al mondo - che durante le primarie ha finanziato generosamente la campagna di Newt Gingrich - ha appena annunciato una donazione di 10 milioni di dollari a Restore our future, il super comitato che sostiene Romney.
Peggio ancora, una fonte addentro alle attività politiche di Adelson ha dichiarato a Forbes che l’imprenditore multimiliardario continuerà a finanziare Romney in maniera «illimitata».

Per Obama l'economia gode di «buona salute»


Ci si è messa poi anche la cattiva sorte a rovinare l’umore di Obama. Il segretario al Commercio john Bryson ha provocato ripetuti incidenti stradali a Los Angeles, probabilmente per via di un malore.
E, per finire, il presidente ha fatto un autogol quando ha dichiarato, in una conferenza stampa sullo stato dell’economia, che «il settore privato gode di buona salute».
Affermazione che, naturalmente, ha suscitato grande clamore e infinite accuse da parte repubblicana sul fatto che Obama non ha idea di come stiano realmente le cose in America.
ROMNEY SI STA RAFFORZANDO. In parte, si tratta di un processo fisiologico. Tutte le campagne elettorali, prima o poi, attraversano momenti difficili e sfortunati. E spesso un brutto momento crea una sorta di circolo vizioso, visto che una campagna elettorale si fa improvvisamente cupa e meno sicura di sé.
È certo però che, da questo brutto giugno di Obama, Romney è destinato a emergere più forte. Data a lungo per scontata una sua sconfitta a novembre, improvvisamente l’ex governatore del Massachusetts appare oggi come un candidato credibile, che ha il pieno sostegno del proprio partito e la possibilità di diventare il prossimo presidente degli Usa.
FAMIGLIE PIÙ POVERE DEL 40%. Intanto, Obama si mostra vulnerabile, in particolare sul tema dell’economia e su problematiche che, al contrario dei titoli di giornale generati dalla disavventura del segretario al Commercio, sono destinate a perdurare.
Un rapporto della Federal reserve pubblicato la seconda settimana di giugno ha offerto un quadro devastante della situazione finanziaria del Paese. La ricchezza delle famiglie americane è stata spazzata via tra il 2007 e il 2010, un crollo del 40% che l’ha riportata a livelli che non si vedevano dal 1992.
EVIDENZIARE I MIGLIORAMENTI. Si sa che il voto di novembre sarà sostanzialmente un referendum sullo stato dell’economia. E il presidente potrà guadagnarsi la rielezione se saprà convincere un numero sufficiente di americani che le cose, anche se non perfette, vanno meglio oggi del 2008. Compito non facile in questo clima economico, che per altro si prevede rimarrà incerto ben oltre questo giugno horribilis.

Nessun commento:

Posta un commento