Pensare Globale e Agire Locale

PENSARE GLOBALE E AGIRE LOCALE


venerdì 15 giugno 2012

USA - Obama spia l'Africa

Droni, agenti segreti e forze speciali contro al Qaeda.

di Valentina Pasquali

Washington, Venerdì 15 Giugno 2012 Al Qaeda cresce in Africa e il governo americano risponde. Washington si muove segretamente per potenziare la propria presenza militare nel continente, infiltrando agenti segreti e forze speciali nelle sterminate terre nord e sub-saharaine.
A partire dal 2007, l’esercito statunitense ha istituito un network di piccole basi aree in vari angoli dell’Africa: almeno una dozzina dal Sahara all’equatore.
SENSORI NASCOSTI SUGLI AEREI. Da qui, una flotta di aerei turboprop, armati solo di sensori nascosti che possono registrare immagini video e spiare su comunicazioni cellulari e radio, decolla per sorvolare il territorio. I velivoli sono mimetizzati da aeroplani privati, confondendosi con le migliaia che riempiono i cieli africani e riuscendo così a passare facilmente inosservati.
La rivelazione è arrivata dal Washington Post, grazie a un’indagine condotta in esclusiva su documenti governativi e militari, alcuni pubblici altri segreti, ma resi disponibili da Wikileaks, e arricchita da interviste con rappresentanti governativi negli Stati Uniti e in Africa.
L'OPERAZIONE NELLA BASE DI OUAGADOUGOU. È stato così scoperto che l’operazione degli 007 in Africa è gestita da unità delle forze speciali dell’esercito americano e portata avanti soprattutto da una base a Ouagadougou, la capitale del Burkina Faso. Altri punti operativi sono stati aperti in Kenya, Ethiopia e Seychelles. Al loro interno, oltre ai reparti scelti Usa, si muovono anche contractor militari privati.

Arginare i movimenti islamisti sul nascer


L’intento è arginare i movimenti islamisti nascenti soprattutto in nazioni come il Mali, dove, dopo il golpe di marzo, un gruppo di estremisti simpatizzanti di al Qaeda ha istituito una repubblica islamica nella parte settentrionale del Paese.
Ma anche la Mauritania e, più in generale, il Sahara, dove si muovono i militanti di al Qaeda nel Maghreb islamico, il nuovo network del terrore che gestisce anche il lucroso business dei rapimenti di cittadini stranieri.
I PROGRAMMI DI BOKO HARAM IN NIGERIA. E poi ancora la Nigeria, in cui si fanno sempre più ambiziosi i programmi di Boko Haram, gli estremisti responsabili degli ultimi truci attentati contro i cristiani. E naturalmente la Somalia di al Shahab, la versione locale degli studenti coranici affiliati ad al Qaeda.
In Africa centrale si trovano poi un centinaio di soldati delle forze speciali, impegnati nella caccia a Joseph Kony, il capo dell’Esercito di resistenza del Signore (Lra), guerriglia ugandese che per anni ha seminato il terrore in questa regione.
LE FORZE SPECIALI DI OBAMA NEL MONDO. La nuova versione della guerra al terrore evidenzia ancora una volta la dipendenza dell’amministrazione Obama dalle forze speciali, al lavoro in tutto il mondo e non solo, come si pensava, in zone di guerra.
Anche a scapito della Cia, che tradizionalmente era incaricata di questo genere di operazioni, ma che sempre più sta perdendo la gara con il commando dell’esercito. Costoro si occupano di addestrare truppe straniere, offrire loro aiuto logistico e, in Africa, di sorvegliare il territorio, ma vanno anche all’inseguimento di sospettati di terrorismo, con la libertà di ucciderli.

Una minaccia più concreta per la sicurezza europea


Non tutti, fuori e dentro al Congresso, sono d’accordo con questa strategia. In Africa i gruppi terroristici tendono a avere obbiettivi locali e, al contrario dell’organizzazione “madre” al Qaeda, non paiono ancora rappresentare una minaccia per la sicurezza nazionale americana. Piuttosto per quella europea.
EFFETTI NEGATIVI SULL'OPINIONE PUBBLICA. Il rischio, come ha dimostrato l’esperienza con gli aerei droni in Yemen, è che questo tipo di coinvolgimento militare e di spionaggio abbia effetti controproducenti sull’opinione pubblica locale.
In un sondaggio condotto recentemente dal Pew research center, la maggioranza della popolazione in 17 di 21 Paesi analizzati, ad esempio in Pakistan, Yemen e Somalia, si è dichiarata contraria all’uso dei droni contro leader e gruppi estremisti.
E, avverte qualcuno anche all’interno del dipartimento di Stato americano, il pericolo è che si finisca per aiutare al Qaeda a reclutare nuovi membri

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