Pensare Globale e Agire Locale

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martedì 17 luglio 2012

GERMANIA - Crisi, il governo tedesco prende tempo

Attesa per settembre la decisione su Esm e patto fiscale. Merkel si gioca la rielezione.
Berlino martedì, 17 luglio 2012 - Sarà un agosto con i nervi a fior di pelle sull'asse Roma-Berlino, dopo che la Corte costituzionale tedesca ha reso noto quanto tempo ci vorrà per scandagliare i ricorsi di incostituzionalità presentati contro il patto fiscale e il Fondo salva-Stati Esm, approvati da Bundestag e Bundesrat alla fine di giugno, ma non ancora controfirmati dal presidente della Repubblica.
Le speranze di una decisione rapida, auspicata fra gli altri dallo stesso ministro delle Finanze Wolfgang Schäuble, sono evaporate il 16 luglio, quando i giudici di Karlsruhe hanno dichiarato che la decisione finale verrà presa il 12 settembre: due mesi di tempo ancora, che potrebbero però essere fatali proprio all'Italia.
DATA CERTA PER LA DISCUSSIONE. «Almeno adesso c'è una data certa», ha commentato laconico lo Spiegel, «anche se, come ha affermato prontamente il capo dell'Eurogruppo Jean-Claude Juncker, il ritardo non aiuta». Il timore è chiaro: «Se la crisi dei debiti italiana dovesse improvvisamente inasprirsi nelle prossime settimane, il fondo di aiuti temporaneo Efsf non sarebbe in grado di fornire i soldi necessari».
ATTESA PER LE RATIFICHE IN UE. Italia, Germania, Irlanda ed Estonia non hanno ancora ratificato il patto fiscale e il fondo Esm. Roma dovrebbe farlo entro fine luglio, superando le ultime resistenze dei partiti. Malta ed Estonia non destano preoccupazioni, dato l'ammontare esiguo del loro contributo. Resta Berlino, con la sua quota di 168 miliardi di euro pari al 27,15% del totale dell'Esm, decisiva affinché il meccanismo entri in funzione con la copertura di almeno il 90% della somma totale.

La Germania s'interroga sulla resistenza dell'economia italiana


Dopo i tre pacchetti di salvataggio di complessivi 192 miliardi di euro per Irlanda, Portogallo e Grecia e le più recenti somme destinate a Spagna e Cipro, nelle casse dell'Efsf sono rimasti appena 140 miliardi. Troppo pochi per far fronte all'eventualità di aiuti richiesti dall'Italia.
«Le rendite dei titoli di Stato italiani a 10 anni oscillano intorno al 6%», ha aggiunto il magazine, «e il primo ministro Mario Monti si lamenta per gli alti costi di rifinanziamento del debito. A cavallo dell'ultimo fine settimana, l'agenzia Moody’s ha declassato prima il rating dei titoli di stato da A3 a Baa2, poi quello di 10 banche e 23 enti locali: Roma continua a ribadire di non voler ricorrere in tempi brevi allo scudo anti-spread, ma lascia trapelare la preoccupazione di non poterlo escludere a priori per il futuro». La domanda è: ce la farà a resistere fino a settembre?
OTTIMISMO SU ROMA E ATENE. Lo Spiegel appare cautamente ottimista: «Allo stato attuale è improbabile che l'Italia chieda di accedere agli aiuti nelle prossime settimane. E nello stesso tempo è possibile escludere ad agosto nuovi aiuti alla Grecia, giacché le nuove valutazioni della Troika sui bilanci di Atene arriveranno solo a settembre. Insomma, se la situazione non precipita, l'Eurozona dovrebbe sopravvivere all'estate anche senza il fondo Esm».
Sarà comunque un agosto ad alta tensione, con l'occhio rivolto ai mercati e il timore che da un giorno all'altro la situazione precipiti. Se non accadrà nulla di irreparabile, il passaggio successivo sarà quello del 12 settembre, quando la Corte costituzionale tedesca emetterà la sua sentenza sui ricorsi.
QUESTIONI DI COSTITUZIONALITÀ DELICATE. Nessun quotidiano azzarda una valutazione di merito sulla decisione di prorogare la decisione rispetto ai tempi inizialmente previsti. Le questioni di costituzionalità che i due meccanismi finanziari pongono ai giudici di Karlsruhe sono talmente delicate da confliggere con l'esigenza di una risposta rapida. Esse pongono questioni di fondo nel rapporto fra competenze degli Stati nazionali e competenze di Bruxelles e rendono ancora una volta più evidenti le mancanze legislative di fondo della costruzione europea.
PERICOLO PER IL FUTURO DI MERKEL. Sul piano interno, Angela Merkel si gioca una fetta importante della sua credibilità politica. Nonostante i tira e molla sulle questioni più specificamente tecniche, la cancelliera ha legato le chance di rielezione al binomio solidarietà contro responsabilità: disponibilità a mettere in comune la forza economica della Germania a patto che gli Stati in crisi riformino profondamente i propri meccanismi di spesa.
La linea è rimasta sempre la stessa, accompagnata da aggiustamenti e piccole correzioni determinate dall'evoluzione della crisi. Ma tutta la sua architettura poggia sull'approvazione del patto fiscale e del fondo Esm. Se i giudici costituzionali dovessero metterla in discussione sarebbe un fallimento epocale: probabilmente per l'euro, sicuramente per il suo futuro politico.

Pierluigi Mennitti

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