Pensare Globale e Agire Locale

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domenica 22 luglio 2012

ITALIA - Le Province fanno blocco contro i tagli

In polemica presidenti, governatori e sindaci
Sabato, 21 Luglio 2012 - Il taglio delle Province, che dovrebbe far passare il numero degli enti intermedi italiani dalle attuali 107 unità alle 43 del prossimo futuro, è un vero caos. Mentre restano da definire parecchie questioni relative alle, in pochi si vogliono arrendere, e a protestare non sono solo i territori più piccoli, vittime designate del taglio.
I presidenti delle Province fanno blocco unico, e in loro soccorso arrivano anche i governatori delle Regioni e i sindaci. Insomma, per il governo un'altra bella gatta da pelare, mentre c'è chi avanza dubbi sull'utilità di una tale riforma.
TRAPANI SUL FILO. Ce ne sono alcune che rischiano di chiudere per una questione di pochi chilometri, come Trapani, che si ferma a 2.459,84 chilometri quadrati contro i 2.500 fissati dal governo come dimensione minima.  
Così, il presidente della Provincia, Girolamo Turano, ha protestato proprio contro il criterio scelto dall'esecutivo: «Pur rendendomi conto dello stato economico in cui versa il Paese, mi sembra un atto sconsiderato affidarne lo scioglimento a meri parametri matematici senza tenere conto di quell'insieme di valori dettati dall'economia, dalla cultura e umani che un territorio racchiude ed esprime».
ANCHE I SINDACI DANNO BATTAGLIA. Sulle barricate anche il sindaco di Verbania, Marco Zacchera: «La Provincia del Verbano-Cusio-Ossola non deve sparire nel silenzio generale». Perugia non rischia, ma a preoccupare il presidente della Provincia e dell'Upi regionale, Marco Vinicio Guasticchi, è il prospettato addio a Terni: «È un errore madornale. L'Umbria sarà sicuramente più povera».
L'attacco più forte però è arrivato dal segretario della Lega, Roberto Maroni. «In Lombardia rimarranno quattro Province: Milano, Bergamo, Brescia e Pavia ma le altre in realtà non spariranno e insieme faranno nascere nuove Province: dunque questa manovra è un'assurdità, è irrazionale e farà aumentare le spese e i dazi per i cittadini. A questo punto allora facciamo sparire tutti gli enti intermedi e pure le Regioni con meno di un milione di abitanti».

Mastella pensa ai capoluoghi: «Siano le città più popolose»


Clemente Mastellla, parlamentare europeo, si è preoccupato invece del criterio per scegliere il capoluogo delle nuove province, che secondo lui dovrebbe essere la città più abitata del territorio: «Nel caso di specie, se dovesse nascere la Provincia unica Avellino-Benevento, i galloni sarebbero assegnati a Benevento che con oltre 62 mila abitanti sopravanza Avellino (a quota 56 mila) di circa 6 mila unità».
VITERBO IN LIQUIDAZIONE. Si respira già aria di smobilitazzione a Viterbo, dove l'amministrazione provinciale ha deciso di mettere in vendita tutti gli edifici di sua proprietà, molti dei quali di grandissimo pregio storico-artistico, e ha intimato lo 'sfratto' alla Prefettura.
Ma a dirsi fortemente contraria al piano di riordino è stato il governatore del Lazio, Renata Polverini: «Il nostro Paese non è il Dakota o il Nebraska e i confini delle province non possono essere ridisegnati in base ai meridiani o ai paralleli, tracciando con la squadra una riga sul territorio».
Stesse idee espresse dal collega piemontese e leghista Roberto Cota: «Il Governo disegna una nuova geografia senza conoscere territorio».
TONDO: «RISCHIAMO DI DIVENTARE COME IL TRENTINO». Deciso a dare battaglia il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Renzo Tondo, che ha annunciato di voler portare una sua proposta all'attenzione della maggioranza e del Consiglio regionale: «Pensare oggi di accettare 'sic et simpliciter' l'ipotesi del Governo che di fatto eliminerebbe le Province di Pordenone e Gorizia significherebbe sostanzialmente creare un 'Grande Friuli' e la Città metropolitana di Trieste. E a questo punto la domanda che mi farei è quale senso possa avere la Regione. Finiremmo per essere un po' come il Trentino Alto Adige, che ha due Province autonome, con la conseguenza che lì di fatto la Regione non esiste. A questo punto credo che si possa anche cominciare a ragionare, con determinazione sul superamento delle Province».
In tutto questo marasma, il presidente dell'Unione delle Province italiane, Giuseppe Castiglione, ha chiesto più tempo: «Ora che il Governo ha approvato i parametri per definire le nuove Province, occorre nel dibattito parlamentare apportare modifiche al testo della spending review per consentire ai territori maggior coinvolgimento nel processo di costituzione dei nuovi enti».

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