Il riferimento culturale al grande patrimonio
politico , teorico e culturale del Socialismo Democratico e Libertario europeo
, in tutte le sue componenti storiche , non e' in discussione da parte di
chiunque voglia ricostruire un grande fronte politico e sociale maggioritario
nella società, prima ancora che nella sua traduzione elettorale , che voglia
lavorare per un nuovo modello di sviluppo .
I problemi nascono tutti in rapporto alla
concreta esperienza politica a cui assistiamo , in cui cui le grandi forze
socialdemocratiche europee considerano in Italia il PD , al di là della sua denominazione , il loro reale referente
politico , con tutto ciò che questo comporta , purtroppo, sul terreno della
legittimazione del partito di Bersani nei rapporti politici continentali ,
anche di natura istituzionale , e sulla sua incidenza sul terreno delle
politiche di governo .
Questo riferimento politico ,consolidato dal
nuovo rapporto tra Monti e Hollande , via Obama , di cui il PD si erge a
garante con il riconoscimento esplicito del PSF e degli altri partiti, conferisce
al Pd una centralità politica ineludibile ogni volta che si viene a considerare
il riferimento al PSE come condizione di appartenenza necessaria ed
invalicabile per costruire alleanze politiche a sinistra .
Questo recupero di centralità politica da
parte del PD , compreso D'alema , non solo nella sinistra italiana , ma di
fatto anche sullo scacchiere principale delle politiche europee di governo che
potrebbero esprimere eventuali possibili futuri governi a guida
socialdemocratica ,vanifica purtroppo tutti i tentativi alternativi di ristrutturazione
della sinistra italiana .
Fortunatamente , stavolta , Vendola , sembra
aver capito perfettamente , in termini molto pragmatici e molto poco ideologici
, a differenza di quello che solitamente si pensa , che il riferimento stretto
al PSE non può più allo stato attuale , ed alla luce della nuove convergenze
del governo Monti sulle politiche europee a difesa dell'euro , essere usato
come grimaldello delle contraddizioni di un PD che su questo terreno e'
perfettamente allineato , sopratutto per il tramite del governo Monti , alle
forze guida del PSE ( PSF e SPD) .
Alla luce di questa considerazione di fondo mi
sembra che stia reagendo correttamente spostando il suo tiro, dalla attenzione
a primarie da svolgere sulla base delle condizioni politiche e di alleanza
poste da Bersani e Dalema ,verso una
forte considerazione del programma come elemento centrale di un
confronto preliminare , senza pregiudiziali a sinistra , su cui impostare la
ricostruzione di un sistema di alleanze a sinistra .
Il vero problema politico, che abbiamo di
fronte a noi , e' quindi evitare che il
PD nonostante la sua debolezza possa recuperare una centralita' forte i tutti i
processi politici a sinistra.
Noi dobbiamo cercare di combattere questa
centralità che e' foriera solo della riorganizzazione di un nuovo centro-sinistra
in assonanza con ciò che e' stato l'ulivo nella II repubblica .
Per tali ragioni ritengo che, se gli stati generali della
sinistra si svolgeranno sulla base di questa impostazione di fondo, la
partecipazione ad essi della Sinistra Socialista potrebbe costituire una
occasione politica utilissima per contribuire a respingere l'offerta politica
del PD di un accordo con l'UDC costruito sulla
spaccatura dello schieramento della sinistra italiana.
La nostra partecipazione a quella scadenza
potrebbe inoltre riaprire nel PSI un dibattito politico oggi stroncato dalla
palese volontà del Segretario Nazionale di riservarsi , attraverso la non convocazione del
congresso nazionale , una delega in
bianco sulle scelte elettorali dei Socialisti alle prossime elezioni politiche del 2013
Franco Bartolomei
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