Pensare Globale e Agire Locale

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giovedì 26 luglio 2012

ITALIA – Riforme:”Provincellum” spacca partiti

Pd e Pdl divisi sul premio maggioranza
Mercoledì, 25 Luglio 2012 - Dietro la scena delle schermaglie verbali e della tattica, va avanti la trattativa tra i partiti per la riforma della legge elettorale.
E il modello, su cui si ragiona, è il cosiddetto provincellum che prevede collegi proporzionali e un premio di maggioranza.
Un modello che non ha soddisfatto tutti i partiti, compreso il Pdl ma attorno al quale si starebbe cominciando a ragionare.
VERSO ELEZIONI ANTICIPATE. Un'accelerazione fortemente chiesta dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano che fa crescere in parlamento l'impressione che qualcosa si stia muovendo: anche se l'ipotesi di elezioni anticipate non ha preso consistenza rimane comunque sullo sfondo.
Anche se, come ha detto il presidente del Copasir Massimo D'Alema, «nel momento in cui si fa la riforma, la data del voto si può decidere facilmente».
VERTICE BERSANI, CASINI E FINI. È soprattutto il Pd a spingere per cambiare il Porcellum, arrivando a un primo via libera in commissione entro inizio agosto.
Un timing che mercoledì 25 luglio ha visto pienamente d'accordo il segretario Pier Luigi Bersani, il presidente della Camera Gianfranco Fini e il leader Udc Pier Ferdinando Casini in un'asse che per alcuni sembra preludere ad alleanze future.
I tre si sono visti, per circa tre quarti d'ora, nello studio del presidente della Camera e hanno concordato sulla necessità di cambiare il Porcellum.
Obiettivo sul quale ha concordato anche il Pdl anche se non tutti i punti dell'accordo sono ancora chiariti.

Il nodo resta il premio di maggioranza


Anche se il segretario del Pdl Angelino Alfano ha rilanciato le preferenze, in realtà, hanno spiegato fonti parlamentari, ci sarebbe già un'intesa di massima sui collegi piccoli mentre il nodo è rimasto ancora il premio di maggioranza.
Bersani ha chiesto «un premio di governabilità al primo che arriva», alla lista o alla coalizione, mentre Alfano ha insistito sul premio al partito perché «l'attuale premio di maggioranza crea coalizioni idonee a vincere ma non a governare».
Il punto di caduta potrebbe essere un premio di circa il 15% al partito ma al momento le distanze restano e anche mercoledì 25 il comitato ristretto, riunito al Senato, si è aggiornato con un nulla di fatto.
SCONTRO TRA PD E PDL. In attesa di svolte, però, Bersani e Alfano non hanno rinunciato a punzecchiarsi in un gioco del cerino nel caso in cui, alla fine, l'accordo non si trovasse. «Sono iiritato, anche oggi il Pdl ha fatto il suo uovo di giornata», ha reagito un po' stupito, il leader Pd quando il segretario Pdl è tornato a proporre le preferenze. «Bersani non sia ‘testa dura’», ha controbattutto a distanza Alfano.
Ma la prova che i partiti sono determinati a girare pagina sul sistema di voto è data dal fatto che sia Bersani sia Casini hanno annunciato la volontà nell'incontro con il presidente del Consiglio Mario Monti a Palazzo Chigi.
SOSTEGNO A MONTI. Entrambi hanno ribadito al Prof la lealtà e il sostegno ma l'accenno alla riforma elettorale ha lasciato intendere che la politica si prepara anche a scenari elettorali. «Il problema», ha sostenuto Bersani «non è Monti ma la maggioranza parlamentare. All'Italia manca un indirizzo univoco». E se il Pd sembra sempre più convinto che bisogna tornare a un governo politico con maggioranze coese, anche il Pdl ragiona su scenari futuri, non escludendo neanche le larghe intese.

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