I due rapporti pubblicati il 18 luglio dalla
Commissione europea sui due paesi entrati nell’Ue nel 2007 ne evidenziano il
deficit democratico e nella lotta alla criminalità. Questa doppia “bocciatura”
ha avviato un acceso dibattito sugli organi di stampa.
“L’attacco dell’Usl contro lo stato
di diritto ci allontana da Schengen”, accusa România liberă. Il quotidiano attribuisce la severità
del rapporto della Commissione sulla situazione della giustizia e della
democrazia nel paese all’atteggiamento della coalizione al potere. Questo
“fallimento” è la conseguenza di una rapida escalation segnata da una serie di
decisioni improprie e anticostituzionali, culminate con la pubblicazione di
ordinanze d’urgenza in ambiti inediti come la limitazione delle competenze
della Corte costituzionale (che non ha più diritto a pronunciarsi sulle
decisioni del parlamento) o la modifica della legge sul referendum.
Adevărul ricorda che il rapporto della Commisisone europea
rientra nel quadro del Meccanismo di cooperazione e verifica (Mcv), “la condizione in
base a cui è stata accettata l’adesione all’Ue di Romania e Bulgaria nel 2007”.
Secondo il quotidiano i toni del rapporto sono inquietanti: La Romania ha
ricevuto il rapporto sulla giustizia più critico da quando è entrata nell’Ue: i
valori fondamentali europei non sono rispettati, la fiducia dell’Unione vacilla
e il controllo sarà accentuato con ‘missioni regolari di valutazione’ a
Bucarest.
In un editoriale Adevărul sottolinea che tutti i progressi
registrati negli ultimi anni sono stati vanificati nel giro di qualche giorno e
se la prende con il primo ministro Victor Ponta, il presidente ad interim Crin
Antonescu e il magnate dei media Dan Voiculescu: Cosa è riuscito a fare il trio
Ponta-Antonescu-Voiculescu? È riuscito a convincere l’Europa che la nostra
fragile democrazia può essere demolita con un semplice schioccare delle dita e
che lo stato di diritto è un’illusione che può svanire sotto i colpi di qualche
ordinanza d’urgenza. […] Questa è un’immagine che non potremo cancellare
facilmente. Anche tra molti anni, quando cercheremo di entrare nei salotti del
bel mondo qualcuno ci ricorderà gli orrori del luglio 2012.
A Sofia, Sega scrive
che “il rapporto devastante dell’Unione europea non impedisce a Tsvetanov di
continuare a fare il gradasso”. A poche ore dalla pubblicazione del rapporto della
Commissione europea, il ministro degli interni Tsvetan Tsvetanov aveva fatto un
“tentativo disperato” per attenuare la portata delle critiche di Bruxelles
davanti al parlamento nazionale: abbiamo realizzato quanto chiesto dall’Europa
al 100 per cento, ha dichiarato. Tuttavia nel rapporto si legge qualcosa di
molto diverso, ovvero che la criminalità organizzata rappresenta ancora la
sfida principale per la Bulgaria.
Davanti a quello che molti
considerano il “peggiore rapporto dall’adesione del 2007”, c’è chi – come
sostiene il quotidiano Standart – cerca di fare buon viso a cattivo gioco:
Il sermone di Bruxelles ci allontana
da Schengen, ma almeno ci mette al riparo da un’ondata di immigrati
clandestini.
L’eurodeputato Andrej Kovatchev –
esponente del Gerb, il partito di centrodestra del primo ministro Bojko Borisov
– considera “una buona notizia” il fatto che Bulgaria e Romania siano oggetto
di rapporti separati. Infatti le critiche senza precedenti rivolte a Bucarest
catalizzano l’attenzione dei commentatori bulgari, che s’interrogano sui nuovi
scenari ricordando che in precedenza era la Bulgaria a essere sempre in ritardo
rispetto alla Romania. Tuttavia secondo il
quotidiano popolare Troud dire che andiamo meglio perché il nostro
vicino affonda non è un atteggiamento molto europeo.
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