Pensare Globale e Agire Locale

PENSARE GLOBALE E AGIRE LOCALE


sabato 21 luglio 2012

SPAGNA - Il crac inizia dalle Regioni

Debiti per sei amministrazioni locali.
Sabato, 21 Luglio 2012 - È esplosa al bolla spagnola. Non quella immobiliare, scoppiata da tempo. Né quella bancaria, per cui Bruxelles ha già accordato aiuti per 100 miliardi. A squarciarsi questa volta è la terza bolla: quella dei debiti delle amministrazioni locali. Prevedibile, evitabile, ma nascosta per mesi. E il crollo della fiducia sui mercati finanziari sembra senza ritorno, tanto che il ministro degli Esteri spagnolo per due volte ha attaccato la Banca centrale europea (Bce), accusandola di assenteismo e invocando un intervento di Francoforte contro la speculazione. Ottenendo, però, solo il cortese rifiuto del governatore Mario draghi.
DALLA VALENCIA ALL'ANDALUSIA. Secondo El Paìs, seguendo quanto reso ufficiale dalla Comunità di Valencia, vera roccaforte del Partido popùlar del premier Mariano Rajoy, sei regioni spagnole si preparano a chiedere aiuto economico al Governo centrale. Il 20 luglio, del resto, i dirigenti valenciani avevano assicurato di essere solo «solo i primi», ma non gli unici, ad aderire al meccanismo di finanziamento messo a disposizione delle comunità autonome.
Secondo il quotidiano spagnolo, la Catalogna socialista, la Castiglia-La Mancia, le Baleari, Murcia, Canarie e Andalusia non possono affrontare le scadenza dei propri debiti a causa delle dure condizioni imposte dai mercati. In totale, infatti, i governi regionali si trovano con 15 miliardi e 800 milioni di euro di debiti (si includono prestiti e crediti concessi) in scadenza nel 2012.
15 MILIARDI DI DEBITO. Inoltre dovranno formalizzare altri 15 miliardi di debito per finanziare il deficit permesso per quest'anno, dell'1,5% del PIL. La peggior situazione la vive la Catalogna: la regione di Barcellona deve affrontare 5 miliardi e 755 milioni di debito in scadenza nel 2012, piú del doppio dei 2 miliardi e 883 milioni della Comunità di Valencia.
Nonostante l' esecutivo di Rajoy non abbia voluto ammorbidire gli obiettivi di riduzione dei deficit delle regioni, lo scorso 13 di luglio ha acconsentito a creare il fondo con cui ora dotare di liquidità le regioni che lo richiedano. Il fondo dispone di un massimo di 18 miliardi per il 2012, ed è gestito dall'Istituto di credito ufficiale, finanziato dal ministero del Teesoro.
Una parte dei fondi la ottiene inoltre grazie a un prestito di 6 miliardi di euro da parte dell'istituto statale delle Lotterie (Loterias y Apuestas del Estado). Come ricordò la scorsa settimana la vicepresidente del Governo, Soraya Sáenz de Santamaría, si tratta di un fondo «per situazioni straordinarie» che pertanto sarà concesso «a condizioni straordinarie».

I disoccupati marciano su Madrid


Intanto, mentre nei palazzi, la politica è alle prese con conti impossibili, le strade sono invase da marce di disoccupati. Due diversi cortei sono attesi il 21 luglio nella Capitale, dieci giorni dopo la “marcia “nera dei minatori e le manifestazioni notturne dei funzionari pubblici e le proteste che hanno infiammato tutta la Penisola.
Si tratta di poche centinaia di persone, che vogliono però rappresentare i 5 milioni di disoccupati spagnoli.
IN CAMMINO DA UN MESE. Divisi in diverse colonne, i «pellegrini» in cammino da un mese, non hanno ottenuto altro appoggio logistico che quello ricevuto nei paesi e nelle città che hanno attraversato.
L'iniziativa, promossa dagli 'indignados' del 15M, si concluderà con una concentrazione davanti al Ministero del Lavoro e, nel pomeriggio del 21, con una manifestazione in cui i disoccupati chiederanno «un vero cambio nella gestione politico-amministrativa, economica e sociale del Paese». Perché, recitano i manifestanti: «Non siamo un numero o un pretesto siamo parte della soluzione».

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